Energia
Petrolio: I dati USA che cambiano le carte in tavola (e spiazzano l’OPEC+)
I dati reali sulla produzione di petrolio USA sono stati rivisti al rialzo, mostrando un mercato molto più forte del previsto e lanciando una sfida inaspettata alle strategie dell’OPEC+.
L’Agenzia statunitense per l’informazione sull’energia (EIA) ha appena pubblicato dati statistici sorprendenti: i dati mensili di luglio mostrano che la produzione totale di idrocarburi liquidi (petrolio e GNL) degli Stati Uniti ha raggiunto il record di 21,218 milioni di barili al giorno, quasi 500.000 barili al giorno in più rispetto alle stime settimanali dell’agenzia. La produzione di greggio si è attestata a 13,642 milioni di barili al giorno, mentre quella di gas naturale liquido a 7,577 milioni di barili al giorno, entrambi superiori alle previsioni degli operatori.
La revisione al rialzo non ha riguardato solo l’offerta. L’EIA ha fissato la fornitura totale di prodotti, suo indicatore della domanda, a 20,984 milioni di barili al giorno, circa 344.000 barili al giorno in più rispetto a quanto suggerito dai dati settimanali. Il consumo di benzina, diesel e carburante per aerei è aumentato, sottolineando che la domanda statunitense non ha subito un calo così forte come ipotizzato da alcune previsioni ribassiste.
Per contestualizzare, la serie settimanale dell’EIA per luglio aveva indicato una produzione totale di liquidi più vicina ai 20,7 milioni di barili al giorno e una domanda di circa 20,64 milioni di barili al giorno. Queste stime preliminari appaiono ora sottostimate rispetto ai dati più completi dell’indagine mensile.
Le revisioni sono importanti perché il mercato si basa fortemente sui dati settimanali per i segnali di trading a breve termine, anche se questi si basano su modelli e stime piuttosto che su indagini concrete. Quando i dati mensili mostreranno in seguito una realtà più calda, ciò potrà costringere a ripensare gli equilibri tra domanda e offerta.
I nuovi dati non faranno che alimentare il dibattito su quanto margine di manovra abbia ancora l’industria petrolifera statunitense. Si pensava che la produzione di scisto fosse in fase di stabilizzazione, ma gli ultimi dati indicano che potrebbe esserci una resilienza molto maggiore del previsto. Dal lato della domanda, i dati più solidi sul consumo aiutano a spiegare perché le scorte non siano aumentate così rapidamente come suggerivano alcune previsioni.
Questo viene a indicare che i miglioramenti d’efficienza sono superiori a quanto superficialmente valutato sino ad ora. I prezzi attuali sono evidentemente profittevoli e le società non si tirano quindi indietro dalla produzione. Se OPEC+ pensa di mettere fuori mercato gli USA, probabilmente dovrà rifare i propri conti.
Con la revisione al rialzo da parte dell’EIA di entrambi i lati del bilancio, produzione e domanda, il mercato petrolifero statunitense appare più teso di quanto suggerissero i dati settimanali. Gli operatori ricalibreranno ora i loro modelli di conseguenza. Per l’OPEC il messaggio è chiaro: gli Stati Uniti non hanno finito di sorprendere il mercato.
Domande e Risposte per il lettore
1) Cosa significa concretamente che il mercato petrolifero è “più teso”? Significa che la differenza tra la quantità di petrolio prodotta (offerta) e quella consumata (domanda) è più sottile di quanto si pensasse. Anche se la produzione è alta, una domanda altrettanto forte assorbe quasi tutta l’offerta disponibile. Questa situazione lascia meno margine per eventuali shock (come problemi geopolitici o guasti a impianti) e tende a sostenere i prezzi, perché c’è meno “cuscinetto” di scorte invendute a cui attingere in caso di necessità.
2) Perché i dati settimanali dell’EIA erano così diversi da quelli mensili, più accurati? I dati settimanali dell’EIA sono stime rapide, basate su modelli statistici e su un campione più limitato di aziende. Servono a dare al mercato un’indicazione tempestiva della tendenza. I dati mensili, invece, sono il risultato di un’indagine più completa e dettagliata che coinvolge un numero molto più ampio di operatori. Richiedono più tempo per essere raccolti ed elaborati, ma offrono un quadro molto più preciso e affidabile della situazione reale della produzione e del consumo.
3) Quale potrebbe essere la prossima mossa dell’OPEC+ di fronte a questi dati? L’OPEC+ si trova di fronte a un dilemma. Potrebbe essere tentata di estendere o approfondire i suoi tagli alla produzione per cercare di spingere i prezzi ancora più in alto, sperando di compensare con maggiori ricavi la quota di mercato persa. Tuttavia, sa che prezzi troppo alti incentiverebbero ulteriormente i produttori americani ad aumentare la loro attività. In alternativa, potrebbe decidere di mantenere la strategia attuale, accettando che il controllo sul mercato globale sia meno saldo di un tempo a causa della persistente e crescente produzione statunitense.
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