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PERCHÉ È UNA FOLLIA IL MATTARELLUM di Nino Galloni

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Alle strette per l’errore sul Referendum, Matteo Renzi tenta la strada (prevedibile e prevista) del compattamento del suo partito; nessuno crede più in lui, ma alternativa non c’è.

Ricordo che gli stessi storici perdonano i crimini ai politici (purché vincano), ma non gli errori: i centrosinistri hanno ignorato e non compreso la rabbia ed il cambiamento culturale della classe media impoverita, dei meridionali, dei giovani senza prospettive. Un uomo di Stato intelligente e abile, consapevole della situazione del suo Paese, avrebbe fatto di tutto per evitare una consultazione del genere dove la gente, oltretutto, si sentiva obbligata a pronunciarsi su un diktat della grande finanza internazionale (ne vedremo delle belle e delle brutte già questa settimana sul Monte dei Paschi di Siena: da come andrà tale vicenda sapremo di che pasta è fatto il governo Gentiloni e cosa ci attende in Europa e dintorni).

Ma veniamo alla questione elettorale.
Mattarellum significherebbe due cose che portano entrambe al medesimo risultato:

1) riaggregazione bipolare (“centrodestra” e “centrosinistra”);

2) collegi piccoli con un solo vincitore, quindi un vantaggio, almeno teorico, per i soliti noti rispetto agli sfidanti allo sbaraglio.

Entrambe le circostanze non tengono conto della avvenuta tripolarizzazione della attuale politica italiana. Dunque il rischio, il pericolo, la prospettiva sarebbe quella dell’esclusione dal Parlamento di uno dei tre poli. Sebbene l’obiettivo prevalente sia proprio quello di escludere il Movimento 5 Stelle (cattiva notizia sia per qualsiasi onesto garantista, sia per militanti e simpatizzanti di Grillo e dei suoi), vi immaginate le conseguenze di un’esclusione del centrodestra o del centrosinistra?
Qualsiasi onesto garantista vi confermerebbe che la esclusione dalle Istituzioni di uno dei tre poli, favorirebbe lo scivolamento verso la guerra civile: il risultato del Referendum indica che ci siamo abbastanza vicini, ma non abbiamo una forza rivoluzionaria degna e organizzata.

Niente, oggi, può salvare l’Italia se non gli Italiani e l’obiettivo di evitare il governo a 5 Stelle sta prevalendo persino sul buon senso: questo è un segno dei tempi, siamo vicini al punto di rottura della società.
È troppo forte l’influenza della finanza, delle grandi banche, dell’Unione Europea e degli USA su tutti e tre i poli citati: essa varia un po’ nella composizione. Ma lo stesso Movimento 5 Stelle necessita di una riflessione sulle sue origini e prospettive che è carente e poco chiara nei suoi vari momenti (i vertici, i cerchi magici, l’inconsistenza del web che è troppo ristretta per essere massa critica-wikicrazia, l’impaccio nelle Istituzioni).

Se la follia del Mattarellum – lo è sempre stato, ma adesso il pericolo appare estremo – andrà avanti, la destra populista si troverà o in una maggioranza che le andrà stretta o in una minoranza che favorirà le fughe estremistiche; lo stesso accadrà a quella sinistra costretta a sostenere un’alleanza anti-destra che la privera’ di voce e di peso, comunque; un 5 Stelle ridimensionato, potrebbe esser premessa di una riforma interna adeguata?

In ogni caso, col Mattarellum, le forze del dissenso dovranno organizzarsi fuori dal Parlamento, rendendo il confronto tra le classi sociali deluse ed il potere sempre più acre e radicale.

Nino Galloni


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