Conti pubbliciEconomia
Per Goldman Sachs deficit Italia sotto il 3% entro prossimo anno

Dopo aver promosso a giugno i Btp e l’operato del governo Meloni, Goldman Sachs torna a giudicare positivamente l’orientamento fiscale dell’Italia. Tanto da prevedere che il disavanzo continuerà a diminuire al di sotto del 3% del PIL a partire dal 2026. L’ultima analisi sul nostro Paese è firmata da Filippo Taddei, senior european economist della banca americana che dal 2013 al 2017 è stato il responsabile nazionale economia e lavoro del Partito Democratico, ed evidenzia però alcuni nodi da sciogliere per Giorgetti e colleghi, dalle pensioni alla migrazione.
“Gli spread sovrani italiani hanno raggiunto il livello più stretto degli ultimi 15 anni, beneficiando della crescente domanda da parte degli investitori esteri e, più recentemente, delle entità finanziarie domestiche”, scrive Taddei. Dalla pandemia, prosegue, l’economia tricolore è cresciuta in linea con la media dell’Area euro, ma l’orientamento fiscale relativamente prudente è stato cruciale per ancorare le aspettative degli investitori. “Ci aspettiamo che il disavanzo fiscale continui a diminuire al di sotto del 3% del Pil a partire dal 2026”, afferma.
Si tratta dell’enneismo attestato di stima internazionale ( ultimo in ordine di tempo quello della presidente della Bce, Christine Lagarde, che la settimana scorsa aveva eletto il nostro paese a modello europei per la gestione dei conti pubblici) che premia la serietà, la prudenza del governo in ambito economico. Nelle settimane passate anche Financial Times e Le Monde avevano elogiato il nostro paese e la sua condotta economica, ache in rapporto alla situazione delicata dei conti pubblici in Francia, che pare ormai fuori ( basti pensare che il deficit è oltre il 5%, e rapprto debito/Pil oltre 110%).
La banca d’investimento americana prevede quindi che “il disavanzo fiscale continuerà a diminuire al di sotto del 3% del Pil a partire dal 2026”. Tre sono i nodi da affrontare nel Piano strutturale di bilancio a medio termine e il budget 2026. In primo luogo, il governo deve chiarire con quale rapidità intende aumentare la spesa per la difesa per rispettare l’impegno Nato. In secondo luogo, l’esecutivo sta cercando di ridurre l’imposta sul reddito per i lavoratori con reddito medio, compensando tale riduzione con un aumento temporaneo delle imposte sulle banche e sui riacquisti di azioni proprie. In terzo luogo, il governo punta a ridurre i flussi migratori e sta valutando la possibilità di limitare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita.
Sempre per la banca d’affari americana ora, con la situazione dei conti pubblici in deciso miglioramento, per il nostro paese restano da affrontare tre questioni di grande rilevanza. In primo luogo, il governo deve chiarire con quale rapidità intende aumentare la spesa per la difesa per rispettare gli impegni assunti con la NATO. In secondo luogo, il governo sta valutando se ridurre l’imposta sul reddito per i redditi medi, compensandola potenzialmente da un aumento temporaneo delle imposte sulle banche e sui riacquisti di azioni proprie. In terzo luogo, il governo punta a ridurre i flussi migratori e sta valutando una riduzione dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita.
Secondo Goldman Sachs, è improbabile che l’aumento della spesa per la difesa e l’adeguamento fiscale possano compromettere la traiettoria di bilancio italiana, che attualmente appare incoraggiante. Tuttavia, le simulazioni della banca suggeriscono che la riduzione del saldo migratorio netto o il congelamento dell’età pensionabile potrebbero ostacolare la stabilizzazione del debito a partire dal 2027. Pertanto, si aspetta che il governo modifichi i requisiti pensionistici solo marginalmente, poiché la struttura demografica dell’Italia è già la più complessa tra le grandi economie dell’eurozona e il Fondo europeo per la ripresa economica fornirà ampio supporto nei prossimi 15 mesi. “Data la bassa crescita della produttività in Italia, riteniamo che il sostegno del programma europeo per l’approfondimento del capitale e le riforme strutturali rappresenti la strada più promettente per la stabilizzazione del debito”, viene sottolineato.

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