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Petrolio: prezzi in calo, Africa nuovo paradiso per l’estrazione ed Arabia che valuta di uscire dall’OPEC

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Il prezzo del petrolio sta cessando di fare notizia, anche perchè  è in calo ormai da 20 giorni consecutivi. Il WTI è sceso sotto i 62 dollari:

Una bella riduzione che viene a ridurre le aspettative inflazionistiche anche perchè la costruzione delle scrote non lascia attendere un’inversione di tendenza tranne, ovviamente , crisi di carattere internazionale particolarmente gravi. Un prezzo del petrolio più contenuto potrebbe significare una maggiore spinta verso la crescita che sinora risultava depressa dal prezzo elevato.

Speriamo che L’Iran non faccia degli scherzi, nel frattempo l’Africa si sta affermando come grande produttore e non solo al servizio delle compagnie estere, ma anche grazie a compagnie locali che si stanno sviluppando e che sono riuscite a resistere al momento di calo dei prezzi riuscendo quindi di prepararsi a fare forti utili nei momenti di vacche grasse.

 

Un report di una think tank filogovernativo Saudita ha invece parlato della possibilità di che il Regno esca dall’OPEC. La base del ragionamento è semplice:

  • l’Arabia è estremamente competitiva, sui prezzi, con gli altri produttori di grandi dimensioni di petrolio;
  • l’Arabia, in solitudine, spesso si prende la funzione di stabilizzare il prezzo.

Ora la stabilizzazione viene fatta nonostante, o contro l’OPEC , per cui la posizione del Regno nell’organizzazione è molto particolare. Questo remport è molto gradito a Washington, e sembra che la sua pubblicizzazione non sia completamente casuale nel momento in cui la morte di Kashoggi nel consolato saudita in Turchia sembrava mettere in difficoltà le relazioni fra i due paesi.

 

 

 


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