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Oggi Guaidò sfida Maduro faccia a faccia. Che succede in caso di scontro militare Colombia-Venezuela?

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Juan Guaidò, dopo aver incontrato i presidenti di Argentina ed Equador ed averne ottenuto l’appoggio, ha deciso di tornare il Venezuela sfidando direttamente Maduro. Sulla sua testa pende un’accusa pesante, per aver violato il divieto di lasciare il paese mentre era sotto accusa, e quindi rischia l’arresto ed una condanna a 30 anni. per questo ha chiesto ai membri dell’assemblea nazionale di unirsi a lui per evitare l’arresto ed a chiesto a tutti i venezuelani di scendere in piazza a protestare per porre fine al governo di Maduro.

Dall’estero l’autonominato presidente non poteva fare molto, ed anche se qualche centinaio di militari aveva defezionato, insieme ad alcuni ambasciatori, tra cui quello in Portogallo, per cui l’unica soluzione rapida alla crisi è quella di riuscire ad ottenere una sollevazione civile ed un pronunciamento militare, convincendo, con le buone o le cattive, i papaveri del regime decidano di prendere un aereo ed andarsene. Il problema non sarà tanto con la dirigenza, ma con i Collectivos, i gruppi paramilitari del partito, e con quella fetta della Guardia Nazionale Bolivariana troppo compromessa per potersi arrendere, e non è neppure detto la guardia nazionale getti le armi.

Se si giungesse allo scontro e l’esercito venezuelano non deponesse le armi, potrebbe essere piegato da un intervento esterno? Ovviamente si, ma non da singoli stati.

La COLOMBIA ha una buona forza armata, ben attrezzata a livello personale, con un’ampia dotazione di armi israeliane personali, ma non ha una vera e propria forza corazzata,  solo IFV moderni (come il LAVIII  canadese ed il Cascavel brasiliano), ma anche M3 Stuart e Groundhod della seconda guerra mondiale, roba che si vede nei musei o nelle rievocazioni storiche.

il VENEZUELA ha invece una vera e propria componente corazzata, con 192 T72B russi, 90 AMX 30 francesi ed una trentina di vecchi AMX13, fase di aggiornamento o di eliminazione. A questo si aggiunge una grossa dotazione di missili terra terra, di fornitura russa, e di IVF di varia provienza. Il punto debole di un esercito sulla carta molto più attrezzato di quello colombiano è che il secondo viene da anni di lotta contro le FARC ed è quindi molto ben preparato ad una guerra leggera nella giungla, in un terreno collinare o montagnoso.

Amx30

AMX 13

Anche le forze aeree presentano lo stesso problema. La COLOMBIA ha una forza di attacco/caccia molto limitata, costituita solo da 21 caccia Kfir Israeliani, cioè Mirage V modificati e migliorati dalla IAI. Per il resto ci sono 14 Cessna e 24 Supertucano anti-insurrezione, oltre a 6 vecchi DC3 aggiornati anche in questo caso a cannoniere. Il minimo sindacale come forza aerea,

Super Tucano

Il VENEZUELA in teoria  è ben superiore, con 35 Sukhoi Su 30 piuttosto moderni e 16 F16A della prima serie e probabilmente con una manutenzione lacunosa, viste le sanzioni dagli USA, ma i Sukhoi bastano ed avanzano per la superiorità aerea, tanto più che ce ne sono 12 in ordine. Ci sono poi i soliti Embraer 312 da addestramento ed anti-insurrezione ed una ventina di SIAI Marchetti SF 26o.

Sulla carta non ci sarebbe gioco per la Colombia, che però ha pochi mezzi, ma omogenei e può contare su un flusso continuo di pezzi di ricambio. Uno scontro leggero, di frontiera, potrebbe vedere Bogotà come un avversario attivo, ma se il Venezuela si impegnasse seriamente vedrebbe lo sfidante in grosse difficoltà, perchè non potrebbe imporre la superiorità aerea e non potrebbe fare altro che chiedere aiuto o al Brasile o, direttamente, agli USA.

 


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