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Le probabili dimissioni di Angela Merkel ed i tempi duri che aspettano l’Italia di Renzi

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Abbiamo rilevato dagli organi di stampa come esista la concreta possibilità che Angela Merkel si possa dimettere dalla Cancelleria a breve, secondo quanto riportato dallo Spiegel.

FireShot Screen Capture #027 - 'Rückzug von Merkel_ Kanzlerin erwägt offenbar freiwilligen Rücktritt - SPIEGEL ONLINE' - www_spiegel_de_politik_deutschland_rueckzug-von-merkel-kanzlerin-erwaegt-offenbar-freiwilligen-rue

Questa novità era attesa da tempo, almeno da quando è scoppiato lo scandalo Datagate: il primo ministro tedesco è stato spiato per anni dall’NSA e proprio per tale ragione ultimamente Angela Merkel è stata sorpresa mentre utilizzava un telefono criptato al posto di un normale apparecchio.

I bene informati ritengono che la donna più potente del mondo possa essere stata effettivamente spiata dall’improbabile alleato americano e forse qualche informazione sensibile è stata davvero raccolta dal controspionaggio USA: la conseguenza è che a termine la premiership tedesca può essere a rischio scandalo, un po’ come è capitato in Italia con Silvio Berlusconi e in Turchia con Erdogan (o, senza essere premier, in Francia con Straauss Kahn). La Germania non può correre questo rischio, non si può rompere l’incantesimo della rinnovata ricchezza tedesca grazie al Santo Graal che è ed è stata la moneta unica, capace di drenare ricchezza dalla periferia al centro in misura pari ad una guerra continentale vinta.

Dunque l’opzione per la politica tedesca di un cambio in corsa è assolutamente razionale oltre che legittimo, sostituendo chi sta a capo del neo-impero germanico là da venire.

Se gli USA pensavano di trovarsi innanzi ad un paese di sprovveduti con la Germania hanno certamente sbagliato i conti, lo stesso Spiegel sempre ben informato proponeva addirittura l’asilo per E. Snowden: evidentemente qualcuno a Washington non studia abbastanza, la CIA è stata costruita sulla falsariga della Gestapo e con l’ausilio di pezzi importanti del controspionaggio ex nazista (Gehlen, Barbie, Skorzeny) o almeno questo è quanto ci dice la storia. In questi termini l’amministrazione Obama, permettendo alla Germania di diventare il vero riferimento europeo, ossia essendo ormai in grado anche in maniera autonoma di decidere le sorti dei governi di numerosi paesi UE (l’esempio del Cavaliere è davvero sintomatico) può aver causato/causare a termine danni enormi agli Stati Uniti, l’alleato tedesco in pectore rischia di trasformarsi presto – anzi prestissimo – in un avversario economico, speriamo non militare…

Vedremo, per intanto la Germania si sta dimostrando ahead of the curve, ancora una volta capace di anticipare gli eventi.

Per l’Italia e per Renzi si preannunciano tempi durissimi: infatti la mossa della sostituzione in corsa della Cancelliera comporterebbe che molte se non tutte le promesse fatte in passato al primo ministro italiano potrebbero non essere necessariamente mantenute. Ossia, se qualcuno si aspettava la flessibilità, beh quel qualcuno si potrebbe trovare con un pugno di mosche… Anche perchè, per chi non l’avesse ancora capito – poveraccio lui – l’austerità è uno strumento in mani tedesche per perpetrare lo status quo favorevole alla Germania, l’unico paese che ha tratto reale beneficio dalla moneta unica.

Chi la fa l’aspetti: i ben informati sussurrano che E. Letta avesse un impegno (scritto?) dell’Europa – e della Germania in particolare – per posizionarlo al posto di Van Rompuy alla scadenza del mandato a capo del Consiglio d’Europa a fronte della non belligeranza economica con l’Europa e con la moneta unica a valle della restaurazione europea operata dal fido Mario Monti – per altro a danno degli stessi italiani, vedasi la forte salita del debito pubblico ed il parallelo crollo del GDP e dei consumi interni durante il suo governo – . La promessa stava per essere mantenuta, Letta fu – sebbene per breve tempo – candidato europeo senza essere candidato dell’Italia: forse questo è stato il capolavoro dell’ex sindaco fiorentino, negando la nomina di Letta per la prima volta dopo cinque anni ha permesso di mettere in secondo piano il volere della burocrazia continentale rispetto alle volontà nazionali! Ma, parallelamente, il rischio è che abbastanza presto il governo italiano si possa ritrovare di nuovo all’angolo, ad esempio se A. Merkel avesse promesso flessibilità nei conti non è detto che il successore mantenga l’impegno, anzi…. Appunto, chi la fa l’aspetti.

Per intanto il giovane Renzi certamente non si annoierà dovendo dilettarsi con l’esercizio del tassatore riformista, di fatto eseguendo sebbene di malavoglia i desiderata tedeschi finalizzati ad indebolire più che a restaurare l’economia del primo competitore manifatturiero della Germania, successivamente dovrebbero venire le privatizzazione come dopo la crisi degli anni ’90 e le svendite orchestrate da coloro che furono poi predestinati a brillanti carriere europee (Prodi, Draghi…) per cui le aziende europee e tedesche in particolare (soprattutto in ambito energia, occhio all’interesse tedesco per ENEL) sembrano rivestire il ruolo degli avvoltoi in agguato…

Con Obama saldamente al potere Renzi può stare ragionevolmente tranquillo fino al 2016, supportato dalla possente intelligence americana basata in via Veneto e molto probabilmente anche grazie ad un occhio di riguardo di una certa magistratura (i due fattori possono non essere necessariamente indipendenti l’uno dall’altro, Justice Antonin Scalia aveva già dimostrato durante Mani Pulite come ci fosse stato un uso non conforme ai principi della democrazia americana nell’uso della custodia cautelare in carcere, esternazione che assieme al supporto dell’ambasciatore appena nominato Reginald Bartholomew interruppe le inchieste – alla fine quello che sta accadendo oggi non è poi così diverso, …-).

Ma che sarà del Matteo nazionale se nel 2016 dovesse cambiare il vento negli USA? Renzi non ci pensa ed è questa la sua forza. Attenzione che potrebbero esserci sorprese, il Caimano e chi lo ha rappresentato per 20 anni nelle istanze internazionali potrebbe tornare alla ribalta. E la sinistra ex comunista non aspetta altro per regolare i conti con il neo-doroteo del terzo millennio.

Se non sarà caos, fatto assai probabile, possiamo dire che la partita è più aperta di quanto sembri.

Mitt Dolcino


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