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PONTE, RICATTI E RICOTTE di Nino Galloni

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L’uscita di Renzi sul Ponte sullo Stretto ha sollevato una rissa di commenti a proposito e a sproposito che sarebbe troppo penoso tentare di riassumere qui.
Tuttavia occorrerebbe almeno soffermarsi su due espressioni del Presidente che mal ne celano i messaggi. Egli infatti ha parlato di Napoli Palermo e di Calabria (da liberare dal suo isolamento).
Perché Napoli Palermo e non Torino Trapani? O, meglio, Pechino Tunisi via Mosca Mazara del Vallo come negli studi dell’Enea, di valenti studiosi, dei seguaci di Lyndon LaRouche?
In ballo sarebbe la conferma o la negazione di un canale fondamentale che ridurrebbe l’importanza dei porti nord europei: cioè la ragione per la quale nel 2012 Mario Monti si sottomise ai voleri tedesco olandesi contrari al Ponte sullo Stretto ed al possibile lancio di Gioia Tauro.
Ed ecco perché la Calabria! È chiaro come Renzi stia cercando di alzare la posta nel confronto con la Merkel: se non ci date una mano per flessibilità finanziaria e migranti, noi facciamo il Ponte…
Quindi, potremmo ribattezzarlo Ponte Sacrificale?
E qui entrano in ballo altre due variabili: Referendum e possibile riposizionamento geopolitico dell’Italia.
Le “riforme” da sottoporre a Referendum sono nate sul terreno CE LO CHIEDE L’EUROPA. Un terreno molto modificato di recente proprio perché Renzi, consapevole dei terremoti prossimi venturi del sistema internazionale, cerca di evitare lo spiazzamento. Così il Referendum deve perdere di importanza e, nel caso più probabile ed auspicabile, di sconfitta del si’, cosa diamo all’Europa (del Nord) che si aspettava, almeno, un ulteriore indebolimento del sistema Italia? Il Presidente, insomma, accumula assets buoni, hai visto mai?, per lo scambio.
Ma pensiamo positivo: l’Italia può proporre un proprio riposizionamento geopolitico di Mediterraneo che torna ad essere guida dell’Africa e del Medioriente in una prospettiva di pace e sviluppo dove il Ponte è solo un pezzetto, ma un pezzetto veramente necessario.
Anche questo possibile riposizionamento geopolitico fornisce all’Italia assets nel dialogo difficile ma non impossibile con gli USA (comunque dopo le fatidiche elezioni dell’8/11 pv): vogliamo dialogare con Russia e Cina.
Ecco come liberarsi da opinabili analisi costi benefici, se introduciamo le due variabili più importanti sul tema che le “normali” analisi costi benefici sottovalutano: la partecipazione al progetto di importanti attori internazionali e l’inserimento dell’opera in un quadro di mobilità delle persone e delle cose che va dall’Africa all’Oriente.

Nino Galloni


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