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PERCHE’ LA FATTURA ELETTRONICA?

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Ho pensato di scrivere questo articolo perché spesso molti clienti mi chiedono perché il Governo precedente ha voluto fortemente l’introduzione della fatturazione elettronica fra privati dal 2019 e perché anche il Governo attuale (salvo proroghe o stravolgimenti all’ultimo) sembra che stia portando avanti la stessa linea.

Ci sono due motivazioni principali a spiegazione e in particolare sulla seconda ci soffermeremo ampiamente. La prima riguarda lo sviluppo tecnologico, la digitalizzazione dei procedimenti, l’archiviazione elettronica dei documenti con risparmio di carta ai fini ecologici, l’efficienza nei sistemi di raccolta ed elaborazione dei dati, la velocità nelle operazioni, ecc…; anche la Comunità Europea sta legiferando e portando avanti da anni questo processo e diversi Paesi si stanno adeguando.

La stessa Comunità Europea prevede la fatturazione elettronica solo per gli appalti pubblici e per i rapporti con la Pubblica Amministrazione (B2G), obbligo che i principali Paesi hanno introdotto (fra cui Germania, Francia, Spagna), ma non tutti sanno che la fatturazione elettronica fra privati (B2B) è considerata opzionale e non obbligatoria.

Quindi l’Italia per poterla introdurre dal 2019 ha dovuto chiedere una deroga all’Unione Europea!

Ma perché tutta questa urgenza visto che gli altri paesi Europei la considerano ancora un’opzione e non obbligatoria (ad eccezione del Portogallo unico paese ad avere già introdotto la B2B) ?

Qui veniamo alla seconda spiegazione che a mio modo di vedere è quella principale: la legge di bilancio del 2018 (quella emanata lo scorso anno nel 2017) ha posto degli obbiettivi in termini di gettito legati all’introduzione della fattura elettronica fra privati. L’Italia è considerata uno dei maggiori paesi Europei dove c’è la più grossa differenza fra l’iva stimata e l’iva raccolta, quindi introducendo questo nuovo sistema si cerca di diminuire principalmente questo “gap”. Politiche fiscali “aggressive” in questo senso erano già state avviate anche nella legge di bilancio precedente (quella del 2017) con l’introduzione delle liquidazioni periodiche iva (LIPE) e lo spesometro trimestrale.

Se parliamo di efficienza del provvedimento in termini di recupero dell’evasione abbiamo l’esempio di dei paesi dell’America Latina e del Portogallo dove l’introduzione della fatturazione elettronica fra privati ha effettivamente portato buoni risultati.

Dobbiamo però considerare che l’Italia è un’economica molto più complessa, molto più varia, con una presenza quasi totalitaria di medie piccole imprese quindi l’efficacia effettiva del provvedimento è tutta da valutare anche perché, come è stato detto a più riprese, spesso l’evasione riguarda la non emissione della fattura e non il fatto che sia cartacea o elettronica.

Una cosa però è certa: questa digitalizzazione “forzata” porterà nuovi ingenti costi di adeguamento tecnologico soprattutto per le piccole imprese che già vivono un periodo storico non esaltante e spesso basato non al profitto ma sulla mera sopravvivenza (come abbiamo già visto in alcuni miei precedenti articoli).

Auspichiamo che il nuovo governo possa “tutelare” queste categorie nel modo migliore possibile semplificando e magari prevedendo inizialmente un sistema a doppio binario, senza sanzioni e l’esenzione iniziale se il fatturato non supera euro 100.000,00 annui; inoltre è necessario rendere la redazione e l’invio della fattura elettronica meno complicato del sistema attuale e predisporre una procedura semplice e gratuita tramite software efficaci per l’invio senza la necessità per gli operatori ed imprese di rivolgersi a terzi e sostenere altri costi (oltre a quelli che già sono in essere per assolvere gli adempimenti fiscali e burocratici nel corso dell’anno).


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