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OLTRAGGIATA LA TOMBA DEL COLLABORAZIONISTA GEN. PETAIN, I FRANCESI INIZIANO A INCAZZARSI?

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Nel silenzio più totale dei media italiani, apprendiamo la notizia dalla RSI (Radio Televisione Svizzera), che sabato 21 luglio scorso è stata oltraggiata la tomba di Phillipe Pétain spezzando la croce e appicando fuoco gettandovi sopra un cestino di rifiuti in fiamme di cui riportiamo qui la fonte

http://www.rsi.ch/news/mondo/Profanata-la-tomba-di-Pétain-9362140.html

Ricordiamo che il Generale Pétain fu a capo del governo collaborazionista di Vichy dal 10 luglio 1940 (16 giorni dopo la resa alla Germania nazista) fino al 3 giugno 1944 ed è ricordato dai cittadini d’oltralpe come uno dei simboli della vergogna per aver supinamente sottostato all’occupazione tedesca che tanto inflisse così dure umiliazioni al popolo francese. Condannato alla fine della guerra alla pena capitale nel processo a suo carico per alto tradimento e collaborazionismo con il nemico, fu graziato dallo stesso De Gaulle che tramutò la sentenza in carcere a vita nonostante i francesi fossero tutti d’accordo per la fucilazione.

La tomba anche in passato è stata oggetto di atti di vandalismo come nel 2007, ma questa volta invece assume un significato molto particolare e significativo.

Infatti, dopo l’elezione di Emmanuel Macron alla presidenza della repubblica francese salutata da tutti gli europeisti sparsi per il Vecchio continente con manifestazioni di giubilo e in particolar modo da quelli italiani rimasti delusi dalla sconfitta della “loro” Clinton, il buon giovane trentanovenne ha subito fatto emergere intenzioni e metodi non del tutto graditi anche da chi al ballottaggio ha apposto la croce sul suo nome. D’altronde la popolarità del successore di Hollande è crollata del 10% in un solo mese e, se il trend continuerà di questo passo, dopo l’estate la maggioranza dei francesi rimpiangerà senz’altro di non aver votato la Le Pen!

Ma cosa ha a che fare con tutto questo l’atto vandalico (perché si badi bene che di atto vandalico esecrabile si tratta quando si profana per qualsiasi motivo una tomba) con Macron?

C’entra eccome, perché il “Renzi francese” è in così breve tempo riuscito a scontentare molti strati della società ad iniziare proprio dai militari i quali storicamente occupano un posto di primo piano nelle gerarchie del potere transalpino. Non scordiamo l’orgoglio generalizzato della grandeur della Francia che si concretizza nel vanto di avere il seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e un fornitissimo equipaggiamento nucleare nel proprio arsenale.

Ebbene Macron ha subito “messo le mani” sul bilancio militare con ulteriori tagli per 850 milioni di euro considerati non compatibili con il mantenimento dello status di cui si accreditano (giustamente!) le forze armate francesi al punto da provocare le dimissioni immediate per protesta del Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. Pierre de Villiers, che fra l’altro controlla anche la potentissima e onnipresente Gendarmerie (i nostri Carabinieri e Polizia insieme). Praticamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo che il governo francese aveva incredibilmente assegnato una robusta commessa per la sostituzione del sempre affidabile fucile d’assalto Famas, costruito a Saint Etienne, per il “chiacchierato” HK416F prodotto in Germania dalla decotta fabbrica Heckler & Kock tenuta in vita da continue “trasfusioni” di aiuti di Stato. Il fucile tedesco soprannominato dalle truppe “cazzo storto” ha grossissimi problemi di surriscaldamento che lo rendono praticamente quasi inutilizzabile in azioni militari!

Ma le vere dimissioni dell’alto generale sono maturate soprattutto alla luce del fatto che in Francia sta accadendo lo stessa cosa che è avvenuta in Italia: barattare con la Germania flessibilità sui conti pubblici in cambio dell’alternanza del seggio permanente all’ONU e la condivisione dell’armamento atomico. Argomenti inconcepibili per qualsiasi militare francese che in ogni caso considera ancora i tedeschi a livello di DNA i propri nemici storici.

Praticamente lo stesso “format” ricattatorio utilizzato nei nostri confronti in cambio dell’invasione silente dei migranti. La Germania ormai padrona assoluta e incontrastata delle sorti della UE riesce con facilità ad ottenere tutto ciò che vuole perché ha il coltello dalla parte del manico con la scusa del rispetto dei vincoli nei conti pubblici. Non sono riusciti con i panzer a prendersi l’Europa per ben due volte? Ci stanno riuscendo perfettamente ora senza sparare neanche un colpo di cerbottana perché una diffusa classe di politici scellerati, imbecilli e collaborazionisti hanno firmato il Patto di Stabilità, folli regole europee e tutto quello che gli si chiedeva di firmare, senza preventivamente verificare gli effetti e l’impatto sulle proprie economie. Caduti nella trappola ora per rimanere a galla sono disponibile a sottostare a qualsiasi ricatto anche se questi vanno contro gli interessi nazionali e a favore di altri.

Quindi il gesto di profanare la tomba di un collaborazionista come Pètain, simbolo massimo della sudditanza ai tedeschi, assume in questo momento un profondissimo e circostanziato significato e chi l’ha compiuto non è il solito idiota isolato di turno, ma qualcuno che ha voluto lanciare un preciso monito a chi ora si sta piegando come 77 anni fa ai nazisti.

L’unica differenza che in Francia ancora hanno un barlume di orgoglio nazionale e lo tirano fuori, mentre in Italia lo spettacolo di sudditanza è imbarazzante.

Ma il seme della resistenza è stato seminato ovunque e si può star ben certi che anche questa volta alla fine saranno sempre gli stessi a perdere!

Antonio M. Rinaldi


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