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PETROLIO: POTREMMO VEDERE ANCORA PREZZI NEGATIVI, parola di CFTC. La domanda potrebbe non reggere…

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Il prezzo del petrolio WTI si è ripreso, tornando spot sopra i 25 dollari al barile. Le motivazioni sono semplici: ci si aspetta che ormai, lentamente, la domanda riprenda a fronte di un’offerta che è calata per la chiusura di molti pozzi e perchè diversi paesi hanno tagliato la produzione.

Il trend della domanda è verso la salita, con aspettative di aumento, come mostra questro grafico di un report sull’energia di Orford Energy.

Come vediamo a partire dal luglio dovrebbe una forte ripresa anche se il livello ante COVID-19 solo a fine 2021. La ripresa ci sarà, ma sarà piuttosto lenta,anche se continua a partire dal terzo trimestre.

Però la CFTC, la Commodities and Futures Trade Commission, l’autorità che tiene sotto controllo il mercato delle merci e dei derivati sulle merci, afferma che bisogna stare molto attenti e che i prezzi negativi possono ripresentarsi molto presto.

“Stiamo pubblicando questo avviso sulla scia della volatilità insolitamente alta e dei prezzi negativi riscontrati nel contratto del Texas occidentale del maggio 2020 (WTI) , Light Sweet Crude Oil Futures del 20 aprile“. Per questo motivo le camere ci compensazione “dovrebbero prepararsi al potenziale che alcuni contratti possano sperimentare una volatilità dei prezzi significativa e che una valutazione dei prezzi negativa sia una possibilità“, ha affermato il CTFC aggiungendo che “stiamo pubblicando queste informazioni sulla scia della volatilità insolitamente alta e dei prezzi negativi sperimentati Maggio 2020 contratto WTI consegnato fisicamente e relativi contratti di riferimento. “
Questa eventualità potrebbe anche verificarsi molto presto visto che la scadenza dei contratti di Giugno è martedì prossimo.
Ci sono due grosse incognite che pesano sulla domanda e quindi sui prezzi realizzabili con i contratti future:
a)  la possibilità di nuove ondate della COVID-19,  dopo gli eventi in Cina e Corea, che potrebbero mettere a rischio la domanda;
b) il fatto che comunque il COVID-19 potrebbe favorire un’accelerazione verso fonti energetiche rinnovabili e non dipendenti dai combustibili fossili.
Questo viene a portare un’incertezza sui prezzi energetici che potrebbe pesare periodicamente sui future.

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