Energia

Petrolio, l’OPEC aumenta la produzione: cosa succede ora ai prezzi di Brent e WTI?

Un’analisi di Bloomberg rivela un aumento della produzione OPEC ad agosto di 400.000 barili, con l’Arabia Saudita in prima linea. Mentre i prezzi del greggio reagiscono con un calo, cresce l’attesa per la riunione OPEC+ di domenica: possibili nuovi aumenti all’orizzonte?

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Secondo un sondaggio Bloomberg pubblicato mercoledì, la produzione di petrolio greggio dell’OPEC è aumentata di circa 400.000 barili al giorno (bpd) ad agosto, raggiungendo i 28,55 milioni di bpd. L’Arabia Saudita ha contribuito da sola per poco più della metà all’aumento deliberato per settembre, ripristinando i barili precedentemente ridotti in seguito ai tagli volontari. Anche gli Emirati Arabi Uniti e la Nigeria hanno contribuito, mentre la Libia ha registrato modesti aumenti grazie al miglioramento delle condizioni di sicurezza nei principali terminali.

L’aumento della produzione arriva mentre i ministri dell’OPEC+ si preparano a riunirsi questa domenica, con crescenti speculazioni sul fatto che l’alleanza potrebbe autorizzare un ulteriore aumento oltre alla già prevista revoca delle riduzioni volontarie. Queste voci hanno esercitato pressione sui prezzi all’inizio di questa settimana, con il Brent in calo mentre gli operatori assimilavano le notizie di un potenziale aumento dell’offerta.

Mercoledì alle 11:01 ET, il greggio Brent di riferimento era scambiato in ribasso del 2,17% a 67,64 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI), benchmark statunitense, era scambiato in ribasso del 2,42% a 64,00 dollari al barile dopo la pubblicazione del sondaggio Bloomberg.

Questi movimenti evidenziano la sensibilità del mercato anche a modesti cambiamenti nella produzione dell’OPEC, in particolare perché le scorte negli Stati Uniti e in Europa rimangono al di sopra delle medie stagionali.

Anche le dinamiche interne all’OPEC+ sono al centro dell’attenzione. Il Kazakistan ha aumentato la sua produzione di agosto di oltre il 2% rispetto a luglio, superando la sua quota, mentre l’Iraq ha continuato ad aumentare le esportazioni nonostante le continue controversie con il governo regionale del Kurdistan, dimostrando la difficoltà di mantenere la conformità, poiché i prezzi incentivano i membri a immettere ulteriori barili sul mercato.

Con circa 1,65 milioni di barili al giorno di restrizioni volontarie ancora in vigore, secondo gli accordi dell’OPEC+, il blocco mantiene una solida riserva di offerta trattenuta. L’Arabia Saudita e la Russia rappresentano la maggior parte di queste riduzioni promesse, mentre porzioni minori sono distribuite tra Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Kazakistan. La prossima sessione di domenica riesaminerà la rapidità con cui tali barili potrebbero essere reintrodotti e se il ritmo dovrebbe differire tra i membri che hanno già prodotto al di sopra dell’obiettivo.

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