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Perché la stampa stigmatizza i falsi successi dell’austerity iberica senza dire che sono stati fatti con deficit enormi, ossia quanto non è invece permesso all’Italia

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Ho letto con interesse alcune analisi – dovrei dire semplici constatazioni – su come la Spagna ed il Portogallo sono riusciti ad avere un minimo di crescita grazie alla leva del deficit statale ben oltre al 3% su PIL. Per chiunque abbia un minimo di buon senso è chiaro come tutto questo tam tam mediatico atto a stigmatizzare i presunti successi iberici dell’austerità Made in Europe sia una grandissima balla oltre che un’enorme presa per i fondelli (chiamiamola propaganda, è più corretto): con un deficit su PIL superiore al 5 o al 7% anche l’Italia avrebbe avuto ‘ottimi risultati’!
Vorrei di seguito analizzare perché il mondo iberico sia così soggiogato ed apparentemente convinto dalle politiche repressive centro europee e perché la stessa cosa non capiti (ancora) in Italia. Successivamente vorrei rapidamente approfondire l’incomprensibilità dell’atteggiamento austero riservato all’Italia dall’Europa impedendo lo sforamento del 3% del rapporto deficit/PIL mentre anche la stessa Francia (in compagnia di Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia, Polonia, Slovenia – quest’ultima addirittura al 14% di deficit -, [Serbia], Cipro) può farlo.

 

Dunque, il mondo iberico socialmente è molto polarizzato, possiamo anzi dire che se esiste una regione in Europa dove qualcosa di simile al latifondo è ancora presente questa e’ proprio la terra di Torquemada: qui, dove prospera il più ampia popolazione con titoli nobiliari d’Europa, le elites al potere tradizionalmente posseggono estesi terreni da coltivazione che danno in uso ai braccianti (visto che la terra costa relativamente poco, gli spagnoli sono forse da considerare più ricchi di titoli nobiliari che di soldi). Naturalmente tali elites sono le stesse che comandano e dirigono le principali aziende nazionali, oltre ad essere la vera classe dirigente del paese. Questa è una realtà che esiste in quelle terre da centinaia di anni e per questo è accettata; oggi la stessa si estrinseca anche in relazione all’Europa: le elites aziendali ed anche terriere (o immobiliari di pregio) sono anche quelle che governano la Spagna. Dunque è stato gioco facile per i sodali europei cooptarli. La Banca Espirito Santo è fallita. Bene, questa banca era ed è il centro massonico di riferimento in Portogallo ed è stata storicamente legata a tutti i Governi succedutisi negli ultimi decenni, incluso ben inteso Salazar: è stata salvata dall’Europa senza troppe remore, il pegno l’avevano già pagato i cittadini portoghesi con manovre lacrime e sangue seconde solo a quelle greche Greche. Barroso docet.

In Spagna abbiamo oggi una gioventù disoccupata al 50%, sottopagata: i proprietari terreni, aziendali, possidenti in genere godono… Capito il messaggio? Dietro questa presa di potere dell’Europa vi sono interessi particolari locali (tradizionali) molto ben connotati. In Italia non siamo ancora arrivati a tanto scempio ma siamo avviati nella stessa direzione: la differenza è l’enorme risparmio accumulato dalle Vostre famiglie dalla fine della seconda guerra mondiale (!) assieme ad un’ottima distribuzione della ricchezza, maggiore che in Germania ad esempio (da vedere la situazione a fine 2008, e poi uno si chiede il perché della crisi, i periferici rischiavano di apparire più ricche della stessa Germania con attivazione  delle ricchissime elites tedesche,i si son mobilitate….).

Ecco perché è più difficile disinnescare il sistema Italia, la frammentazione delle compagini politiche non aiuta per altro una cooptazione diretta numericamente accettabile, dovrebbero cooptarne troppi (colgo l’occasione, un parvenu come Berlusconi può essere considerato tutto tranne che un nobile – da cooptare – negli atteggiamenti, sebbene al sottoscritto piaccia di molto rispetto agli ex comunisti). E così spieghiamo gli interventi dell’establishment storico italiano per andare nella direzione spagnola, proprio quello stesso establishment (i cd. Poterti Forti) che ha convertito enormi patrimoni frutto della ricostruzione da instabili lire in solido pseudo marco (euro), establishment rappresentato ad esempio dai Monti(/Mattioli), dagli Scalfari, dai Caracciolo, dagli Agnelli e da tutto quello che gira loro intorno ma NON dai nuovi ricchi stile Berlusconi, Della Valle o della miriade di medi industriali diventati grandi che non capendo più dove sta andando il Paese semplicemente se ne stanno andando a fare business all’estero, loro che possono (Del Vecchio, Armani, Prada, Zegna, se non hanno direttamente venduto gli stranieri).

