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Energia

Petrolio: torna sopra i 70 Usd al barile per colpa dell’uragano Francine

Il petrolio brent e WTI rimbalza per la contemporanea chiusura di molti impianti nel GOlfo del Messico, a causa dell’uragano Francine, e la crisi libica

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I  prezzi del petrolio sono saliti di quasi il 3% nel pomeriggio di mercoledì, spinti dal timore di interruzioni dell’approvvigionamento a causa dell’uragano Francine che si sta abbattendo sul Golfo del Messico, dove i principali operatori hanno già interrotto la produzione ed evacuato il personale.

L’impennata dei prezzi arriva nonostante il rapporto sulle scorte dell’Energy Information Administration (EIA), pubblicato all’inizio della giornata, abbia mostrato un aumento delle scorte statunitensi, facendo inizialmente scendere il petrolio prima che i titoli dell’uragano si riappropriassero della giornata di trading.

Il timore è che l’uragano possa portare a un’interruzione della produzione più lunga, in un momento in cui la produzione libica è in gran parte offline a causa di una disputa tra governi rivali.

Alle 14:15 di mercoledì, il Brent era in rialzo del 2,41% a 70,86 dollari al barile. Il benchmark statunitense, il West Texas Intermediate (WTI), ha registrato ulteriori guadagni, con un aumento del 2,60% a 67,46 dollari al barile.

I meteorologi prevedono che la tempesta tropicale Francine si rafforzerà fino a diventare un uragano nel corso della giornata, mentre si dirige a nord-est verso la Costa del Golfo, diventando una minaccia incombente per decine di piattaforme petrolifere e di gas offshore e per le raffinerie dell’entroterra.

I modelli meteorologici più recenti prevedono che Francine si rafforzi fino a diventare un sistema di categoria due nel pomeriggio o nella serata di domani e che faccia scalo sulla costa della Louisiana.

Lunedì Chevron, Exxon Mobil e Shell hanno annunciato l’evacuazione dei lavoratori delle piattaforme offshore che si trovano sulla rotta della tempesta e la sospensione delle attività di perforazione.

Secondo un rapporto della Reuters di martedì, che citava fonti non citate, la Exxon stava pianificando di ridurre la produzione dell’impianto da 522.500 bpd ad appena il 20% della capacità prima dell’arrivo di Francine.

L’ultimo aggiornamento delle 14:11 del Bureau of Safety and Environmental Enforcement (BSEE) degli Stati Uniti, basato sui dati forniti dagli operatori offshore alle 11:30, è che il 46% delle 371 piattaforme con equipaggio del GOM è stato evacuato, mentre il 60% del personale è stato evacuato da cinque piattaforme operanti nel Golfo. Altre quattro piattaforme si sono spostate per una manovra preventiva.

Quasi il 40% della produzione di petrolio del GOM è stato interrotto e quasi il 50% della produzione di gas naturale è stato interrotto.


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