Economia

Porsche, il flop delle batterie elettriche: chiude Cellforce, un disastro costato milioni anche pubblici

La scommessa di Porsche sull’elettrico si rivela un fallimento colossale. La chiusura della sussidiaria Cellforce, specializzata in batterie, non solo mette a rischio 200 posti di lavoro ma segna una profonda crisi per l’industria tedesca, costretta a una clamorosa marcia indietro dopo investimenti miliardari, anche con fondi statali.

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La scommessa di Porsche sull’auto elettrica si infrange contro la dura realtà. La casa di Stoccarda ha annunciato la quasi totale liquidazione di Cellforce, la sua sussidiaria specializzata in batterie ad alte prestazioni, un tempo fiore all’occhiello della sua strategia di elettrificazione.

Questa drastica marcia indietro non è un evento isolato, ma la spia di una crisi ben più profonda che sta attanagliando l’industria automobilistica tedesca, incapace di trasformare in profitto gli enormi e, evidentemente, poco oculati investimenti nella mobilità elettrica.

Una scommessa persa, pagata con soldi pubblici

Il progetto Cellforce, nato con l’ambizione di proiettare Porsche all’avanguardia nella tecnologia delle batterie, si conclude con un bilancio drammatico: quasi 200 posti di lavoro sono a rischio e un’intera strategia industriale viene messa in discussione. La situazione è resa ancora più amara dal fatto che la fondazione di Cellforce era stata sostenuta da circa 60 milioni di euro di fondi pubblici, un investimento che ora appare del tutto sprecato. Il CEO di Porsche, Oliver Blume, che è anche a capo del colosso Volkswagen, deve ora affrontare le conseguenze di questo fallimento, che grava sui conti per 295 milioni di euro di svalutazioni degli impianti.

Porsche Taycan S

La crisi dell’elettrico e il ritorno al passato

La chiusura di Cellforce è l’emblema di un errore di valutazione strategica: mentre si puntava tutto sull’elettrico, il mercato non ha risposto con l’entusiasmo previsto. Non è un caso che, dall’inizio dell’anno, Porsche abbia ripreso a investire massicciamente in nuovi motori a combustione, una mossa che suona come un’ammissione di sconfitta sul fronte dell’elettromobilità. Questa vicenda dimostra come la transizione forzata verso l’elettrico, spinta da decisioni politiche, stia presentando un conto salatissimo all’industria tedesca, un tempo leader indiscussa del settore.

Un futuro incerto: droni militari  al posto delle auto sportive?

Mentre i dipendenti attendono con ansia l’assemblea generale che deciderà del loro futuro, Porsche cerca disperatamente nuovi investitori per salvare il salvabile. Tra gli interessati, oltre a BMW, spuntano nomi inaspettati dal settore della difesa, che potrebbero utilizzare le tecnologie di Cellforce per sviluppare batterie per droni militari. Un epilogo paradossale per un’azienda nata per produrre auto sportive e che ora potrebbe ritrovarsi a fornire componenti belliche, pur di rimediare a un investimento sbagliato spinto dalla moda del momento.

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