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Poroshenko chiede alla Nato (o meglio alla Germania) di dispiegare delle navi nel Mare d’Azov in funzione antirussa!

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Poroshenko chiede un intervento marittimo della Nato, o meglio direttamente della Germania, nel mare d’Azov. In un discorso al parlamento di Kiev il presidente Ucraino ha affermato: “La Germania è uno dei nostri più stretti alleati e speriamo che alcuni stati della Nato si affrettino a dispiegare delle navi nel Mare d’Azov per aiutare l’Ucraina e garantire la sua sicurezza”. Ammetto che da un lato sarei tentato di vedere la flotta germanica prendere posizione nel mare d’Azov, tanto più che la flotta austera della Germania Federale non è questa:

Non la Tirpitz, ma questa la Baden Wurttemberg, Fregata modernissima della flotta federale tedesca, nota per navigare inclinata da un lato per 1,3 gradi senza nessun motivo apparente o progettuale e per gli irrisolti problemi di stabilità, una nave praticamente inutile;

Però bisogna dire che il dispiegare una squadra navale nel Mare d’Azov (il mare meno profondo al mondo, tra l’altro) presenterebbe alcune difficoltà….. geografiche. Dov’è il mare d’Azov ?

Per giungere nelle parti Ucraine del mare d’Azov bisogna attraversare le acque territoriali e la zona economica esclusiva reclamata dalla Russia, una vera e propria provocazione facile a respingere, anche perchè, alla fine, dovrebbero passare sotto questo…

Per chiudere il passaggio, come è già avvenuto, alla Russia basta disporre una portacontainer per traverso e non si passa. Il tutto poi sotto la guardia della flotta russa del Mar Nero che non è la flotta più forte, ma che conta un incrociatore lanciamissili, cacciatorpediniere, fregate moderne, sei sommergibili classe “Kilo” diesel elettrici aggiornati proprio negli ultimi anni. Su siamo seri, ci vedete la flotta tedesca fare una prova del genere, anche accompagnata dalle 4 navi in croce che potrebbero radunare Bulgaria e Romania, nulla come flotta militare.

Per fortuna, almeno per ora, non ci potrà essere un’escalation navale della crisi russo ucraina. Si dovrà tornare al tavolo diplomatico, dove questi problemi devono essere risolti, invce che i campi di battaglia. Cerchiamo di evitare un nuovo 1914, o un nuovo golfo del Tonchino.

 


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