Ora, come si spiega che l’Italia non possa essere autorizzata a sforare il limite del tre per cento mentre un’allegra truppa di Stati europei anche non secondari lo può fare? Tecnicamente è inspiegabile, l’unica spiegazione potrebbe essere forse data dall’eccessiva dimensione del debito italico vs.colleghi europei (ma che colleghi, avversari!). In ogni caso è più che lecito che il vero motivo sia perché non si è ancora riusciti a svuotare lo scrigno italiano dei propri tesori, prima di tutto risparmi delle famiglie, aziende, immobili di pregio ambiti da millenni dagli invasori che via via si sono succeduti nel Belpaese.

Dal grafico sopra si evince chiaramente come la ricchezza tedesca sia concentratissima, pochi ricchissimi ed elitari (in gran parte nipoti e pronipoti di coloro che scatenarono la guerra 75 anni or sono) ed una brigata di mini job / nuovi proletari da tenere al guinzaglio con i giornali popolari stile Bild al grido “i sud europei vi vogliono rubare i soldi”, peccato che fosse anche questo  il caso a rubare alla gente comune tedesca ci sarebbe poco da rubare base statistiche!!! (fonte del grafico, articolo di J. Rentoul, ottobre 2013, The Independent). A supporto sull’ottima distribuzione di ricchezza italiana (vedasi il median wealth per person, il ratio average wealth/median wealth – più piccolo e’ migliore e’ la distribuzione – ed Top and Bottom 10%, source: http://thesocietypages.org/socimages/2013/07/20/the-wealth-of-nations-the-u-s-is-no-1-in-inequality/):

 

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Renzi certamente dovrà scegliere se continuare sulla strada dei suoi due predecessori cedendo sovranità, ricchezza, libertà e benessere dei concittadini con il premio di avere per lui e per le proprie persone tutte le porte aperte in Europa e nel mondo occidentale per qualche anno (ricordate Prodi, Draghi…). O potrà scegliere di percorrere la propria strada, alternativa all’Europa ed anche ad un certo mondo occidentale che sta tradendo gli USA per accasarsi con i nuovi ricchi, Russia e Cina. Per questo e’ interessante connotare la preferenza renziana per un ministero degli esteri europeo rispetto a ministeri ben più utili a breve termine come quelli economici. Ciò fa sorgere qualche dubbio che NON si voglia veramente fare quello che l’Europa desidererebbe… E ca va sans dire che sia partito il fuoco di fila delle principali testate italiane molto critiche verso la scelta di un dicastero europeo estremamente politico invece che altri dicasteri economici, primo fra tutti Il Sole 24 Ore dove il caporedattore sembra ben connotare gli interessi del nord ovest, dove era radicato il governo Monti(/Deaglio-Fornero) per intenderci…

Ricordate che Russia e Cina, tra cui vige un accordo di cooperazione economica inaugurato grazie alle scellerate posizioni dell’amministrazione Obama in Siria ed Ucraina, hanno tutto quanto serve per diventare l’alternativa globale all’instabile status quo attuale – consumi, materie prime, liquidità, armi – e soprattutto hanno zero debito….
Se l’Italia diventasse interessante per tale blocco si metterebbe al riparo dalle speculazioni finanziarie, diventando una testa di ponte per i nuovi equilibri là da venire. Ossia lo spread diventerebbe uno spauracchio che non farebbe alcuna paura.

Avrà Renzi tanto acume? Il ragazzo non è stupido ed è ben consigliato, anche dall’antico cavaliere. Basterà aspettare: se verranno imposte nuove pesanti tasse per pagare il debito – in un ottica europea di austerity sarebbe davvero l’unica cosa da fare, quello verso cui stanno spingendo assieme sulle privatizzazioni – la direzione presa sarà quella di fottere l’Italia fregandosene dei cittadini per qualche anno di gloria personale continentale.
Se invece si deciderà di prendere tempo per poi sfidare il sistema europeo aspettando il momento opportuno [leggasi il momento di massima debolezza economica di Germania, Olanda, Svezia e Danimarca] e tessendo la rete di protezione con il nuovo blocco – soprattutto cinese, quello russo nominalmente è bruciato in ambito NATO, per ora – allora rischierà di finire nei libri di storia.
La partita è aperta.

Mitt Dolcino

 

 


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