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Panasonic costruirà una fabbrica di batterie “Green” che funzionerà a carbone
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Una fabbrica di batterie per veicoli elettrici Panasonic da 4 miliardi di dollari che sarà costruita a De Soto, in Kansas, contribuirà a soddisfare gli sforzi dell’amministrazione Biden per portare tutti su un veicolo elettrico. Peccato che, per farlo, avrà bisogno dell’energia della vicina centrale elettrica a carbone. Il tutto finanziato dai contributi per l’economia green.
Panasonic ha iniziato a costruire l’impianto l’anno scorso. L’azienda giapponese avrebbe dovuto ricevere 6,8 miliardi di dollari dall’Inflation Reduction Act, che ha investito miliardi di dollari in veicoli elettrici e fabbriche di batterie come parte del suo sforzo per allontanare l’America dai combustibili fossili.
Il Kansas City Star riporta che la fabbrica richiederà tra i 200 e i 250 megawatt di elettricità per funzionare. Si tratta più o meno della quantità di energia necessaria per una piccola città. La fornitrice di servizi energerici dell’area, la Kansas City Corporation Commission, non ha avuto altra scelta che continuare a bruciare carbone nella vicina centrale elettrica di Lawrence per permettere alla fabbrica di funzionare. Perfino la transizione a gas è stata rinviata.
Gli ambientalisti non sono contenti
La situazione riflette un fatto spesso ignorato dei veicoli elettrici: la loro produzione richiede enormi quantità di energia.
Una batteria agli ioni di litio da 8 kg contiene circa la stessa quantità di energia di un chilo di petrolio. Per produrre quella batteria occorrono 3500 kg di roccia e terra per ottenere i minerali che la compongono. Una batteria EV media pesa circa 450 kg.
Tutte queste attività estrattive e di lavorazione in fabbrica producono molte più emissioni di anidride carbonica rispetto a un’auto a gas, per cui i veicoli elettrici devono essere guidati per circa 50.000-60.000 miglia prima di ottenere una riduzione netta delle emissioni di anidride carbonica.
Quindi, man mano che negli Stati Uniti verranno costruite fabbriche per rifornire i produttori di veicoli elettrici, aumenterà la richiesta di energia da parte della rete.
Sorridono i produttori di carbone
Emily Arthun, CEO dell’American Coal Council, questa settimana si è recata a Washington per parlare con i legislatori federali e i membri della Federal Energy Regulatory Commission. La manager ha confermato che c’è un crescente riconoscimento della necessità del carbone di fornire energia a uso industriale.
“Ho incontrato senatori e rappresentanti che hanno capito che avremo bisogno del carbone per un periodo molto più lungo di quello di cui si parla”.
L’Inflation Reduction Act mira a produrre più industrie di energia verde qui in America, e Arthun ha detto che c’è un crescente riconoscimento del fatto che queste sono ad alta intensità energetica. Quindi, per far funzionare il green, ci vuole più carbone e tutto questo è bellissimo.
Come ” Mettere il rossetto a un maiale”
Il non banale problema è che i KW/h non cadono dal cielo, ma devono essere prodotti con fonti affidabili e continue. Le fonti green, per eessere realizzate, richiedono enormi quantità di energia e spesso, a aprte l’idroelettrico e il geotermico, non presentano la stabilità di fornitura necessaria per una civiltà industriale.
Alla fine molte operazioni sulle energie rinnovabili sono equivalenti al “Mettere il rossetto a un maiale”: danno uno strato di verde al nero del carbone, che resta sempre necessario.
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