Esteri

Pakistan-Afghanistan: scontro totale alla frontiera. cronaca di un’escalation annunciata

La tensione tra Pakistan e Afghanistan degenera in scontri a fuoco e chiusura delle frontiere. Ecco la cronologia, i veri motivi della crisi legati al terrorismo del TTP e le possibili, gravi, conseguenze economiche e di sicurezza per la regione

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Sembrava una frontiera “amica”, almeno ideologicamente, quella tra il Pakistan e l’Afghanistan governato dai Talebani. Eppure, come spesso accade in geopolitica, le affinità ideologiche si sciolgono come neve al sole di fronte ai crudi interessi nazionali. La situazione tra Islamabad e Kabul è precipitata nelle ultime ore, trasformando i 2.600 km della contesa Linea Durand in un fronte di guerra a bassa (ma non troppo) intensità. Il risultato? Frontiere sigillate, accuse reciproche e, soprattutto, decine di morti e feriti.

Proviamo a mettere in ordine gli eventi di questa crisi, che era tutt’altro che imprevedibile.

Cronologia di una crisi violenta

La tensione non nasce oggi, ma ha avuto un’accelerazione improvvisa e violenta. Ecco i passaggi chiave:

  • Giovedì 10 ottobre: secondo fonti della sicurezza pakistana (anche se Islamabad non ha mai confermato ufficialmente), l’aviazione pakistana conduce un raid aereo su Kabul. L’obiettivo sarebbe il leader del Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), un gruppo militante che da anni combatte lo stato pakistano e che, potremmo dire, è l’equivalente pachistano del movimento talebano. . Il governo talebano afghano accusa immediatamente il Pakistan di aver violato il proprio spazio aereo.
  • Venerdì 11 ottobre: Il TTP, per nulla intimidito, rivendica una serie di attacchi nel nord-ovest del Pakistan che causano la morte di 20 membri delle forze di sicurezza e 3 civili. Una dimostrazione di forza che getta benzina sul fuoco.

    Aree di scontro fra esercito pachistano e TTP

  • Sabato 11 ottobre (notte): Scatta la rappresaglia afghana. Le forze talebane aprono il fuoco contro diverse postazioni di frontiera pakistane. Il Ministero della Difesa di Kabul dichiara che si tratta di una ritorsione per i raid subiti. Inizia uno scontro a fuoco intenso, con uso di artiglieria da entrambe le parti. Si parla perfino di jet abbattuti dai talebani.
  • Domenica 12 ottobre (mattina): Le conseguenze sono pesanti.
    • Kabul dichiara di aver ucciso 58 soldati pakistani, una cifra altissima e non verificabile in modo indipendente, che Islamabad non ha commentato. Gli afghani ammettono 20 tra morti e feriti nelle proprie fila.
    • Il Pakistan risponde che le sue forze hanno inflitto “pesanti perdite” agli afghani e diffonde video che mostrerebbero la distruzione di postazioni nemiche.

    • Chiusura delle frontiere: Islamabad ordina la chiusura di tutti i principali valichi di frontiera, tra cui Torkham e Chaman, bloccando di fatto il commercio e il transito di persone. Una mossa che strangola l’economia afghana, paese senza sbocco sul mare.

Secondo Kabul, gli attacchi sarebbero stati interrotti su richiesta di Qatar e Arabia Saudita, che, come da copione, si sono dette “preoccupate”. Un intervento diplomatico che serve a salvare la faccia, ma che non risolve il problema di fondo, per cui c’è solo da aspettarsi che arrivi un altro pretesto per riprendere il combattimento.

Il vero nodo del contendere: Il TTP

Al centro di tutto c’è il Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), noto anche come “Talebani pakistani”. Sebbene ideologicamente affine ai Talebani afghani, il TTP ha un obiettivo diverso: rovesciare il governo di Islamabad e instaurare un emirato islamico in Pakistan.  Ufficialmente Kabul non sarebbe coinvolta, ma è inutile non notare le vicinanze ideologiche fra le due parti.

