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PERCHÈ NON VERSO UNA LACRIMA PER LA MORTE DI PANNELLA di Eriprando Sforza

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Mi dissocio totalmente dalla diluviante melassa retorica che sta accompagnando la dipartita di Marco Pannella. Qualche animalista mi potrà considerare disumano, ma non appartiene alla mia mentalità dire tutto il bene possibile dei defunti. Perché la morte non ti assolve. Se l’Italia di oggi è quella che è, il merito, o meglio la colpa, è di Pannella, il vero vincitore assoluto degli ultimi sessant’anno di storia.

E poi di Pannella mi ha sempre irritato il suo proclamarsi outsider, addirittura perseguitato, quando è vero invece l’esatto contrario. Alle tribune politiche Pannella e i suoi accoliti, come Emma Bonino, si presentavano con la bocca bendata. Ma il loro muto messaggio veniva ascoltato, eccome. Al punto che l’Italia di oggi è a imagine e somiglianza di Pannella. Già nel 1959 aveva proposto all’allora Pci di un unirsi a un fronte composto dai Radicali e dagli altri partiti laici per sconfiggere i democrisitiani. “Cessate di proporre mirabolanti politiche che nemmeno da soli potreste attuare (…). Rivolgetevi come interlocutori ai laburisti inglesi e alla socialdemocrazia tedesca, e non agli sparuti gruppi comunisti belgi, olandesi, scandinavi, inglesi, che non rappresentano nessuna reale posizione democratica e popolare nei loro Paesi”. Non ero ancora nato, ma scommetto che all’epoca l’avevano preso tutti per pazzo.

E invece nell’arco di questi ultimi 57 anni il Pci e diventato Pds, poi Pd e ora il partito renziano, sorta di partito radicale di massa, iper-liberista e iper-atlantista. Ma non è solo il Pd a essersi pannellizzato, l’Italia intera è diventata a sua immagine somiglianza. O almeno l’Italia che viene rappresentata dai media mainstream. Onore al merito, a furia di insistere Pannella è riuscito a ottenere quello che voleva. Peccato che questo non ci piaccia.

Quando ero ragazzo e non capivo niente Pannella mi sembrava un guitto di provincia, le cui provocazioni pro-cannoni (magari si fosse limitato a quelli da fumare, più tardi ci saremmo accorti che era uno scatentato neo-con) mi sembravano fatte apposta per andare in televisione. E invece stava scardinando la società italiana, allora ancora con un forte retrogusto democristiano. Portare Cicciolina in parlamento non era una goliardica provocazione, ma molto di più: l’ingresso della bionda ungherese tra gli scranni parlamentari è stato il grimaldello per sdoganare la pornografia, a renderla una cosa normale, accettata da tutti. Youporn dovrebbe fagli un monumento.

A un certo punto il Partito Radicale è diventato Transnazionale. Altra uscita che all’epoca venne accolta come una bizzarrìa dal ceto semicolto. Perché il trans non si riferiva solo ai tanto amati transessuali. Con questo concetto Pannella ha cominciato a scardinare il concetto di nazione, l’abbattimento delle frontiere diventa la pancea di tutti i mali e da lì si arriva al fideismo europeista che ancora oggi, nonostante tutto permea la visione del mondo dei semicolti. Pannella è stato anche il primo nemico dichiarato del sistema proporzionale, il grande sostenitore dei sistemi elettorali maggioritari perché non appena si sono chiuse le urne si deve sapere chi andrà al governo.

Se Renzi riuscirà a vincere il referendum sulla riforma costituzionale, rottamando definitivamente l’Italia, il merito sarà tutto di Pannella. L’unica cosa che non gli è riuscita è stata quella di rottamare il Vaticano. Ma solo perché il Vaticano di Papa Francesco è diventato una sezione del Partito Radicale.


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