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Pignoramento del conto corrente: il passo indietro dell’Italia al “pignoramento sprint”

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Pignoramento conto corrente
Pignoramento conto corrente (© Depositphotos)

Il pignoramento del conto corrente rappresenta una delle tattiche più dirette e incisive utilizzate dal fisco per recuperare crediti fiscali in sospeso.

Questa pratica permette alle autorità di bloccare rapidamente i fondi nel conto corrente del debitore, garantendo così un recupero immediato delle somme dovute.

Nonostante l’efficacia, questa misura rappresenta un’opzione davvero drastica e ha portato non poche polemiche a livello politico e sociale.

Di recente, in Italia, si è parlato molto del “pignoramento sprint”, una proposta di legge che avrebbe consentito all’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) di accedere direttamente ai conti correnti degli evasori fiscali – e non solo – per recuperare i debiti.

Questa misura avrebbe previsto un accesso automatico ai conti correnti, senza bisogno di richieste specifiche, per ottenere le informazioni necessarie per la riscossione dei debiti.

La proposta non è stata approvata e la Legge di Bilancio 2024 non contiene alcuna norma che preveda il pignoramento del conto corrente in via automatica.

Tuttavia, nonostante il passo indietro del Governo, il decreto di bilancio si è imposto per migliorare l’efficacia degli strumenti già esistenti tramite soluzioni tecnologiche avanzate.

Vediamo allora quali sono attualmente i limiti del pignoramento del conto corrente e alcuni consigli per risolvere questa delicata condizione al fine di proteggere i propri beni.

Qual è il limite del pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente è una procedura legale che permette ai creditori di recuperare le somme dovute direttamente dai conti bancari dei debitori.

Tuttavia, esistono limiti ben definiti per garantire che non si violino i diritti fondamentali delle persone coinvolte.

Nello specifico troviamo il limite del “minimo vitale”: la legge stabilisce che una quantità minima di denaro debba rimanere sul conto per assicurare la sopravvivenza del debitore e della sua famiglia.

Attualmente questo minimo vitale è pari al triplo dell’assegno sociale, garantendo che i fondi essenziali per le necessità di base siano protetti dal pignoramento.

Ad oggi, 2024, la quota dell’assegno sociale ammonta a €534,41, pertanto il limite di pignorabilità è di €1.603,23.

Come evitare il pignoramento del conto corrente?

Online sono disponibili numerosi sotterfugi che promettono di evitare il pignoramento del conto corrente.

Lasciare il conto in rosso, cointestare un conto o avere un conto corrente estero NON sono delle soluzioni adeguate per risolvere il problema del debito in modo definitivo e soprattutto legale.

L’unica soluzione per uscire da una condizione di sovraindebitamento importante – con conseguente pignoramento presso terzi del conto – è avvalersi delle procedure contenute nel Nuovo Codice per la Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (prima Legge 3/2012, comunemente definita Legge Anti Suicidi).

Grazie a queste procedure legali è possibile appianare i debiti e ripartire puliti e sereni. Ecco le principali procedure previste dalla Legge contro il sovraindebitamento:

  1. la ristrutturazione del debito del consumatore: consiste nel proporre al giudice un piano di rientro sostenibile per chi ha contratto debiti nell’ambito privato in veste di consumatore e non per ragioni legate all’attività d’impresa;
  2. il concordato minore: a differenza della prima ipotesi è a disposizione solo dei soggetti che hanno debiti legati a un esercizio d’impresa (come i professionisti, gli imprenditori minori, gli imprenditori agricoli, le start-up innovative e quindi gli appartenenti alla categoria dei “soggetti non fallibili”). Prevede che si possa appianare tutto il pregresso raggiungendo un accordo con i creditori;
  3. la liquidazione controllata: questa è l’opzione che prevede di mettere in vendita le proprietà del debitore per tentare di soddisfare al meglio gli interessi dei creditori. Tutto il debito che non verrà soddisfatto si renderà inesigibile, quindi di fatto il debitore sarà libero (anche se la somma recuperata non riesce a soddisfare per tutto il debito, neanche in minima parte).

