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Petrolio: domanda mondiale meno1,4 milioni di barili al giorno. Sarà vero?
La domanda globale di petrolio scenderà di 1,4 milioni di barili al giorno, secondo l’ultima previsione di Rystad Energy di venerdì citata dal National.
La perdita di 1,4 milioni di barili al giorno farebbe scendere la domanda di petrolio a 99,6 milioni di barili al giorno in media, al di sotto dei livelli del 2019 di 100,2 milioni di barili al giorno. E un rimbalzo di questa domanda non dovrebbe avere luogo preso, al massimo il prossimo anno, ha detto Rystead.
Il calo della domanda di petrolio deriverà probabilmente, secondo l’analista, dall’invasione russa dell’Ucraina, dall’aumento dell’inflazione, dai blocchi ispirati dal covid della Cina e dalle interruzioni della catena di approvvigionamento. E ancora più pressione sulla domanda di petrolio potrebbe essere applicata attraverso futuri blocchi o questioni geopolitiche.
“La contrazione della domanda è il risultato diretto dell’impatto della minore attività economica a livello globale”, ha affermato la società di consulenza, aggiungendo che una tale diminuzione della domanda potrebbe allentare i mercati del petrolio ristretti di oggi, calmando i prezzi del petrolio.
Rystad non è l’unico a ridurre le previsioni sulla domanda di petrolio. L’OPEC ha tagliato le sue previsioni di crescita della domanda di petrolio per il 2022 di 480.000 barili al giorno sulla scia della minore crescita economica globale prevista data la guerra in Ucraina e i blocchi covid della Cina.
L’AIE ha anche tagliato le sue previsioni sulla domanda di petrolio di 260.000 barili al giorno per riflettere il ritorno dei gravi blocchi covid in Cina.
Nel frattempo, la Banca Mondiale e il FMI hanno entrambi ridotto le loro aspettative di crescita globale globale per quest’anno.
I fattori esogeni nella caduta della domanda di petrolio non sono però quelli importanti: tanto per capirci, il lockdown in Cina e il calo dei consumi in Russia e Ucraina sono fattori temporanei. Quello che è importante è la distruzione della domanda legata all’aumento dei prezzi, che non colpisce aree specifiche, ma tutto il mondo. La domanda di carburante è tendenzialmente rigida, ma NON insensibile al prezzo, come sta ampiamente dimostrando questo caso. A prezzi assurdi la gente consuma di meno.
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