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Analisi e studi

PENSARE UN’ALTRA EUROPA DEI POPOLI? IL MIO INTERVENTO (VIDEO E RELAZIONE SCRITTA) SUI PRINCIPALI ASPETTI DI CRITICITA’ DELLA PRODUZIONE LEGISLATIVA DELL’UE AL CONVEGNO ORGANIZZATO DA OFFICINA FUTURO/BOTTEGA PARTIGIANA (MILANO, 30 GENNAIO 2015), CON L’AMICO DIEGO FUSARO (di Giuseppe PALMA)

Pubblicato

il

INTERVENTO dell’Avv. GIUSEPPE PALMA
al FESTIVAL CULTURALE PER LA COOPERAZIONE
OFFICINA FUTURO / BOTTEGA PARTIGIANA –
TEMA: “PENSARE UN’ALTRA EUROPA DEI POPOLI
Milano, 29-31 gennaio 2015 – Spazio Pime
Intervento del 30 gennaio 2015

 

I PRINCIPALI ASPETTI DI CRITICITA’ DELLA PRODUZIONE LEGISLATIVA

DELL’UNIONE EUROPEA (di Giuseppe PALMA)

…con l’amico Diego FUSARO

***

VIDEO del mio intervento

Nel corso di questo mio intervento, in una sola occasione, commetto un errore: confondo involontariamente il Consiglio dell’UE con il Consiglio europeo… intendevo riferirmi al Consiglio dell’UE! In ogni caso, nella restante parte del mio intervento, si comprende perfettamente che mi riferisco al Consiglio dell’UE. Nella relazione scritta, invece, il predetto errore non sussiste.

Buona visione:

https://www.youtube.com/watch?v=Phk9mh9JzKY

RELAZIONE scritta:

Il mio intervento odierno ha natura prevalentemente giuridica, ed ha l’obiettivo di far comprendere come questa Europa – così com’è – non vada affatto bene, e come vi sia un impellente bisogno di un’Europa totalmente diversa, di un’Europa – appunto – dei popoli! Di solito sono abituato, anche per la professione che svolgo, a parlare a braccio, ma in questa occasione preferisco leggere la mia relazione, in modo tale che il mio intervento resti per iscritto ed un domani non si dica che certe verità non sono mai state dette o scritte da nessuno. Lascerò a Vostra disposizione le fotocopie della mia relazione, in modo tale che, chi vorrà, potrà leggerla con più calma e maggiore attenzione. Il tema che affronto oggi è: “Pensare un’altra Europa dei Popoli”, quindi ho ritenuto opportuno svolgere – seppur molto brevemente – un’analisi su come questa Unione Europea, anche da un punto di vista giuridico-costituzionale, ha palesemente tradito i principi cardine dello Stato di Diritto, costati milioni di morti. Per poter pensare ad una nuova Europa, è necessario – in ogni caso – comprendere prima dove questa Europa ha volutamente sbagliato!

Il mio è solo uno dei tantissimi esempi che si possono fare sull’argomento.

Farò inizialmente una breve premessa storico-giuridica, da me approfondita con il mio libro intitolato “La Rivoluzione francese e i giorni nostri. Dall’Ancien Régime alla nuova Aristocrazia europea […]”. La Rivoluzione Francese prima, e i moti rivoluzionari di metà Ottocento poi, hanno donato all’Europa intera un principio irrinunciabile, vale a dire quello che la funzione legislativa (cioè il potere di fare le leggi) deve essere esercitata unicamente da un’Assemblea eletta dal popolo, i cui componenti sono soggetti al controllo diretto dei cittadini attraverso libere consultazioni democratiche; concetto questo, dapprima limitato a criteri di censo e successivamente esteso – al costo di ulteriori milioni di morti – al suffragio universale. La Seconda Guerra Mondiale, costata anch’essa un numero altissimo di morti in tutta Europa, ha donato all’Umanità il frutto maturo delle Costituzioni attualmente vigenti in tutti i Paesi del Vecchio Continente, tra cui il nostro, che ha – e non è campanilismo né retorica – la Costituzione più bella e più democratica del mondo. La nostra Carta fondamentale dello Stato, in merito alla funzione legislativa, prevede che questa sia esercitata esclusivamente (fatta eccezione per due casi tassativamente disciplinati dalla Costituzione stessa) da un Parlamento eletto dal popolo a suffragio universale e diretto, concetto ereditato dalla Rivoluzione francese e dalla Costituzione della Repubblica Romana di Mazzini del 1849. Tale principio altamente democratico trova pertanto attuazione sia nella nostra Costituzione che in tutte le Costituzioni democratiche dell’Europa occidentale, ma ciò – e lo dico senza timore di smentita – rappresentava un enorme pericolo per quell’Ancien Régime deposto dalla Rivoluzione francese, il quale, mutando vesti e affinando gli strumenti, è rientrato prepotentemente con l’avvento di questa Unione Europea che regolamenta la vita sociale, economica e giuridica dell’intero continente; una sorta di nuova Aristocrazia europea formalmente presentatasi come espressione di maggiore libertà, fratellanza e solidarietà, ma che sostanzialmente presenta evidenti aspetti di tirannia.
Il mio lavoro non si colloca nella cornice dell’espressione del libero pensiero, bensì in quella cornice – molto più ampia – della libera ricerca scientifica non accademica, infatti con il mio ultimo libro intitolato “IL MALE ASSOLUTO. Dallo Stato di Diritto alla modernità Restauratrice […]”, ho dimostrato – facendo ricorso al c.d. metodo scientifico – come i Trattati dell’UE hanno palesemente tradito quelle conquiste democratiche che – dal 1789 al 1945 – sono costate milioni di morti.

