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Perché monsignor Viganò non può chiedere le dimissioni del Papa

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L’articolo, indubbiamente di parte, descrive la posizione di mons. Viganò, che chiede le dimissioni del Papa, come una vendetta personale , ma poi verso la fine l’articolo mette l’accento alla sua presunta vicinanza ai 4 porporati dei dubia che criticano Bergoglio ovviamente per condannare Mons Vigano e loro. L’insieme dà l’idea che una vendetta personale ci sia, ma non è chiaro da che parte. Vi presentiamo quindi un estratto di un articolo di Panorama, che potete leggere per intero qui, nel quale si cerca di andare a fondo in questa storia.

Può effettivamente Monsignor Viganò essere solo spinto da uno spirito di vendetta? Oppure anche la sua completa esclusione da incarichi curiali, e tanto più da una porpora cardinalizia è dovuta alla sua vicinanza con i porporati che hanno espresso i Dubia, le critiche di regolarità all’operato del Papato,

Buona lettura:

Ma può un pontefice regnante, come Francesco, dimettersi perchè glielo chiede un vescovo? No, regolamenti pontifici alla mano. Secondo il Codice di Diritto Canonico solo un papa può lasciare il suo alto ufficio, spontaneamente, senza chiedere il parere di nessuno, annunciando semplicemente al Collegio Cardinalizio la sua scelta di farsi da parte. Scelta che i cardinali – in virtù del giuramento di obbedienza totale al papa – sono tenuti ad accettare senza discuterne. Come è successo, ma senza andare troppo lontano nel tempo, nel Febbraio 2013 con Benedetto XVI. Monsignor Viganò è ben consapevole, dunque, che la sua iniziativa non produrrà effetti concreti, al di là dell’inevitabile clamore mediatico che, comunque, una richiesta del genere è destinata a suscitare.

Un affronto agli occhi di monsignor Viganò che, anziché obbedire e ritirarsi nel milanese, resta a Roma entrando ben presto in contatto con ambienti ostili all’attuale pontefice. Presumibilmente – pur senza prove ufficiali – con quelle cordate tradizionaliste ed integraliste che si sono formate intorno ai quattro porporati dei Dubia, contrari alle aperture pastorali di papa Francesco sulla famiglia. Veri e propri “cospiratori” nemmeno tanto occulti contrari alle innovazioni del Concilio vaticano II arrivati ad accusare apertamente papa Francesco di eresia sulla nuova pastorale familiare (comunione a divorziati risposati e attenzione a coppie di fatto e omosessuali) col cardinale Raymond Leo Burke.


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