Economia
I trader mascherano il petrolio del venezuela per brasiliano, per aggirare le sanzioni
Oltre un miliardo di dollari di petrolio venezuelano venduto in Cina negli ultimi 10 mesi è stato falsamente etichettato come brasiliano per aggirare le sanzioni USA e ridurre i costi. Poi arriva in Cina e viene catalogato come “Bitume”, ricevendo anche un premio

Negli ultimi 10 mesi, più di un miliardo di dollari di petrolio venezuelano è stato venduto in Cina come brasiliano, ha riferito la Reuters, citando dati di tracciamento dei carichi e fonti industriali che hanno preferito non essere citate. Un travestimento estremamente convenitne per aggirare le sanzioni e ridurre i costi di trasporto, o di contrabbando.
La ridenominazione del greggio ha ridotto i costi di trasporto del greggio venezuelano e ha facilitato l’aggiramento delle sanzioni statunitensi, si legge nel rapporto. In precedenza, i commercianti ricorrevano al trasferimento da nave a nave in mare per mascherare il greggio, ma ora hanno iniziato a manipolare i segnali di localizzazione delle navi per far sembrare che stiano viaggiando da porti brasiliani invece che venezuelani, come hanno dimostrato i dati di TankerTrackers.com, secondo quanto riportato da Reuters.
La pubblicazione ha poi citato i dati doganali cinesi che mostrano come le importazioni di bitume misto dal Brasile siano affluite al ritmo di 67.000 barili al giorno tra il luglio 2024 e il marzo di quest’anno. Tuttavia, la Petrobras brasiliana non esporta bitume in Cina. Da dove viene ?
“Quello che esportiamo in Cina è principalmente petrolio grezzo dal pre-salto, non è bitume”, ha dichiarato la Reuters citando l’amministratore delegato di Petrobras Magda Chambriard durante un recente evento del settore.
Invece il Venezuela famoso per il suo greggio pesante, che vende con il nome di Merey, soprattutto ai cosiddetti raffinatori privati cinesi, che approfittano del fatto che non ci sono quote stabilite dal governo per l’acquisto di bitume. Il petrolio ottiene il cambio del certificato d’origine dal Venezuela al Brasile e può essere spedito come greggio brasiliano in seguito a sanzioni. Con un pezzo di carta diverso un petrolio sanzionato diventa perfettamente legittimo.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno nuovamente stretto il cappio intorno a Caracas: il mese scorso il presidente Trump ha annunciato che qualsiasi Paese che acquisti petrolio o gas dal Venezuela pagherà una tariffa secondaria del 25% sugli scambi con gli Stati Uniti.
Il governo federale statunitense ha inoltre revocato la licenza a Chevron di operare in Venezuela e ha cancellato alcuni carichi pianificati, il che ha inferto un colpo immediato alle esportazioni di petrolio del Venezuela, riducendole del 20% in aprile rispetto a marzo, a circa 700.000 barili al giorno, il tasso di esportazione più basso degli ultimi nove mesi.
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