In questa sede, avendo a disposizione un tempo limitatissimo, cercherò di evidenziare solo gli aspetti principali di quello che è l’ “attentato” giuridico-costituzionale che questa UE ha compiuto ai danni della democrazia e delle Costituzioni di tutti gli Stati membri, Costituzioni sostanzialmente esautorate – nel loro contenuto – dai Trattati medesimi. Chiedo scusa se non potrò fornirVi – ora – elementi a base scientifica, ma per chi volesse approfondire l’argomento o trovare riscontro scientifico in quello che ho appena detto e che dirò di qui in avanti, potrà leggere il mio libro “IL MALE ASSOLUTO […]”.

Secondo quanto previsto, da ultimo, dal c.d. Trattato di Lisbona (una piccola premessa: non si è giunti a redigere un unico testo bensì si sono riformati sia il Trattato sull’Unione Europea che il Trattato che istituisce la Comunità Europea, e le regole ivi contenute sono volutamente incomprensibili), la funzione legislativa (vale a dire il potere legislativo, cioè quello di fare le leggi) è esercitata – nella sostanza – dal duo Commissione europea/Consiglio dell’Unione Europea (quest’ultimo detto anche Consiglio dei Ministri o semplicemente Consiglio). In pratica la Commissione – che esercita il potere esecutivo – ha anche la titolarità dell’iniziativa legislativa, cioè sottopone sia al Consiglio dell’UE che al Parlamento europeo le proprie proposte degli atti giuridici da adottare e, nella sostanza, il Consiglio adotta l’atto uniformando quasi sempre la sua posizione alla proposta della Commissione. Nella realtà, infatti, benché sia formalmente prevista una procedura legislativa consistente nell’adozione congiunta dell’atto da parte di Consiglio e Parlamento (che in passato era chiamata “procedura di codecisione”), quest’ultimo (cioè il Parlamento) è di fatto esautorato da quella che dovrebbe essere la sua “funzione naturale”, cioè l’esercizio della potestà legislativa (fare le leggi). L’aspetto drammatico è quello che sono morte milioni di persone perché si giungesse alla conquista del sacrosanto principio democratico che a fare le leggi fosse esclusivamente un’assemblea eletta direttamente dal popolo ed esercitante la sovranità popolare, ma, con l’avvento dell’Unione Europea, tale principio è stato quasi del tutto calpestato e tradito. La conquista democratica del binomio inscindibile “Parlamento eletto – Legge” ha quindi avuto attuazione attraverso le disposizioni contenute in ciascuna delle Costituzioni nazionali degli Stati membri dell’Unione, ma i Trattati dell’UE (per ultimo il Trattato di Lisbona) ne hanno – non solo sostanzialmente – evirato l’essenza! Il Consiglio dell’Unione Europea, infatti, è composto dai ministri di ciascuno degli Stati membri che il popolo non ha scelto direttamente (e che il più delle volte neppure conosce), e stesso discorso dicasi anche per la Commissione, un organismo potentissimo i cui membri non sono eletti da nessuno e che è composto – nonostante una modifica intervenuta in tal senso con il Trattato di Lisbona – da un cittadino per ciascuno Stato membro in rappresentanza dello Stato medesimo.

