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POPOLARE DI VICENZA. UNA VICENDA COMPLESSA, IN CUI QUASI NESSUNO FA LA SUA PARTE.

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Continuano le complesse vicende della Banca Popolare  di Vicenza e della sorella di sventura Veneto Banca.

Come già avrete letto dalle news mainstream, e come facilmente presumibile, mentre la Banca Centrale Europa si è concentrata nel richiedere il massimo possibile di ricapitalizzazione (6.4 miliardi complessivi, di cui 3,4 a BPVI e 3 a VB) il Commissario alla Competizione si è invece concentrata sul ridurre al minimo l’eventuale intervento pubblico con il fondo creato dal decreto   Salvarisparmio, e nel rendere il più complesso possibile il salvataggio.

Siamo quindi all’assurda situazione per la quale l’Europa cerca in ogni modo di distruggere una banca italiana in nome della “Concorrenza”, cioè di ridurre il numero di player sul mercato, riducendo la concorrenza stessa, ed il governo italiano procede nella sua politica consolidata di “Pesce nel barile”, che non conduce da nessuna parte.

Quindi l situazione complessiva è la seguente :

  • BCE ha dato l’OK all’intervento pubblico, con una richiesta di capitalizzazione enorme;
  • Il commissario alla concorrenza ha chiesto che i privati immettano un altro miliardo in BPVI, riducendo l’intervento pubblico;
  • Il governo non sa che pesci prendere, come il solito, con il ministro Padoan che afferma che il Bail In non ci sarà, che alla banca sarà fornita liquidità, (con soldi pubblici), ma non fornisce nessuna soluzione;
  • Il CdA della Banca, anzi delle banche, che non può fare altro che chiedere nuovi soldi ad Atlante.

Sicuramente in questo momento vi saranno delle forti pressioni sulle banche e sulle fondazioni bancarie affinchè forniscano un altro miliardo a Fondo Atlante. Un miliardo  inutile, che allo stato attuale, verrà bruciato nel mare magnum del caos delle popolari venete. Quindi le possibilità sono le seguenti :

  • Atlante mette un altro miliardo, lo Stato completa la dazione, e la Banca diventa, a tutti gli effetti , un a banca pubblica con una partecipazione privata. Ci auguriamo che le partecipazioni relative siano proporzionali all’apporto di capitali, con il fondo quindi in posizione fortemente minoritaria;
  • Lo  Stato fa lo Stato e mette la Costituzione, con l’articolo 47 (tutela del risparmio) , come elemento prioritario del proprio programma , come dovrebbe essere , ed opera come annunciato, ponendo un punto fisso nei rapporti con l’Unione, cioè che non sono accettabili indicazioni o direttive contrarie alla Costituzione;
  • Atlante si tira indietro e lo Stato deve cercare un altro azionista privato.

Il promo sbocco è quello auspicato dalla banca, ma è tutt’altro che certo, vista la riottosità delle altre banche e l’incertezza dell’investimento. La seconda evoluzione sarebbe la migliore per la Banca ed il popolo italiano tutto, cioè uno stato che affermi l’impossibilità di cedere  su alcuni punti essenziali, come la tutela del risparmio, della salute e del lavoro. Purtroppo i nostri governi sono carenti in spina dorsale, e sono proni e succubi a Bruxelles ed a Berlino, per cui questa  possibile evoluzione, apparentemente ottima, è la più improbabile. Rimane la terza possibilità, cioè trovare un altro privato o “Simulare” un privato con una partecipata. Però , siamo seri, chi vuole investire un miliardo in una banca che NON ha risolto i propri problemi con i vecchi soci truffati, NON ha risolto il problema NPL e non riesce a trovarne soluzioni se non con perdite enormi, e NON ha un piano strategico che ne disegni il futuro. Perchè un altro problema è che queste banche , anche salvate  ora, rischiano di essere dei veri e propri dinosauri in un mondo creditizio in evoluzione galoppante. Fintech, criptovalute, Issutech e nuovi sistemi di pagamento avanzano, e queste banche sono rimaste al ventesimo secolo. Chi vuole investire in un inglorioso rudere ?

 


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