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Perchè le sanzioni UE sui trasporti marittimi di petrolio russo sarebbero un errore

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L’Unione Europea dovrebbe escludere dal prossimo pacchetto di sanzioni contro la Russia il divieto per gli armatori europei di fornire servizi di nolo marittimo per il trasporto di petrolio, secondo quanto detto da Bloomberg lunedì. Una decisione che ha un suo senso compiuto per non danneggiare ulteriormente le economia dei paesi del Mediterraneo.

La scorsa settimana la Commissione europea ha ufficialmente proposto un divieto totale delle importazioni russe di greggio e prodotti petroliferi da applicare entro  la fine dell’anno. La bozza iniziale del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina includeva un attacco alla capacità della Russia di spedire petrolio anche in alto mare con la proposta di divieto alle società di navigazione europee e di servizi marittimi in generale di avere come clienti gli enti di navigazione russi. Il divieto alla vendita dei servizi assicurativi sarebbe particolarmente impattante, perché lascerebbe le compagnie e lo stato russi esposti a miliardi di dollari di danni potenziali ogni volta che una singola petroliera lascia un  porto.

A causa delle obiezioni della Grecia e di altri membri dell’UE, il blocco ai servizi marittimi dovrebbe ora essere rivisto, cancellando il divieto di fornire trasporti marittimi, ma lasciando invece il divieto di fornire servizi assicurativi alle navi russe. 

Un divieto all’assicurazione dei trasporti di petrolio russo verrebbe ad avere come conseguenza che gli armatori russi e lo stesso stato dovrebbero prendersi in carico il rischio dei danni per eventuali incidenti e fuoriuscite di petrolio, fatti assolutamente non infrequenti, come purtroppo leggiamo dalle cronache. Questo perché l’International Group of P&I Clubs con sede a Londra, con molti assicuratori e riassicuratori europei come membri, si occupa del 95% della copertura della flotta globale di navi cisterna per sversamenti e altre responsabilità. Non ci sarebbe la possibilità di creare un altro pool assicurativo in tempi brevi. Al contrario, con i servizi marittimi europei ancora concessi, questi prenderebbero una posizione di favore, lasciando in porto le navi russe. Alla fine gli armatori greci, maltesi o ciprioti offrirebbero servizi completi, inclusivi di assicurazione, prendendo il controllo del trasporto del petrolio russo…

Nel frattempo, l’UE continua a discutere i dettagli dell’embargo sulle importazioni di petrolio russo, con l’Ungheria che ancora pone il veto nonostante, secondo quanto riferito, gli sia stata offerta un’esenzione di due anni per conformarsi. Orban è in una posizione di forza e intende scambiare il Recovery Fund e altri fondi europei con il suo si alle sanzioni al petrolio, sanzioni, tra l’altro, pagate dagli altri.

 

 

 


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