Energia

Petrolio: il paradosso americano. Produzione record, ma prezzi in calo?

Petrolio, la beffa USA: produzione record ma prezzi in picchiata. L’abbondanza di greggio americano e i limiti dell’OPEC+ potrebbero creare un surplus globale, avverte l’EIA.

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Gli Stati Uniti sono sulla buona strada per battere un altro record di produzione petrolifera quest’anno, ma l’Energy Information Administration (EIA) afferma che l’eccesso di offerta che ne deriverà potrebbe far scendere i prezzi nei prossimi mesi. Il motto Drill drill drill di trump rischia di avere un effetto solo a breve termine.

Nelle sue previsioni di ottobre, l’EIA ha aumentato le sue stime sulla produzione di greggio degli Stati Uniti a 13,53 milioni di barili al giorno (bpd) per il 2025, rispetto alla precedente previsione di 13,44 milioni di bpd. Si tratta di un dato ben al di sopra del record dello scorso anno di 13,23 milioni di bpd e riflette una produzione superiore alle attese nel mese di luglio, insieme a un aumento più rapido della produzione dei nuovi progetti offshore nel Golfo del Messico, o d’America. Si prevede che la sola regione del Golfo raggiungerà quest’anno una media di 1,89 milioni di bpd, con un aumento di 50.000 barili rispetto alle previsioni precedenti, poiché diversi progetti sono stati avviati prima del previsto.

L’EIA ha affermato che, sebbene la produzione record garantirà un buon approvvigionamento dei mercati globali, rischia anche di far pendere l’ago della bilancia verso un surplus. “Prevediamo che le scorte globali di petrolio aumenteranno fino al 2026, esercitando una significativa pressione al ribasso sui prezzi del petrolio nei prossimi mesi”, ha avvertito l’agenzia nel suo rapporto. Si prevede che il greggio West Texas Intermediate raggiungerà una media di circa 65 dollari al barile quest’anno, circa il 15% in meno rispetto ai livelli del 2024, mentre il Brent dovrebbe raggiungere una media di 68,64 dollari.

La produzione di greggio degli Stati Uniti ha raggiunto i 13,2 milioni di barili al giorno nel 2024, trainata dalla crescita nel Bacino Permiano e nel Golfo del Messico. Tuttavia, l’EIA ha osservato che la crescita ha subito un rallentamento rispetto agli aumenti annuali di un milione di barili registrati durante gli anni di picco dello shale, suggerendo che i produttori statunitensi stanno raggiungendo il limite massimo dei loro aumenti di capacità. Evidentemente i capitali non sono più sufficienti per sostenere i tassi di crescita degli anni precedenti.

E l’OPEC+? Un Gigante con Capacità Limitate

Sul fronte dell’OPEC+, l’agenzia statunitense getta un’altra ombra, ipotizzando che solo una parte degli aumenti di produzione annunciati si concretizzerà. Il motivo? Una limitata capacità di riserva (spare capacity) da parte di molti paesi membri. Non basta aprire i rubinetti se i serbatoi non sono pieni e pronti a rispondere.

Nonostante questo freno parziale, l’offerta globale è destinata a superare la domanda. Le stime indicano un aumento delle scorte di circa 2,1 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre del 2025. Una quantità più che sufficiente per mantenere il mercato in una condizione di comoda abbondanza e, di conseguenza, i prezzi sotto pressione.

In conclusione, se questi barili inonderanno il mercato troppo in fretta, il prossimo grande tema per il mondo del petrolio potrebbe non essere la scarsità, come temuto da molti, ma un’eccedenza che rischia di sgonfiare i prezzi e mettere in difficoltà i bilanci di nazioni e compagnie petrolifere.

 

Posso Shale oil USA

Domande & Risposte

1) Perché una produzione record negli USA porta a un calo dei prezzi del petrolio?

L’aumento record della produzione statunitense, unito a quella di altri paesi non-OPEC+, sta creando un’offerta globale superiore alla domanda. Secondo la legge fondamentale dell’economia, quando l’offerta di un bene supera la sua richiesta, il suo prezzo tende a diminuire. L’EIA prevede che le scorte mondiali di petrolio continueranno a crescere fino al 2026, accumulando un surplus che esercita una forte pressione al ribasso sui prezzi del WTI e del Brent, rendendo meno probabili scenari di scarsità energetica nel breve-medio termine.

2) La crescita della produzione di petrolio americana è destinata a durare?

Sebbene la produzione attuale sia da record, ci sono segnali di rallentamento. La crescita non è più esplosiva come negli anni di picco dello shale oil. Questo indica che i giacimenti più produttivi ed economici sono già in fase di sfruttamento e che i costi per mantenere ed aumentare la produzione stanno crescendo. L’EIA suggerisce che i produttori statunitensi si stiano avvicinando a un plateau, un livello massimo di capacità estrattiva che sarà difficile superare ai ritmi visti in passato senza investimenti e tecnologie molto più costose.

3) Che ruolo gioca l’OPEC+ in questo scenario?

L’OPEC+ (l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio più altri alleati come la Russia) sta cercando di gestire il mercato con tagli alla produzione per sostenere i prezzi. Tuttavia, l’analisi dell’EIA suggerisce che la loro capacità di aumentare rapidamente la produzione in futuro (la cosiddetta “spare capacity”) sia limitata. Anche se l’OPEC+ non dovesse aumentare la produzione come promesso, l’enorme output degli USA e di altri paesi non appartenenti al cartello sarà comunque sufficiente a creare un surplus di mercato, limitando l’efficacia delle strategie del cartello.

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