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Perchè Francia e Germania non possono permettersi di lasciar andare l’Italia

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Il motto di diversi discorsi di Mario Draghi, poi ripresi anche in Italia, è il fatto che la crisi italiana sia un fatto importante, ma solo nazionale, che non avrebbe conseguenze su tutto il resto del sistema europeo. Quanto è vera questa affermazione?

Bloomberg ci fornisce dei dati interessanti riguardo all’esposizione delle banche franco tedesche verso l’Italia:

Sono oltre il 400 miliardi di euro di esposizione verso l’Italia. Anche se in calo si tratta comunque di un’esposizione notevole, veramente impressionate. Confrontiamola con quella che era l’esposizione della Grecia:

Si tratta di 5 volte l’esposizione verso la Grecia massima ante salvataggio. Con cifre del si rischia di mettere in crisi il sistema creditizio di un paese, magari non nel suo complesso, ma nelle sue parti più deboli. Paradossalmente sarebbe molto meno rischiosa un’uscita all’Italia dall’euro con una svalutazione controllata dl 20% perchè in questo caso, le perdite si limiterebbero ad un’ottantina di miliardi. Notiamo che dalle valutazioni di Bloomberg manca la Spagna, che ha forti interessi creditizi nel nostro paese e la cui esposizione non è sicuramente secondaria.

Affermare quindi che non ci può essere effetto contagio dell’Italia verso il sistema creditizio europeo sembra quindi un’affermazione molto forte  poco credibili. Possiamo capire come sia la Commissione sia la BCE vogliano mostrare esternamente  una propria posizione di forza, ma c’è il rischio che questa sia solo apparente. Al contrario il sistema creditizio italiano può sopportare livelli di spread molto più alti prima di avere dei forti problemi di finanziamento. Una soluzione concordata, che sia un prolungamento del QE, un cambiamento di posizione della commissione, uno switch nel credito, deve essere trovato, se si vuole mantenere una parvenza di solidità al costrutto europeo, altrimenti la soluzione meno dolorosa per tutti diventa un distacco concordato


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