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Paul Thomsen: l’uomo FMI in Europa

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Chi sono le istituzioni europee che reggono il confronto con il governo greco ? che facce hanno ? Chi, fisicamente, conduce le trattative ?

Oggi presentiamo un personaggio molto, molto importante nella trattativa, pur rimanendo quasi sempre in secondo piano. Paul Thomsen, sessantenne, ha compiuto tutta la sua carriera nel Fondo Monetario Internazionale sino a divenire Direttore per l’Europa. Nella sua lunga carriera si è occupato soprattutto della situazione delle economie dell’Europa dell’est nel periodo post sovietico. La sua predisposizione liberista gli ha fatto affrontare queste crisi sempre con un occhio alle liberalizzazioni, soprattutto nel mercato del lavoro. Attualmente è l’unico membro della Troika (o delle autorità internazionali, come chiamate eufemisticamente ora) che abbia firmato i memorandum del 2010 e del 2012, dato che tutti gli altri firmatari sono decaduti a causa delle elezioni.  In tutto questo tempo ha concentrato i sui interessi sui temi della liberalizzazione del sistema lavorativo, dei risparmi nel sistema pensionistico, e delle privatizzazioni. I suoi interlocutori , ex ministri e funzionari delle finanze greci , intervistati da televisioni greche, hanno sempre sottolineato l’estrema rigidità di Thomsen nelle discussioni. Gli interlocutori soprattutto lamentavano il suo trattamento “Standard”: praticamente la cura di austerità e liberalizzazioni estreme applicata alla Grecia era la stessa applicata, nei primi anni novanta, a Polonia, Bulgaria e Romania. Però mentre i secondi erano paesi ex comunisti, ma con una struttura industriale e la presenza di grosse società ed impianti, la Grecia non aveva mai avuto l’esperienza sovietica ed aveva una struttura leggera, fondata soprattutto sulle piccole imprese e sul turismo.

Il problema è che, se UE e BCE sono comunque strutture con un feedback politico, per quanto lontano, impersonale e poco sensibile alle necessità mediterranee, lo FMI è una struttura puramente burocratica: non si possono perdere le elezioni nel FMI, mentre gli altri mediatori europei sono cambiati, appunto, per motivi politici. Queste differenze rendono ancora più complesse le negoziazioni perchè la Troika non un essere unico, ha sensibilità diverse, e questo conduce, sempre più, ad incomprensioni.

Vedremo questo weekend , con l’ultima tornata di contrattazioni, cosa porterà.

 

 


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