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PERCHE’ ESISTE LA SVALUTAZIONE DI UNA MONETA

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Grazie ad un pezzo inglese, il seguente:

oggi parleremo del perché esiste la svalutazione di una moneta.

Il valore di una valuta viene determinato in relazione a quanto, in termini di altra valuta, può essere acquistato da una unità della valuta nazionale. In generale, questo è il tasso di cambio di questa coppia di valute; esso, normalmente, fluttua nel tempo, con alcune valute che guadagnano valore su altre e, quindi, altre che lo perdono. Quando una valuta riduce il suo valore rispetto ad altre valute, questo processo è chiamato disallineamento del cambio reale da quello nominale. Se vogliamo riallineare i due cambi, ossia il vero potere di acquisto in termini dell’altra valuta (cambio reale) dobbiamo ricorrere alla svalutazione (fissando una nuova parità per il cambio nominale esattamente uguale a quello reale).

La svalutazione è, quindi, un processo naturale di riallineamento del cambio nominale a quello reale e insito nella storia dei mercati finanziari. Tutte le valute assistono al calo e all’aumento dei tassi di cambio e se 10 sterline britanniche fossero state in grado di acquistare, ad esempio, 10 euro un anno fa, e oggi la sterlina avesse un cambio reale di 14 a 10 (o 10 a 14), si dovrebbe assistere ad un riallineamento dei cambio svalutando o rivalutando il pound.

Con la svalutazione del mercato, i governi di tutto il mondo possono proteggere i loro equilibri commerciali. Pertanto, se la bilancia commerciale è negativa da molto tempo, in modo strutturale, gioco forza la valuta locale dovrà essere svalutata, esattamente come il Fondo Monetario Internazionale ha richiesto alla Tunisia  nel 2016 (vedi articolo di ieri su Scenari Economici) onde porre fine all’acquisto sproporzionato di beni provenienti prevalentemente da Cina e Turchia.

Il paese la cui moneta è svalutata, trae vantaggio dal minor costo della sua esportazione di beni, prezzo internazionale dei beni ccdd. TRADABLE, che ora sono più economici da acquistare da parte dei clienti in paesi con monete più forti. La storia del commercio richiama molti esempi di svalutazione intenzionale allo scopo di conquistare nuovi mercati attraverso i tassi di cambio più bassi della valuta svalutata.

Il dramma, è che nel parlare delle svalutazioni i suoi detrattori richiamano sempre il caso tedesco degli anni 20 e 30. Negli anni ’30 nove delle principali economie mondiali svalutarono le loro valute nazionali, tra cui Australia, Francia, Italia, Giappone e Stati Uniti. Durante la Grande Depressione, tutte queste nazioni abbandonarono il gold standard e svalutarono le loro valute fino al 40%, il che contribuì a far rivivere le loro economie e a stabilizzare i tassi di cambio sino ad allora FISSI (esattamente come accade oggi con l’Euro).

Nel frattempo, però, la Germania, che perse la Grande Guerra un decennio prima, fu gravata da pesanti riparazioni belliche e provocò intenzionalmente un processo di iperinflazione nel paese. Così, i tedeschi assistettero sì alla più grande svalutazione della loro valuta nazionale (e i tassi di cambio toccarono il fondo), ma poiché essa aiutò il governo tedesco a coprire i suoi debiti con i vincitori della guerra, sebbene il cittadino tedesco medio ne pagò un prezzo disastroso. In quel caso, fu un costo fatto sostenere volutamente ai cittadini dal governo tedesco ONDE POTER PAGARE CON LA STESSA MONETA (RICATTO) gli stati stranieri che avevano strozzato la Germania coi debiti di guerra. Quindi fu decisamente voluto.

Comunque, i governi di tutto il mondo sono spesso tentati di abbassare innaturalmente i tassi di cambio per beneficiare del valore più basso della valuta nazionale. Il valore di valuta più basso incoraggia le esportazioni e scoraggia le importazioni migliorando il disavanzo commerciale e gli squilibri (MACROECONOMIC IMBALANCES) del paese. Tuttavia, il cittadino medio di un paese con una moneta svalutata potrebbe soffrire di prezzi più elevati delle merci importate e dei costi delle vacanze all’estero. Ma chiaramente, dovendosi giocoforza avere un SALDO SETTORIALE ESTERO in equilibrio, il sistema serve proprio a questo.

Non sarà mica un problema farsi le vacanze a Monaco di Baviera pagando un 20% in più rispetto ad oggi, se tale fatto consentisse (in cambio) una riduzione della disoccupazione generale e giovanile?

Ad maiora.


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