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PERCHE’ UN PIANO B PER L’ITALIA? (di A.M. Rinaldi)

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PERCHE’ UN PIANO B PER L’ITALIA? (di A.M. Rinaldi)

Quando cinque anni orsono Paolo Savona lanciò il sasso nello stagno rivolgendo pubblicamente l’invito a una classe politica consapevole di predisporre un serio e credibile Piano B per una uscita ordinata dell’Italia dalla moneta unica, si attirò non poche critiche.

D’allora molta acqua è passata sotto i ponti e soprattutto si sono alternati a Palazzo Chigi dei Governi nati senza rispettare le elementari regole previste dal suffragio universale in nome di una Europa che con sempre più affanno non riesce a gestire una crisi economica, sociale e d’identità senza precedenti.

La sostenibilità dell’euro è stata affidata dalle istituzioni europee a meccanismi automatici per mezzo della sottoscrizione da parte degli Stati membri di Trattati, regolamenti e direttive, estraniando in questo modo i governi nazionali da qualsiasi potere decisionale ed escludendo pertanto di fatto i cittadini dal processo democratico. L’euro si è trasformato in un vero e proprio metodo di governo sovranazionale capace di governare de facto paesi, bypassando le preposte istituzioni nazionali nonostante siano legittimati  dalle universali regole poste a fondamento della democrazia.

Alcuni paesi, ad iniziare dall’Italia, risultano incapaci nel formulare “Piani A” per la permanenza nell’aggregazione monetaria con iniziative che tengano conto delle effettive proprie esigenze perché troppo deboli e accondiscendenti verso Bruxelles e Berlino, traendone in cambio illusorie legittimazioni internazionali in surruga a quelle totalmente mancanti in patria.

Ma fino a che punto si può essere disponibili a cedere completamente le sorti economiche del Paese, e pertanto l’identità nazionale, consegnando completamente le redini a istituzioni esterne che fino ad ora hanno dimostrato solamente di non saper gestire nessuna delle situazioni e crisi a cui sono stati chiamati?

Il monito di Savona pertanto è quanto mai attuale: prepariamoci a un realistico e credibile Piano B per il ritorno alla propria sovranità monetaria (che nella pratica non significa solamente abbandonare l’euro per tornare alla nuova lira, ma la possibilità di riappropriarci della nostra politica economica non più soggetta ai vincoli dei Trattati), nel caso in cui la nostra partecipazione alla moneta unica risulti insostenibile. Possibilità che potrebbe verificarsi verosimilmente più per eventi esterni che interni al nostro Paese e che senza un Piano B, preventivamente pianificato nei dettagli, difficilmente potrebbe essere gestito in modo ottimale e senza sottoporre i cittadini e le imprese italiane ad ulteriori disagi.

Ma la predisposizione di un effettivo Piano B servirebbe anche come “arma” contrattuale deterrente nei confronti delle istituzioni europee e dei governi di paesi membri abituati da troppo tempo ad incassare dal nostro Paese solamente dei si incondizionati.

Insomma come per la sicurezza nazionale si predispongono piani strategici militari per contrastare e garantire l’inviolabilità del territorio, è altresì necessario predisporre un piano per una uscita ordinata e non scomposta del nostro Paese dall’euro.

Proprio per questo il Team di Scenari Economici ha elaborato una ipotesi di “Un Piano B per l’Italia”, organizzando per il 3 ottobre prossimo a Roma un Convegno sul tema con la partecipazione di esponenti politici di tutte le forze politiche italiane.

Per l’intera classe politica italiana avere a disposizione un Piano B credibile rappresenterebbe pertanto già un grandissimo successo!

Antonio M. Rinaldi


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