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Paesi Bassi: cade il governo socialista di Rutte sul diritto d’asilo. Probabili elezioni anticipate

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La coalizione del primo ministro olandese Mark Rutte si è disgregata per una disputa sull’immigrazione. Una riunione di crisi dei quattro partner della coalizione guidata da Rutte è fallita. Le posizioni sulla migrazione nella coalizione sono “inconciliabili”, ha detto Rutte ai giornalisti venerdì sera. Presenterà quindi tra breve le dimissioni di tutto il suo gabinetto al re Guglielmo Alessandro per iscritto. Le porte sono aperte a nuove elezioni anticipate nelle quali forse si presenterà per l’ennesima volta. Rutte, detto Bostik per il suo attaccamento alla sedia, alla fine potrebbe lasciare.

Si tratta dell’ennesimo colpo alla maggioranza PPE-Socialisti-Liberali che governa l’Europa e che sembra debba essere dismessa.

Come altri paesi europei, i Paesi Bassi sono alle prese con la questione di come affrontare il gran numero di immigrati. Il partito di centrodestra VVD del primo ministro aveva proposto regole un po’ più severe per i richiedenti asilo e aveva minacciato di lasciare il gabinetto se le misure proposte da Rutte non fossero state approvate. Nello specifico, Rutte chiede di rendere più difficile il ricongiungimento familiare per i rifugiati di guerra.

Il partito cristiano-democratico Christen Unie aveva dichiarato di “non poter accettare la proposta di Rutte” e il partito di centrosinistra D66 del ministro delle finanze Sigrid Kaag avrebbe respinto la richiesta.

Il governo olandese è in disaccordo sulla questione da quando si è insediato un anno e mezzo fa. Il tema dell’immigrazione ha segnato tutta la sua breve vita. Lo scorso anno è scoppiato uno scandalo quando un bambino è morto in un affollato centro per migranti. Il precedente governo di Rutte si è dimesso nel 2021 dopo uno altro scandalo sulla disrribuzione scorretta degli assegni familiari. Le domande di asilo nei Paesi Bassi sono aumentate di un terzo a oltre 46.000 l’anno scorso e dovrebbero salire a più di 70.000 quest’anno, un nuovo massimo dal 2015.

Dopo quasi 13 anni nella carica di primo ministro, Rutte, 56 anni, è uno dei capi di governo più longevi dell’UE. Dal gennaio 2022 guida il suo quarto gabinetto dopo i negoziati di coalizione durati ben nove mesi, rendendoli i più lunghi nella storia del Paese. Erano necessari un totale di quattro partiti per ottenere la maggioranza nella seconda camera del parlamento: il liberale di destra VVD di Rutte, il liberale di sinistra D66, il CDA cristiano-democratico e la piccola Unione cristiana.

La coalizione liberali-socialisti-democristiani crolla nei consensi

Dopo numerose crisi, i numeri dei sondaggi della coalizione erano diminuiti drasticamente. Nelle ultime elezioni della Camera Federale, che non dà la fiducia, ha stravinto il partito BBB che si oppone alle politiche anti-agricoltura e iper-ambientaliste del governo. Questo partito guida anche gli ultimi sondaggi politici per il parlamento e potrebbe allearsi con il PVV  (ID) JA21 e SGR (ECR) e cambiare il governo nei Pwesi Bassi.

Se l’intenzione di Rutte fosse quella di candidarsi alla carica di primo ministro per la quinta volta in una nuova elezione, gli osservatori ipotizzano che ci possa essere stata una strategia la caduta sul diritto d’asilo. L’idea potrebbe essere quella di rifarsi una verginità politica su un tema sovranista come quello del controllo dell’immigrazione, sperando di riconquistare gli elettori del BBB.  

Bostik riuscirà a convincere gli olandesi?

 


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