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PERCHE’ NEL PROSSIMO QE LA BCE INVECE NON DISTRIBUISCE 1.000 EURO A CIASCUN CITTADINO EUROPEO? (di A.M.Rinaldi)

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Ormai è noto a tutti, forse ignorato volutamente solamente da qualche irriducibile euro-fanatico forse timososo di perdere il proprio orticello conquistato a forza d’ignorare l’evidenza, che tutti gli stimoli monetari posti in essere dalla BCE non hanno prodotto effetti positivi per l’economia reale e anzi fatto precipitare l’intera Europa in deflazione conclamata. Le operazioni di LTRO (Long Term Refinancing Operation), le successive di TLTRO (Targered LTRO) e le QE (Quantitive Easing) lanciate con enfasi dalla BCE per migliaia e migliaia di miliardi di euro e considerate dal mondo finanziario come armi infallibili per rilanciare l’asfittica economia continentale europea, si sono rivelate nella pratica essere meno efficaci di un colpo di cerbottana da contrapporre  all’orso della recessione.

In fondo la BCE si è solamente preoccupata di mettere in “sicurezza” i debiti sovrani dei paesi della zona euro che avrebbero creato a loro volta non pochi problemi ai “creditori”, (guardacaso principalmente il sistema bancario) mentre una visione più a 360 gradi avrebbe suggerito di stimolare direttamente l’economia reale per rilanciare i consumi interni con la concreta prospettiva di scrollarsi di dosso lo spettro della deflazione (magari rivedendo un pochino della tanto “temuta” inflazione) con aumento del PIL (e di conseguenza abbattendo il rapporto debito/PIL) e naturalmente del gettito fiscale per la ripresa dell’economia (con possibilità reale di diminuzione della percentuale di carico fiscale a carico dei cittadini e delle imprese). Logicamente il tutto con ricadute più che positive sui saggi di occupazione!

Ma allora come dovrebbe agire la BCE nella sua prossima revisione dei meccanismi del QE? Fare una scelta molto forte e d’impatto che potrebbe veramente rilanciare finalmente l’economia europea: elargire a ciascuno dei circa 280 milioni di cittadini residenti maggiorenni della UE la somma di 1.000 euro all’anno netti esentasse per un importo pertanto totale di 280 Mld di euro (va ricordato che l’attuale programma di QE prevede l’impiego di 60 Mld di euro ogni mese, 720 l’anno).

Questa disponibilità, che permetterebbe ad una famiglia media con un figlio maggiorenne di disporre di 3.000 euro aggiuntivi all’anno, rilancerebbe immediatamente i consumi interni e produrrebbe l’immediata uscita dallo status di deflazione non per altro perché il tasso dell’inflazione risalirebbe almeno dello 0,5%.

Difficile valutare l’esatto impatto nei confronti del PIL poiché la ripresa sarebbe condizionata dalle contingenze delle economie di ciascun paese europeo, ma ragionevolmente potremmo aspettarci un range fra +0,5/0,8%.

Idea provocatoria? Assolutamente no, anzi più che realistica e fattibile con esiti sicuramente positivi visto che la “distribuzione ad elicottero” compiuta fino ad ora a senso unico nei confronti del sistema bancario-finanziario non ha prodotto gli effetti sperati e soprattutto propagandati. Solo questo “stimolo monetario” da parte della BCE potrebbe essere considerato il vero “colpo di bazooka” capace di far affluire direttamente risorse all’economia reale.

Speriamo che a Francoforte ripassino presto qualche testo di economia classica per comprendere bene gli effetti del moltiplicatore keynesiano perché c’è da scommetterci che, se lo faranno, vedremo quello che fino ad ora non abbiamo visto!

Antonio M. Rinaldi


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