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Patrimoniale, la vecchia idea della Schlein: perché a pagare sarebbe sempre solo il ceto medio
Patrimoniale, l’idea di Schlein che spaventa il ceto medio: perché in Italia la paghiamo già (e vale 46 miliardi)

Torna, ciclicamente, la grande idea della sinistra italiana: la tassa patrimoniale. Un concetto rispolverato questa volta dal segretario della CGIL, Maurizio Landini, e prontamente appoggiato dalla segretaria del PD, Elly Schlein, nel tentativo di inscenare una “lotta di classe” tra “Paperoni e indigenti”. Del resto la vittoria di Mamdani ha reso tutti “Sindaci di New York”, e in mancanza di idee si ripropongono quelle vecchie.
Peccato che, come al solito, questa proposta – vecchia come il cucco e copiata di sana pianta da omologhi francesi – rischi di trasformarsi nell’ennesimo autogol, mirando non ai “super ricchi” (che hanno mille modi per difendersi) ma a quel ceto medio già ampiamente tartassato.
💰 La Proposta Tecnica (di Landini)
Prima di analizzare i disastri, vediamo i numeri, in attesa dell’ennesimo weekend lungo per sciopero. La proposta, lanciata da Landini con toni da “rivolta sociale”, prevede un “contributo di solidarietà” con queste caratteristiche:
- Aliquota: 1,3%
- Target: Ricchezza superiore ai 2 milioni di euro.
- Soggetti: I 500.000 italiani più ricchi.
- Gettito stimato: 26 miliardi di euro.
- Destinazione: Sanità, scuola e aumento stipendi.
Landini sostiene che non farla significhi “privilegiare 500 mila ricchi contro 40 milioni di persone oneste”. Una narrazione semplice, forse troppo,, anche perché i 500.000 teorici tassati non per forza sono disonesti, come non sono per forza onesti gli altri…
🛑 Un Autogol Politico: Il “Campo Largo” non ci sta
La prima doccia fredda per Schlein arriva proprio dai suoi (potenziali) alleati. Se l’opposizione del governo era scontata – da Tajani (FI) che la bolla come “cosa da Unione Sovietica” a Meloni che blinda la sua posizione anti-tasse – è il fuoco amico a fare più rumore.
Giuseppe Conte (M5S), caposaldo del “campo largo”, ha immediatamente preso le distanze: una patrimoniale “non è all’ordine del giorno” per i pentastellati.
Persino dentro al PD serpeggia imbarazzo, con esponenti locali, come Piero De Luca in Campania, che arrivano a smentire l’esistenza di “nessuna proposta di patrimoniale” del partito.
La critica più secca arriva da Matteo Renzi: sentire Landini parlare di patrimoniale gli fa “cadere le gambe”, perché l’unico risultato è permettere a Meloni di apparire come “l’eroina anti tasse”, invece di concentrarsi su come “tassare meno il ceto medio”.
📉 L’Analisi Economica: Chi Paga Davvero?
Il punto centrale, ignorato dai proponenti, è duplice: la patrimoniale esiste già e, se introdotta come la vogliono loro, colpirebbe le persone sbagliate.
1. Il Rischio della Fuga di Capitali
I “super ricchi”, quelli veri e non quelli immaginati dalla CGIL, non pagheranno. Come sottolineato da diversi economisti, la finanza non ha confini. I grandi patrimoni mobiliari possono essere spostati con un click, ingaggiando i migliori fiscalisti o, semplicemente, “traslocando” in lidi più accoglienti (la Svizzera è sempre pronta).
Uno studio sugli effetti di una misura simile negli USA ha stimato che per ogni dollaro incassato, il PIL calerebbe di 1,20 dollari. Un’operazione in perdita secca, che in Italia innescherebbe solo una disastrosa fuga di capitali.
2. Il Bersaglio Sbagliato: Il Ceto Medio
Chi non può fuggire è il ceto medio. La proposta da 2 milioni di euro è ingannevole. Come fa notare chiunque viva in una grande città, basta aver avuto la “sfortuna” di ereditare un appartamento di medie dimensioni a Milano o Roma per superare quella soglia.
