Economia
Petrolio: Goldman Sachs vede prezzo minimo a 75 dollari il barile
Nonostante i segnali di recessione gli analisti di Goldman Sachs non prevedono un crollo del prezzo del petrolio al di sotto del valore base di 75 dollari
Goldman Sachs prevede un minimo di 75 dollari al barile per i prezzi del greggio Brent, che difficilmente verrà superato nonostante i sentori di recessione negli USA:
I prezzi del petrolio sono crollati del 6% negli ultimi giorni, trascinati al ribasso dai dati sull’occupazione più deboli del previsto negli Stati Uniti di venerdì, che hanno scatenato un massiccio selloff nei mercati azionari a livello globale e negli asset di rischio, compreso il greggio.
Nelle prime ore di martedì, i prezzi del greggio Brent erano in calo dello 0,43% sulla giornata, a 75,96 dollari alle 8.37 del mattino, dopo i due cali giornalieri consecutivi di venerdì e lunedì.
I timori di recessione hanno innescato un’uscita e si sono aggiunti alla percepita debolezza della domanda cinese di petrolio per pesare sui futures del petrolio.
Tuttavia, Goldman Sachs afferma che il rischio di recessione è ancora limitato, la domanda in Occidente e in India rimane forte e il posizionamento speculativo dei trader è molto basso. Tutti questi fattori sostengono l’opinione della banca d’investimento secondo cui il petrolio troverà un supporto nelle prossime settimane.
“Sebbene l’aumento del rischio di recessione in seguito al debole rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di luglio e l’impatto delle condizioni finanziarie volatili sulla domanda di petrolio facciano ulteriormente oscillare al ribasso i rischi del nostro intervallo di 75-90 dollari per i prezzi del Brent, soprattutto nel 2025, il nostro scenario di base rimane che i prezzi del petrolio troveranno un supporto nelle prossime settimane”, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs in una nota di lunedì.
All’inizio di quest’anno, Goldman aveva proposto un intervallo di 75-90 dollari per le sue previsioni sul Brent.
“Il Brent ha toccato il minimo di 75 dollari prima di rimbalzare con l’attenzione agli sviluppi geopolitici e alla risposta dell’OPEC+ all’ultimo calo”, hanno scritto gli analisti di Saxo Bank in una nota di martedì.
Secondo gli strateghi delle materie prime di ING, Warren Patterson e Ewa Manthey, “gli investitori sono usciti dalle materie prime nelle ultime settimane, come evidenziato dai dati di posizionamento, e questo è continuato negli ultimi giorni”.
“I dati ICE mostrano che l’open interest aggregato nell’ICE Brent è sceso di oltre l’8% da metà giugno. Questo inasprimento dell’appetito speculativo arriva nonostante i fondamentali del petrolio siano ancora di supporto”, hanno scritto in una nota di martedì.
Queste previsioni però possono sempre essere falsificate da nuove tornate di dati negaativi o positivi. Del resto ci può sempre essere una banca centrale che sbaglia le politiche e manda tutto a rotoli.
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