Riassumendo questi concetti, è bene ricordare che la Commissione europea (esercitante sia il potere esecutivo che l’iniziativa legislativa) e il Consiglio dell’UE (esercitante la funzione legislativa), essendo entrambi composti da membri non eletti dai cittadini, sono quasi totalmente immuni dagli eventuali “scossoni” scaturenti dai processi elettorali. In tutto questo, che ruolo ha il Parlamento? Pur essendo l’unica Istituzione europea eletta direttamente dal popolo, e quindi alla quale sarebbe dovuta legittimamente spettare – come ci insegnano le conquiste democratiche costate milioni di morti – l’esercizio esclusivo della funzione legislativa, svolge sostanzialmente il ruolo di “assistente” alle decisioni del duo Commissione – Consiglio! Per di più, considerato che i due grandi partiti europei sono il PSE (Partito del Socialismo Europeo) e il PPE (Partito Popolare Europeo), in Parlamento v’è e vi sarà sempre la maggioranza assoluta per non bloccare le decisioni della premiata ditta Commissione – Consiglio! Capito l’inganno e il tradimento? Non è uno scherzo, la questione è proprio in questi termini! E non è finita qui: mentre la nostra Costituzione prevede che il Governo (al quale è affidato sia l’esercizio della funzione esecutiva che l’iniziativa legislativa) debba godere necessariamente della fiducia del Parlamento (altrimenti non può esercitare a pieno le sue funzioni ed è addirittura obbligato a dimettersi), in Europa non è così! Il Parlamento europeo, nella sostanza, non vota e non revoca la fiducia alla Commissione (e neppure al Consiglio), quindi la Commissione esercita la funzione esecutiva e l’iniziativa legislativa unicamente per volere di coloro che hanno scritto i Trattati e senza alcun controllo – neppure indiretto – da parte dei rappresentanti del popolo. Può sembrare una barzelletta, ma è esattamente la realtà! Il Parlamento europeo ha solo il diritto di eleggere (a maggioranza dei suoi membri) il Presidente della Commissione europea e, successivamente, di esprimere un “voto di approvazione” nei confronti della Commissione, voto che – da un punto di vista tecnico – non equivale affatto al voto di fiducia così come previsto dal nostro ordinamento costituzionale. Per quanto riguarda, invece, il voto di sfiducia, i Trattati prevedono una “mozione di censura” che, nella pratica, è volutamente inattuabile!

E’ pur vero che – nella forma – il Trattato di Lisbona prevede l’esercizio congiunto della funzione legislativa da parte di Consiglio e Parlamento, ma è altrettanto vero che – nella sostanza – il Parlamento europeo non esercita a pieno la funzione legislativa come invece avviene per tutte le assemblee legislative di ciascuno degli Stati membri. Il Parlamento europeo ha – di fatto – un misero ruolo di “compartecipe” o – come piace definirlo a me – di “notaio in differita”. A questo punto, visto che gli atti legislativi dell’UE (quantomeno il Regolamento) prevalgono sugli atti legislativi dei Parlamenti nazionali, non si può nascondere che la procedura di adozione dei primi è sicuramente di gran lunga meno democratica (e quindi meno garantista nei confronti delle minoranze) della procedura di adozione dei secondi. Delle due l’una: o chi ha scritto i Trattati era un ignorante, cosa che escludo a priori, oppure è stato portato a compimento un pianificato tradimento (per non dire di peggio) nei confronti dei principi democratici frutto di due Secoli di guerre, morti e distruzioni.

All’interno del mio pamphlet precedentemente citato (“IL MALE ASSOLUTO […]”) ho analizzato tutte e quattro le fasi della procedura ordinaria di adozione degli atti giuridici europei (che non posso argomentarVi in questa sede altrimenti Vi annienterei di sonnolenza), i quali si pongono su di un livello superiore – nella scala gerarchica delle Fonti del diritto – rispetto alle leggi ordinarie approvate dai Parlamenti nazionali, e questo vuol dire che, quando si verifica un contrasto tra un Regolamento dell’UE ed una legge ordinaria approvata ad esempio dal Parlamento italiano, tra i due atti prevale il Regolamento comunitario, con la conseguente disapplicazione della norma di diritto interno, la quale è invece stata approvata con procedure democratiche e a garanzia delle minoranze dettagliatamente stabilite dalla nostra Costituzione, procedure che sono costate milioni e milioni di morti. Ciò detto, le Costituzioni degli Stati membri – benché formalmente ancora in vigore -, sono state sostanzialmente esautorate a vantaggio di un sistema del tutto antidemocratico e oligarchico!
Se i “professoroni” universitari di Diritto Costituzionale o di Diritto dell’Unione Europea non ammettono quanto ho argomentato sinora, mi spiace dirlo, sono anch’essi complici di quello che i Trattati dell’UE (quindi coloro che li hanno redatti, che li hanno sottoscritti e che ne hanno autorizzato la ratifica) hanno compiuto ai danni della democrazia e delle Costituzioni di ciascuno degli Stati membri dell’Unione.

