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Difesa

Patriot in difficoltà: i missili russi ora manovrano per eludere le difese. La conferma dell’intelligence USA

Un report della Defense Intelligence Agency (DIA) rivela una nuova, complessa sfida per l’Ucraina. I missili balistici russi, come gli Iskander-M e i KN-23 nordcoreani, sono stati potenziati con capacità di manovra avanzate che ne riducono l’efficacia di intercettazione da parte dei sistemi Patriot. Una lezione che va oltre il conflitto ucraino.

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Un recente rapporto della Defense Intelligence Agency (DIA) statunitense ha confermato una realtà preoccupante per le difese ucraine: l‘aumento dell’uso da parte della Russia di missili balistici con capacità di manovra avanzate sta riducendo l’efficacia dei sistemi terra-aria Patriot. Negli ultimi mesi, gli attacchi missilistici russi, insieme a quelli con droni, hanno registrato un’intensificazione, sebbene si sia notata una recente e temporanea diminuzione.

L’Ucraina ha ricevuto un totale di sei batterie Patriot, fornite da Stati Uniti, Germania e Romania, oltre a una settima assemblata con componenti tedeschi e olandesi. Questi sistemi rappresentano, al momento, l’unica difesa robusta a disposizione di Kyiv contro i missili balistici. Le autorità americane hanno inoltre annunciato l’intenzione di collaborare con gli alleati europei per fornire ulteriori batterie all’esercito ucraino.

Missile Patriot – Public Domain

La conferma dell’intelligence americana

Secondo un rapporto speciale dell’Ispettorato Generale, pubblicato questa settimana, le Forze Aeree Ucraine (UAF) hanno faticato a utilizzare con successo i sistemi Patriot per proteggersi dai missili balistici russi. La causa risiede nei recenti miglioramenti tattici di Mosca, che includono potenziamenti che permettono ai missili di “cambiare traiettoria ed eseguire manovre, invece di seguire una tradizionale traiettoria balistica“.

Il documento, redatto congiuntamente dagli Ispettorati Generali del Dipartimento della Difesa, del Dipartimento di Stato e dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti, cita esempi concreti per illustrare il problema. Durante un attacco il 28 giugno, che ha visto l’impiego di sette missili balistici, le forze ucraine sono riuscite ad abbatterne solo uno. In un attacco massiccio il 9 luglio, descritto come il più grande dall’inizio del conflitto, sono stati lanciati 13 missili, di cui solo 7 sono stati intercettati o neutralizzati.

Iskander-M e KN-23: le armi del Cremlino

Sebbene il rapporto non specifichi i modelli di missili, Yurii Ihnat, portavoce dell’aeronautica ucraina, aveva già menzionato a maggio i missili russi Iskander-M e i KN-23 di fabbricazione nordcoreana come le principali minacce. Entrambi sono missili balistici a corto raggio e sono tra i più utilizzati dalla Russia nel conflitto.

Missili Nord Coreani KN 23

Ihnat ha spiegato che questi missili seguono una “traiettoria quasi-balistica”, eseguendo manovre in volo che complicano il lavoro di intercettazione per i sistemi Patriot, il cui software calcola il punto di impatto basandosi su una traiettoria prevedibile. Secondo il portavoce, i missili modificati sono ora dotati anche di sistemi di inganno radar (esche) per confondere ulteriormente le difese. (qui sotto, possibile falso bersaglio)

 

È noto che i missili Iskander-M possiedono una capacità di manovra significativa e possono rilasciare esche, una caratteristica emersa chiaramente fin dalle prime fasi dell’invasione del 2022. Non è chiaro se tali capacità siano state ulteriormente migliorate o semplicemente impiegate con maggiore frequenza. Anche il missile nordcoreano KN-23, esteriormente simile all’Iskander, sarebbe in grado di compiere una manovra “pull-up” nella sua fase terminale per eludere l’intercettazione.

Missile Iskander

Un problema non solo per Kyiv

La difficoltà dei Patriot nell’intercettare questi missili evoluti potrebbe avere ramificazioni che vanno oltre il teatro ucraino. Il sistema è un pilastro della difesa aerea per molte nazioni, compresi gli stessi Stati Uniti, che stanno ora cercando di espandere e potenziare la propria flotta di Patriot.

Qualsiasi conflitto prolungato offre a entrambe le parti l’opportunità di apprendere e adattarsi. L’uso persistente dei sistemi Patriot fornisce agli avversari preziose informazioni sulle loro capacità, consentendo lo sviluppo di contromisure e armi più efficaci.

Al momento, l’Ucraina dipende quasi interamente dai Patriot per la sua difesa anti-balistica. L’aumento della domanda globale per questi sistemi, spinta proprio dalle lezioni apprese in Ucraina, ha messo a dura prova la catena di produzione, causando ritardi nelle consegne anche per altri Paesi. Mentre Kyiv e i suoi alleati lavorano per migliorare le capacità difensive, la Russia ha dimostrato di poter evolvere la propria tecnologia offensiva, ponendo una sfida continua e complessa per la sicurezza del Paese. Riusciranno gli USA far evolvere anche i Patriot?


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