Attore Posizione sul TTP
Pakistan Accusa i Talebani afghani di ospitare e proteggere i leader del TTP, permettendo loro di usare l’Afghanistan come base sicura per lanciare attacchi oltre confine.
Afghanistan Nega ufficialmente ogni accusa, affermando che a nessun gruppo è permesso di usare il proprio territorio per minacciare altri paesi. Una smentita a cui, evidentemente, a Islamabad non crede più nessuno.

Il ritorno al potere dei Talebani a Kabul nel 2021, anziché portare stabilità, ha di fatto rafforzato il TTP, che ora si sente protetto da un governo “fratello”. Per il Pakistan, questa è una minaccia esistenziale alla propria sicurezza nazionale. Storicamente l’Afghanistan è sempre stato una fonte di problemi per il subcontinente indiano e, questa volta, il problema è del Pakistan.

Le conseguenze possibili: uno scenario complesso

Questa escalation apre scenari preoccupanti per una regione già molto instabile:

  1. Conseguenze Economiche: La chiusura delle frontiere è un colpo durissimo per l’economia afghana, che dipende pesantemente dal commercio terrestre attraverso il Pakistan. Ma anche per Islamabad rappresenta un danno, interrompendo rotte commerciali vitali.
  2. Rischio di un Conflitto Aperto: Sebbene entrambe le parti non abbiano interesse a una guerra totale, l’escalation potrebbe sfuggire di mano. La retorica nazionalista e le pressioni interne potrebbero spingere i due governi verso azioni sempre più aggressive.
  3. Instabilità Regionale: Un conflitto tra Pakistan e Afghanistan destabilizzerebbe l’intera Asia centrale, creando un vuoto di potere che potrebbe essere riempito da altri gruppi jihadisti, come l’ISIS-K, nemico sia di Kabul che di Islamabad.

In conclusione, quello che stiamo vedendo non è un semplice scontro di frontiera, ma la rottura di un’alleanza di comodo. Il Pakistan, che per anni ha giocato un ruolo ambiguo sostenendo i Talebani afghani, ora ne paga le conseguenze, trovandosi con un vicino ostile che non intende (o non è in grado di) controllare i nemici giurati di Islamabad. Un classico esempio di eterogenesi dei fini che rischia di costare molto caro a entrambi i contendenti.

Soldati pachistani nei pressi del confine

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché Pakistan e Afghanistan, entrambi con governi di matrice islamica, si stanno combattendo? La radice del conflitto non è religiosa, ma strategica e di sicurezza nazionale. Il Pakistan accusa il governo talebano afghano di dare rifugio al gruppo militante TTP (Tehreek-e-Taliban Pakistan), che compie attentati in Pakistan. Sebbene i due gruppi talebani condividano un’ideologia simile, il TTP è focalizzato sulla lotta contro lo stato pakistano. Kabul nega le accuse, ma Islamabad ritiene che non stia facendo abbastanza per impedire gli attacchi transfrontalieri, vedendo questa inerzia come una minaccia diretta alla propria sovranità e sicurezza.

2) Che cos’è esattamente il TTP e che legame ha con i talebani afghani? Il Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP) è un’organizzazione ombrello di vari gruppi militanti islamisti nata nel 2007. Il suo obiettivo è rovesciare il governo del Pakistan e imporre la sua interpretazione della Sharia. È un’entità separata dai Talebani afghani, ma i due gruppi sono strettamente alleati e condividono legami ideologici e storici. Molti combattenti del TTP hanno combattuto a fianco dei talebani afghani contro le forze USA/NATO. Questa alleanza storica è la ragione per cui Kabul è riluttante (o incapace) a reprimere il TTP sul proprio territorio.

3) Quali potrebbero essere le conseguenze economiche di questa crisi? Le conseguenze economiche sono immediate e gravi. La chiusura dei valichi di frontiera come Torkham e Chaman blocca il flusso di merci. Per l’Afghanistan, un paese senza sbocco sul mare, il Pakistan è la principale via per il commercio internazionale e l’importazione di beni essenziali. Un blocco prolungato può causare carenze di cibo, carburante e un’impennata dei prezzi. Anche per il Pakistan c’è un danno economico, seppur minore, legato alla perdita dei dazi doganali e all’interruzione delle esportazioni verso l’Asia Centrale attraverso l’Afghanistan.

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