E che dire della moneta unica – l’Euro -, una moneta che gli Stati dell’eurozona devono chiedere in prestito alle banche private e alle quali devono successivamente e concretamente restituire, gravata di interessi, andandola a scippare ai cittadini attraverso sistemi giacobini di accertamento fiscale, tagli selvaggi allo Stato sociale e un livello di tassazione insostenibile. E ancora, che dire dello scellerato vincolo del pareggio di bilancio che il nostro Parlamento – unico tra le Assemblee legislative degli Stati firmatari del Fiscal Compact – ha inserito in Costituzione vanificando e tradendo lo spirito stesso della Repubblica delineato dall’art. 1 Cost., il quale, fondando la Repubblica sul lavoro, ammette esplicitamente la possibilità di indebitamento allo scopo di creare piena occupazione.
Ma all’Unione Europea, come si è visto, le Costituzioni nazionali danno molto fastidio, tant’è che ha volutamente provveduto a renderle inefficaci attraverso i Trattati.
Ma non è solo questo. Visto che ho aperto una piccola parentesi sul problema rappresentato da questa moneta unica, non posso non citare una frase chiarificatrice pronunciata da Abraham Lincoln centocinquanta anni fa. E’ molto breve, ma rende un quadro chiarissimo su quella che è l’importanza per uno Stato di avere sovranità monetaria: “Il Governo non ha necessità né deve prendere a prestito capitale pagando interessi come mezzo per finanziare lavori governativi ed imprese pubbliche. Il Governo deve creare, emettere e far circolare tutta la valuta ed il credito necessari per soddisfare il potere di spesa del Governo ed il potere d’acquisto dei consumatori. Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solamente una prerogativa suprema del Governo, ma rappresenta anche la maggiore opportunità creativa del Governo stesso. La moneta cesserà di essere la padrona e diventerà la serva dell’umanità. La democrazia diventerà superiore al potere dei soldi”. Queste parole furono pronunciate da Lincoln nel 1865. Quello stesso anno venne assassinato.

È dunque giunta l’ora che il popolo si svegli, che prenda coscienza e che ponga le basi per dare vita – concretamente – ad una nuova Europa, un’Europa dei Popoli! Quella che abbiamo visto sinora è l’Europa della mistificazione, dell’ipocrisia, della finanza speculativa, degli interessi delle multinazionali, della moneta unica presa a prestito dalle banche private; è l’Europa dei parametri assurdi, del Fiscal Compact, del mercato e non del lavoro (che sono due cose ben diverse); quella di oggi è l’Europa che vuole essere competitiva non attraverso la leva della svalutazione monetaria, bensì attraverso il crimine della svalutazione dei salari e dell’occupazione; questa è l’Europa del superamento dei diritti, della Troika, dei veti alle libertà e del tradimento della democrazia!
Ricordiamoci che la libertà non la si toglie mai tutta d’un botto, la si esautora poco per volta (attraverso una pianificata sistematicità di atti) e spesso con l’incosciente benestare delle vittime.
Cosa aspettiamo, dunque, ad indignarci? Non possiamo più continuare ad assistere inermi alla costante e progettata ramificazione del “Pensiero Unico Dominante”!

Italia, sii degna delle parole che un ragazzo di 22 anni ha scritto nel Tuo Inno! DESTATI!

 

Avv. Giuseppe PALMA

 

N.B.: per avere un riscontro scientifico alle argomentazioni ut supra sommariamente esposte, è possibile consultare il mio ultimo pamphlet intitolato: “IL MALE ASSOLUTO. Dallo Stato di Diritto alla modernità Restauratrice. L’incompatibilità tra Costituzione e Trattati dell’UE. Aspetti di criticità dell’Euro” – Editrice GDS, Vaprio d’Adda (MI), ottobre 2014. Disponibile sia in formato cartaceo che in formato e-book.
Per ragioni di praticità, si consiglia l’acquisto e la lettura dell’e-book, disponibile in tutte le librerie on-line.

 

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