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Pil primo trimestre a +0.3% la “ripresa” senza ripresa.

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Dopo 4 anni di recessione dal 2011,  ci siamo svegliati  oggi con la notizia che l’Italia ha guadagnato  un modesto  +0.3%  del pil relativo al primo trimestre

italy-gdp-growthdi quest’anno e che tra l’altro su base annua la variazione è zero. 
Ovviamente la notizia viene accolta come successo e trionfo, ma la realtà è ben altra. Intanto, da quinta potenza economica mondiale, ridotti ora a gioire per un modesto 0.3% di pil è davvero abbastanza triste.
Ma accanto a questo misero risultato abbiamo un persistere della deflazione, (malgrado il tanto acclamato QE) segno che i consumi non ripartono e che la disoccupazione non scende, anzi.

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L’ultimo dato della produzione manifatturiera italiana, anch’essa segna un calo, mentre in tutta l’area euro, la produzione industriale a marzo segna un negativo dello 0.3%.
Indici che dimostrano che questo incremento di pil sarà molto probabilmente una fiammata transitoria.

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La “ripresa” italiana è molto probabilmente da imputarsi a due fattori: tra gennaio e marzo non ci sono da pagare le stangate fiscali del mese di giugno e soprattutto, altro fattore è stato dovuto all’euro svalutato in quel periodo, che ha spinto l’export italiano extra europeo. Cattura usa ue dollar euyro
Effetto ora svanito, visto che la moneta unica, malgrado il citato QE sta riguadagnando terreno sul dollaro. Ovviamente sul campo del lavoro, l’ultimo dato registrato proprio alla fine del terzo trimestre 2015 segna un aumento della disoccupazione al 13% e questa sarebbe l’ultima a calare se anche ci fossero ulteriori incrementi di pil.
Un’inversione radicale di tendenza necessiterebbe di politiche economiche espansive per l’economia REALE.


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