Esteri
Oliver Stone sostiene che con H. Clinton andremo in guerra: posizione purtroppo condivisibile, con il fine di nascondere il disastro Dem-Obamiano in politica estera ed economica
Come ben sapete, pur in momenti in cui sembra non essere più di moda, lo scrivente continua a reputarsi filoamericano: si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno e temo che gli USA post Obama abbiano bisogno di molti amici, visto che ne hanno persi tanti negli ultimi 8 anni…
Fatta questa dovuta premessa – sperando di contribuire ad evitare quanto nel titolo – non posso non rilevare che Hillary Clinton è stata certamente più co-artefice che complice di una politica estera ed economica disastrosa dei democratici USA negli ultimi 18 anni. Dico 18 anni in quanto, come vedremo di seguito, le colpe ed i conseguenti disastri democratici non si limitano alla presente amministrazione ma affondano invero le proprie radici nella presidenza di Bill Clinton e nella cancellazione del Glass-Steagall Act (vedasi oltre), soprattutto in merito alla radice dei mali economico-finanziari che oggi non possiamo non rilevare nei mercati assuefatti dal credito facile [infatti non ne vogliono più di debito, nemmeno a tassi a zero o quasi, ndr] e nell’aspetto sociologico dell’economia, bolle azionarie e patrimoni in mano di pochissimi inclusi. Si rammenti che H. Clinton ha avuto un ruolo preponderante nell’impostare la politica di Obama durante il suo mandato come Segretario di Stato.
Dunque, riprendendo l’interessante spunto di Zerohedge ripreso da Wallstreetitalia*, cito:
“La Clinton, scrive Stone, ha supportato “i bombardamenti Nato sulla ex Jugoslavia, la guerra di Bush in Iraq ancora in corso, la confusione in Afghanistan, e, come Segretario di Stato, la distruzione dello stato secolare della Libia, il golpe in Honduras e l’attuale tentativo di cambio di regime in Siria”. Un curriculum più simile a quello di un leader conservatore che a quello di un Democratico.”
Tutto corretto nell’articolo citato, come pure il parallelismo con Donald Trump che pur impresentabile rappresenta l’ultimo baluardo contro l’annichilimento della classe media americana e globale, o quel che resta di essa. Ossia contro l’annichilimento della spina dorsale – la classe media – dello spirito capitalistico che ha fatto grande l’America agli occhi del mondo.
Va aggiunto che i disastri economici che culminarono con il crollo di Lehman Brothers derivano innegabilmente dalla improvvida decisione di Bill Clinton di cancellare il Glass-Steagall Act che imponeva – per evitare il ripetersi di un altro ’29 – la separazione tra banche d’affari e commerciali, causando precisamente quello che abbiamo visto sul subprime: ecco, in plain italian, diciamo chiaramente che lo scandalo subprime del 2008 deriva dalla cancellazione di detto Act nel 1998, fatto che ha permesso alle banche la commistione che abbiamo visto negli scandali dei mutui di fatto inesigibili (subprime) impacchettati in prodotti finanziari rivenduti al mercato dagli stessi soggetti che li originavano (non a caso Bill ed Hillary Clinton sono coccolatissimi e supportatissimi della finanza USA). Stesso problema che ci portò alla crisi del ’29, stesso accumulo di debito speculativo e di finanza allegra impersonificati nei mutui subprime, stesse conseguenze economiche (deflazione oggi come ci fu deflazione nel post ’29).
Il vero problema non sta, appunto, nel problema ma certamente nella soluzione ai due mali deflattivi separati da poco meno di un secolo: la guerra (mondiale). Infatti il crollo del ’29 comportò una crisi che venne veramente risolta SOLO dalla salvifica seconda guerra mondiale, con un’entrata nello scenario bellico globale degli USA – contro i voleri della cittadinanza – grazie all’attacco di Pearl Harbour, esso stesso conseguenza diretta di provocazioni americane al Giappone che durarono una decina d’anni (come non vedere il parallelismo con le provocazione Usa alla Russia in Ucraina e Sirya dei nostri giorni!):
Ed ecco spiegato perchè, correttamente, Oliver Stone afferma che la Clinton ci porterà alla guerra. Si, Hillary Clinton rischia di rappresentare la parte – permettetemi – snaturata della politica democratica USA: basti ricordare che i governi americani più ideologicamente guerrafondai dal 1900 sono stati Democratici, ad esclusione di JFK che negò l’interventismo estero (ed infatti fu ucciso per essere sostituito dal Dem Lyndon Johnson che scatenò la folle ed ingiustificata guerra del Vietnam, i motivi veri dell’uccisione di JFK ancora oggi restano un mistero dopo gli innumerevoli rinvii nella pubblicazione degli atti completi della commissione Warren). Parimenti va ricordato come F.D Roosevelt che dichiarò guerra a Germania e Giappone lo fece, proprio come potrebbe accadere oggi con la Russia, contro il volere della cittadinanza e con lo scopo di nascondere gli enormi errori fatti in economia, i vari New Deals che si susseguirono furono un vero fallimento per la risoluzione della crisi post-1929. Di fatto tali fallimenti in economia vennero fatti passare in secondo piano grazie alla salvifica guerra!
Non a caso, come ben ci ricordano le copertine del Time, Obama è il presidente più Roosveltiano della storia democratica USA:
Questo aspetto, il parallelismo tra Roosevelt e Obama, è stato ben spiegato oltre che dal Time anche dal filo-Dem Washington Post**, il quale cita come nesso tra i due presidenti:
“Roosevelt – che è stato presidente dal suo primo insediamento nel 1933 fino alla sua morte nel 1945 – ha presieduto un periodo di notevole polarizzazione al Congresso. I Democratici erano diventati più conservatori ed i repubblicani più liberali nel loro complesso, spesso si sono pre-accordati tra loro sulle questioni da votare”
Sta di fatto che la chiosa di Oliver Stone è assolutamente da enfatizzare, come monito del rischio anche ideologico (cripto-fascista?) che il mondo rischia di correre mandando a Washington un presidente che temo potrà a buon titolo essere definito come tra i più compromessi – e dunque guerrafondai – della storia:
“…”Credo che il fascismo sia ancora il nostro più grande nemico”, scrive Stone in chiusura, “e il suo volto è ovunque nelle nostre cosiddette democrazie. Esso è sempre stato legato a interessi economici che erano al potere. Questo è ciò che è il fascismo e il pericolo in cui ora ci troviamo. Sanders parla di denaro, ascoltatelo. Parla con chiarezza del denaro e del suo potere distorsivo”
In tutto questo resta il fatto che lo scrivente ritiene sia decisamente preferibile un Trump repubblicano imperfetto ad un dem-socialista come Sanders, a cui va comunque il massimo rispetto per la sua sana ideologia politica, nei principi: in ogni caso è perfettamente comprensibile – per il bene globale – perchè agli occhi di un rispettabile Democratico come Oliver Stone sia preferibile Bernie Sanders a Hillary Clinton, soprattutto in un’epoca dove per la prima volta nella storia dell’umanità tutti i grandi contendenti globali con le armi strategiche possono reciprocamente distruggere il mondo intero.
Mitt Dolcino
____________________
*
http://www.wallstreetitalia.com/oliver-stone-con-clinton-presidente-andremo-in-guerra/
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.