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Perché la svolta della cravatta di Beppe Grillo non è credibile di Paolo Becchi

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Perché la svolta della cravatta di Beppe Grillo non è credibile di
Paolo Becchi in un editoriale pubblicato stamattina su Libero prima della decisione del giudice del tribunale civile su Genova parla della presunta svolta della cravatta del MoVimento 5 Stelle e spiega come questa sia leggermente in contraddizione con quanto succede al suo interno:

Una riprova è costituita dal blitz notturno con cui Beppe Grillo ha comunicato dal suo blog personale la sospensione della Cassimatis, alla vigilia dell’udienza in cui si doveva discutere l’istanza di sospensione del provvedimento che aveva annullato l’incoronazione della candidata Sindaco e al contempo della delibera con cui era stato ripescato Pirondini. Un tale espediente dimostra anzitutto una cosa: il Capo politico non era poi tanto sicuro della fondatezza dei motivi addotti per giustificare i provvedimenti che aveva adottato.

Il blitz è stato certo un contropiede nei confronti dei difensori dei ricorrenti, ma a ben vedere può pure rivelarsi un boomerang. Ciò che infatti emerge dalla concatenazione di provvedimenti è che per Grillo la Cassimatis non deve comunque diventare il candidato sindaco,poco importa che per il dettato del regolamento le votazioni della rete in tema di scelta dei candidati siano vincolanti anche per lui. Può sempre decidere di cacciare un attivista o addirittura un candidato sindaco,che non gli piace,quando e come vuole.

È peraltro significativo che l’“ukaze” di Grillo sia stato pubblicato sul suo blog e non sul portale movimento5stelle.it: la decisione di annullare le votazioni del 14 marzo 2017 è stata infatti annunciata dal balcone personale del leader maximo e non dal canale comunicativo del M5s, il che giuridicamente non consentirebbe di ritenerlo come disposizione dettata dal Capo politico dell’Associazione, ma da Grillo in quanto tale.
E qui diventa del tutto evidente il fatto già rilevato: al di là di Statuti e non statuti, regolamenti e non regolamenti la volontà di Grillo diventa per definizione atto normativo assoluto.

È lui che nel totale arbitrio decide nello stato d’eccezione. Come andrà a finire a Genova lo scopriremo probabilmente già oggi, data prevista per lo scioglimento della riserva da parte del giudice, ma oltre Genova la questione è: può un partito chiuso, restìo a qualsiasi regola di democrazia interna, presentarsi all’esterno come un partito aperto pronto a dialogare con tutti?È questa trasformazione credibile?

Paolo Becchi, Libero 10 aprile 2017


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