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Economia

Perfino la potente industria bavarese inizia ad essere stanca di Bruxelles, ma son solo mugugni

L’associazione delle imprese bavaresi Vbw si riunisce a Bruxelles per protestare contro l’eccesso di burocrazia e le follie climatiche, ma non servirà a nulla. Ogni 2000 ordinanze federali USA la UE ne fa 13 mila. Come può sopravvivere?

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 Anche la Baviera, il cuore  ricco dell’economia europea, lo scontento inizia a salire. L’economia europea è nel fuoco incrociato. Da un lato la Cina produce enormi quantità di prodotti che inondano il mercato europeo e mettono sotto pressione interi settori , quindi i timori per la rielezione di Donald Trump, che pesna a nuove tariffe sui prodotti europei.

Gli esperti dell’Eurozona temono che una possibile guerra commerciale sia imminente e questo sarebbe un disastro, perché gli USA , in questo momento, sono l’ultima ancora per la UE, che è riuscita a isolarsi dal resto del mondo, Russia e Cina in primis .

La Vbw – Associazione delle imprese bavaresi, potentissima sul territorio – ha deciso di portare questo scontento a Bruxelles

“Il futuro della Baviera è in Europa”, ma l’Europa ha un futuro?

Alla “Serata dell’economia bavarese”, tenutasi il 15 ottobre a Bruxelles, la vbw si è occupata tra l’altro di attirare l’attenzione della politica europea sulla Baviera all’inizio della nuova legislatura dell’UE . Wolfgang Hatz, presidente della vbw, ha posto il ripristino della competitività dell’Unione europea come una delle questioni centrali. “Se l’ UE non torna ad essere competitiva , non sarà possibile garantire il mantenimento dei valori europei fondamentali come la democrazia, la libertà e la giustizia”, ha avvertito Hatz. La vera domanda avrebve però dovuto essere : “Può la UE tornare a essere competitiva, soffocata da burocrazia e obiettivi assurdi?”, e la risposta sarebbe stata: No

Lo stesso vale per gli ambiziosi obiettivi climatici. La Baviera potrebbe dare un “contributo significativo” a questo con la sua performance economica (il PIL era di circa 786,5 miliardi di euro nel 2023). Di fronte alla minaccia della deindustrializzazione, il cosiddetto “Stato Libero” – così come altri paesi europei – ha urgente bisogno di aiuto. Al vertice, al quale hanno partecipato anche l’amministratore delegato della vbw Bertram Brossardt, il ministro aggiunto per gli affari europei e internazionali Eric Beißwenger e il capo del PPE Manfred Weber, la vbw ha chiaramente sostenuto l’Europa.

La Baviera e l’UE hanno bisogno l’una dell’altra, ha sostenuto Hatz, sottolineando che più della metà di tutte le esportazioni bavaresi vanno verso altri Stati dell’UE. “Il futuro della Baviera è in Europa”, ha detto Hatz. Peccato che ormai la questione climatica sia diventata una situazione teologico-politica, e non può essere guarito all’interno della UE. La richiesta bavarese è ovvia, ma è tardiva. dovevano fermare la giostra nel 2020.

Che farà la VbW in caso di vittoria di Trum,p? seguirà la stampa e dichiarerà guerra agli USA?

Avvertimento contro l’eccessiva burocrazia: l’economia europea ha bisogno di “più libertà”

Nell’individuare il problema il ministro di Stato Eric Beißwenger ha fatto riferimento alla burocrazia eccessiva in Europa . “Sfortunatamente, la maggior parte degli oneri burocratici derivano dal diritto dell’UE”, ha spiegato, confrontando gli atti giuridici che sono stati cancellati all’interno dell’UE con quelli appena creati.

Nel 2022 sono stati cancellati circa 680 atti giuridici, ma ne sono stati aggiunti 2.420 di nuovi. Un confronto con gli Stati Uniti mostra questo sviluppo ancora più chiaramente: per ogni 2.000 risoluzioni approvate dal Congresso americano, ci sono stati 13.000 atti giuridici dell’UE. La coalizione del semaforo sta già cercando di contrastare questo fenomeno con una legge volta a ridurre la burocrazia .

“La nostra economia ha bisogno di più libertà”, ha spiegato Beißwenger. Solo con aziende di successo è possibile “garantire competitività a lungo termine, creazione di valore e prosperità in Europa”. Nella Repubblica Federale la sburocratizzazione è da tempo una priorità assoluta : il governo federale è alla ricerca di modi e mezzi per ridurre gli ostacoli burocratici.

Potenziale non sfruttato nel mercato interno: nuove opportunità per l’economia europea

Manfred Weber, leader del gruppo europeo PPE, è intervenuto a Bruxelles sul mercato intraeuropeo . “Il mercato interno non è ancora completo”, ha spiegato Weber, sottolineando che c’è ancora molto potenziale, soprattutto nel settore dei servizi e dei servizi finanziari. Troppo denaro circola ancora dall’Europa all’America invece che dall’Europa all’Europa.

Ha inoltre sostenuto che l’Europa dovrebbe posizionarsi più chiaramente nei confronti dei potenziali partner commerciali. Ha citato come esempio il Sud America. “Se non raggiungiamo il Sudamerica, il Sudamerica si rivolgerà alla Cina”, ha avvertito Weber.

Però un mercato unico senza risorse per i consumatori è una creazione zoppa, e nell’Europa dell’Austerità i consumatori sono ogni giorno più poveri.

Dieci punti per l’economia europea

In vista delle sfide che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni, la vbw ha elaborato un documento in dieci punti che è ora a disposizione della Commissione europea. Questi includono, ad esempio, un’industria della sicurezza e della difesa più forte, una più profonda integrazione dell’Europa nell’economia globale, minori costi energetici, sburocratizzazione e una gestione più efficiente dell’immigrazione per asilo.

“L’Europa deve essere forte, sicura e indipendente”, ha spiegato Hatz. “Abbiamo bisogno di un accesso affidabile alle materie prime e all’energia a prezzi accessibili. Ciò richiede più che mai il libero scambio, mercati aperti, regole giuste e una divisione internazionale del lavoro”.

Si tratta di domanda in parte ragionavoli, anche se bisogna vedere se i cittadini capiscono che si vuole spendere per più cannoni, tagliando il burro. Peccato che, con la commissione attuale, queste richieste siano solo un sogno. Le politiche climatiche e di iper regolamentazione sono un fattore che fa esplodere, non riduce, i costi energetici.

Se nessuno è contento, che democrazia è quella di Bruxelles?

Diventa ogni giorno più difficile trovare un’associazione o un gruppo di cittadini che appoggi le politiche europee,  al di là di qualche nucleo di fanatici o di persone che spera di guadagnarci. Nonostante questo le linee guida della COmmissione e il desiderio di Iper regolamentazione sono sempre presenti, anzi perfino in crescita.

In tutto questo ov’è la democrazia? Dovremo veramente attendere lo “Shock Trump” per assistere a qualche cambiamento? Oppure dovrà crollare tutta la costruzione?

 


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