Possedere un immobile da 2 milioni non significa avere la liquidità per pagarci l’1% (20.000 euro) ogni anno. Si colpirebbe un patrimonio non liquido, frutto di risparmi già tassati (come ricorda l’economista Carlo Cottarelli, è una doppia tassazione), costringendo le famiglie a svendere la casa.
📊 L’Elefante nella Stanza: La Patrimoniale Esiste Già (e Pesa 46 Miliardi)
L’aspetto più ironico della crociata Schlein-Landini è la totale amnesia sul sistema fiscale italiano. La sinistra finge di dimenticare che gli italiani pagano già circa 46-50 miliardi di euro all’anno in imposte patrimoniali. È la quarta fonte di entrate dello Stato.
Non abbiamo una “patrimoniale unica”, ma un mosaico di imposte che colpiscono la ricchezza:
| Imposta | Gettito Stimato (2024/2022) | Note |
| IMU-Tasi | 18,1 Miliardi € | La principale tassa patrimoniale immobiliare. |
| Imposta di bollo | 8,8 Miliardi € | Sui conti correnti e depositi titoli. |
| Bollo auto | 7,5 Miliardi € | Una tassa sul possesso di un bene. |
| Imposta di registro | 5,7 Miliardi € | Sulla compravendita di immobili. |
| Imposta ipotecaria | 1,8 Miliardi € | Sul trasferimento di immobili. |
| Imposta successioni/donazioni | 1,0 Miliardi € | Sulla trasmissione della ricchezza. |
| Canone Rai | 1,9 Miliardi € | Tassa sul possesso dell’apparecchio TV. |
| IVIE / IVAFE | ~180 Milioni € | Sulle attività finanziarie e immobili all’estero. |
A queste si aggiunge la nuova “patrimoniale green” indiretta: la direttiva UE “Case Green”, fortemente voluta dalla sinistra europea, imporrà ristrutturazioni forzate (da 20.000 a 60.000 euro) a milioni di famiglie, un altro modo per mettere le mani nelle tasche dei proprietari di casa.
Invece di questa finta redistribuzione, che odora di vuoto ideologico, la sinistra dovrebbe forse concentrarsi su come creare nuova ricchezza e alleggerire la pressione fiscale esistente. Ma, come suggerito da alcuni analisti, ridurre le tasse al ceto medio “costa uno sproposito”, molto più che lanciare battaglie ideologiche a buon mercato.
Domande e risposte
- Cosa propongono esattamente Schlein e Landini?
La proposta tecnica, lanciata dal segretario CGIL Landini e appoggiata da Schlein, è un “contributo di solidarietà”. Si tratta di un’aliquota dell’1% sulla ricchezza eccedente i 2 milioni di euro. L’obiettivo dichiarato è colpire 500.000 persone per raccogliere 26 miliardi di euro da destinare a sanità e scuola. Tuttavia, la proposta è stata immediatamente criticata per la sua natura ideologica e la scarsa fattibilità economica, incontrando l’opposizione anche degli alleati del PD.
- Perché questa tassa colpirebbe il ceto medio e non i “super ricchi”?
I “super ricchi” dispongono di patrimoni mobiliari e liquidi. Possono facilmente spostare i capitali all’estero (ad esempio in Svizzera) per evitare la tassazione, provocando una fuga di capitali dannosa per l’economia. Il ceto medio, invece, ha la sua ricchezza bloccata in beni non liquidi, come la casa di famiglia. Chi ha ereditato un appartamento di valore in una grande città si troverebbe a dover pagare migliaia di euro all’anno senza avere la liquidità per farlo.
- Ma in Italia non paghiamo già tasse sul patrimonio?
Assolutamente sì. Sebbene manchi una singola “super-patrimoniale”, l’Italia ha un vasto sistema di tasse sulla ricchezza. Il gettito totale di queste imposte supera i 45 miliardi di euro all’anno. Le più pesanti sono l’IMU sugli immobili (circa 18 miliardi), l’imposta di bollo su conti correnti e investimenti (quasi 9 miliardi) e il bollo auto (7,5 miliardi). A queste si aggiungono imposte di registro, ipotecarie, di successione e persino il Canone Rai.









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