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Euro crisis

PER UNA QUESTIONE DI ETICA SOCIALE, CON LA BAD BANK I MANAGERS BANCARI RESPONSABILI DEVONO ANDARE A CASA! (di Antonio M. Rinaldi)

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Ormai anche in Italia si attiverà la c.d. “Bad Bank” e il tempo di attuazione è solo condizionato dalla messa a punto di schemi che rispettino le regole imposte e previste da Bruxelles al fine di evitare che s’inciampi in future infrazioni sugli aiuti di Stato.

Fra i principali criteri, su cui si stanno definendo i particolari tecnici, vi è in primis che il capitale della Società di Gestione Attività (Sga) potrà annoverare lo Stato come azionista di maggioranza, ma con una percentuale in ogni caso inferiore al 50%, la suddivisione per fasce di rischio in “senior”, “mezzanine” e “junior” e che i bond emessi dalla Bad Bank siano con la garanzia dello Stato. Quest’ultima caratteristica è proprio quella che da più filo da torcere ai tecnici per poter passare indenni dal giudizio europeo.

 

Ebbene, mentre ancora i tecnici e i politici stanno definendo i particolari per sollevare il sistema bancario italiano da una buona parte dei crediti in sofferenza, (dalle ultime rilevazioni ufficiali ammontano a ben 187,3 Mld di euro con un incremento esponenziale dall’inizio della crisi finanziaria iniziata nel 2008 quando le stesse erano “solamente” di 43 Mld di euro), alcuni aspetti ancora più importanti di quelli sopra esposti non sono stati presi neanche in considerazione.

 

Infatti, come ha già messo in evidenza proprio su Scenari Economici il 9 febbraio scorso Guido Salerno Aletta con “Bad Bank? O tutti per nessunohttps://scenarieconomici.it/bad-bank-per-tutti-per-nessuno-guido-salerno-aletta/ ,  il problema del trasferimento dei crediti in sofferenza riguarda esclusivamente i grandi debitori e non i più modesti soggetti riconducibili alle PMI, ai commercianti, ai piccoli imprenditori, agli artigiani o ai cittadini, decretando una enorme sperequazione a favore dei soliti noti “grandi”, che di fatto ritornerebbero “vergini” dal punto di vista del credito, e pronti pertanto a combinarne di nuovo di tutti i colori, in un momento in cui sono proprio i “piccoli” a soffrire di più.

 

Ma un altro aspetto che è stato completamente ignorato, mentre sarebbe dovuta essere posta come condizione imprescindibile a qualsiasi trasferimento di crediti deteriorati a una società con capitale maggioritario e con garanzia degli asset a carico dello Stato, è che il personale delle banche partecipanti alla Bad Bank responsabile dei crediti deteriorati dovrebbero essere sollevati da qualsiasi incarico e mandati definitivamente a casa. In poche parole licenziati in tronco!

 

Non è ammissibile che membri del CdA, direttori generali, alti dirigenti, funzionari di Istituti bancari co-responsabili, possano avvalersi della manleva pubblica dopo aver contribuito con il loro operato alla creazione di crediti “deteriorati”. Non solo: se non s’introduce l’elementare principio di tenere conto anche delle responsabilità all’interno delle banche su chi ha favorito a generare le sofferenze per incapacità professionale o negligenza (per non dire altro!), concedendo e approvato istruttorie in fidi poi rivelatesi non esigibili, gli stessi nel futuro saranno istigati a ripercorre sempre gli stessi errori. Se si attiva un “escamotage” tecnico come la Bad Bank per il salvataggio delle banche dai grandi debitori con il contributo e la garanzia dello Stato, cioè di risorse della collettività, chi ricopre incarichi esecutivi a monte che hanno contribuito a creare le insolvenze, non sarà mai indotto nel fare bene il proprio lavoro e di conseguenza a comportarsi negligentemente nello stesso modo. Se pertanto non si provvede inoltre a definire puntualmente i limiti del Moral Hazard che regoli il comportamento dei dirigenti delle banche che si avvalgono della “Bad Bank”, s’innescherà un meccanismo perverso che produrrà sempre più sofferenze nei crediti che necessiteranno dell’assistenza pubblica.

 

Perciò chi ha sbagliato deve pagare andando via, senza percepire neanche scandalose buonuscite e “scivoli” da decine e decine di milioni di euro dopo che a causa della propria gestione ha prodotto enormi falle nei conti economici dei bilanci della banca, mascherate temporaneamente da “cosmesi” contabili pur di celare agli azionisti la vera portata delle scelte sbagliate della gestione.

 

In un momento in cui al Paese si chiede giustamente di eliminare privilegi e rendite di posizione a tutti i livelli, sarebbe un’ottima occasione da non perdere per dimostrare che ancora esiste una “etica sociale” nei confronti di una drammatica disoccupazione ai massimi storici e che si sta facendo veramente sul serio per ribadire una volta per tutte che chi sbaglia deve pagare nel vero senso della parola!

 

Vuoi vedere magari poi che il sistema bancario italiano ritorna veramente a funzionare?

 

Antonio M. Rinaldi


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