Storia vera: debito di €250.000 con conti pignorati ridotto dell’80%

Comprendere cosa vuol dire essere nella morsa del debito con i conti pignorati non è facile, ecco allora la storia vera di Anselmo, dalla Sicilia, che grazie alla liquidazione del patrimonio stabilita dalla Legge 3/2012 pagherà solo il 20% di un debito che ammontava a €250.000.

Anselmo è un agente di polizia entrato nella spirale del debito in seguito alla separazione con la moglie.

I problemi economici, come spesso accade in queste situazioni, hanno stravolto anche la vita familiare di Anselmo e dei suoi 2 figli. Il padre di famiglia non riusciva a dormire, a fare la spesa, a comprare i libri per la scuola.

Ormai nella spirale del debito, Anselmo si rivolge a finanziarie per provare a recuperare la situazione ma nulla, tutto sembra peggiorare.

Dopo aver subito vari pignoramenti sullo stipendio e con altri 2 prestiti da pagare, la condizione finanziaria era davvero critica.

Poi per Anselmo è arrivata la svolta: affidarsi a Legge3.it.

Grazie a questa azienda, Anselmo ha potuto usufruire della Legge 3/2012 e pagherà nei prossimi 4 anni il 20% del suo debito.

I restanti debiti? Cancellati.

Sei in una situazione di possibile o avvenuto pignoramento? Ecco come può aiutarti Legge3.it

Affrontare un pignoramento del conto corrente è una corsa a ostacoli e rappresenta un impatto significativo nella vita quotidiana di una famiglia.

In tali circostanze, comprendere le opzioni legali disponibili è fondamentale.

Una delle risorse più accreditate in questo campo è l’azienda Legge3.it, una realtà che si dedica a fornire consulenza e assistenza nelle procedure di sovraindebitamento seguendo le procedure previste dalla Legge 3/2012 (attualmente inserite all’interno del Nuovo Codice per la Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza).

La Legge 3/2012, nota anche come “Legge Salva Suicidi”, è stata ideata per aiutare le persone fisiche e i piccoli imprenditori a riprendere il pieno controllo della loro condizione finanziaria attraverso dei piani di risanamento o liquidazione dei beni.

Il servizio offerto da Legge3.it – lo stesso che ha aiutato Anselmo – si propone di guidare i debitori attraverso un percorso giuridico complesso assicurando che ogni caso venga gestito con la massima attenzione e professionalità.

Il supporto di Legge3.it inizia con una valutazione approfondita del caso individuale, seguita dalla preparazione della documentazione necessaria per accedere alle procedure previste dalla legge.

L’obiettivo è fornire ai clienti una strategia su misura che possa effettivamente permettere loro di liberarsi dai debiti in modo sostenibile e legale.

La trasparenza dell’azienda è evidente dalla loro forte garanzia “Soddisfatti o Rimborsati” e dalle numerose tutele verso i debitori: gli specialisti infatti valutano con attenzione la fattibilità della pratica e se si rendono conto che non possiede gli estremi per essere accettata dal tribunale non la presentano.

Questo è molto importante considerando che quando una pratica viene rigettata è possibile ripresentarla ma questo significa aumentare i costi e lasciare tempo ai creditori per portare avanti le proprie azioni di recupero legale.

Ecco dunque una doppia tutela per evitare di aggiungere altri debiti a una situazione già delicata per i soggetti.

L’impegno alla trasparenza aziendale è inoltre dimostrato dal bollino “servizio sicuro e verificato” promosso da Il Salvagente.

Confrontarsi con il pignoramento del conto corrente può essere molto angosciante se non si dispone del supporto di professionisti competenti.

L’approccio di Legge3.it mira a costruire un percorso di recupero finanziario guidato dove i diritti dei debitori sono tutelati assieme alla loro dignità.

Per maggiori informazioni sul pignoramento del conto corrente puoi leggere questo approfondimento.


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