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Notre Dame bruciata. Tempo di ricostruire e preventire

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Notre Dame brucia o meglio, ormai, è bruciata. Come dice Le Parisien ci sono dei dubbi circa la robustezza della  struttura rimasta. Alle 3.30 del 16 aprile, dopo oltre otto ore, i vigili hanno dichiarato spento l’incendo:

IL DISASTRO: strutture secolari, anche se in parte già ricostruite nelll’ottocento, sono andate perdute. Soprattutto sono andate perdute le stupende  vetrate antiche dei rosoni.

quindi tutte le strutturre lignee antiche sono bruciate, proprio quelle che erano sotto restauro, e questo ha un tocco di ironico nella tragedia.  Quello che è stato perso può essere ricostruito, ma non sarà facile e non sarà antico. Purtroppo ci sono dei dubbi circa la tenuta delle strutture, provate dal calore dell’incendio.

QUELLO CHE SI E’ SALVATO: gli interni sono stati meno danneggiati di quanto non sembrasse. La Croce al termine della chiesa è rimasta intatta.

Ci sono macerie sul pavimento ed una porzione importante del tetto è caduta. Un disastro, ma per fortuna i reliquiari e le opere d’arte più importanti sono stati portati via. La chiesa era colma di reliquie cumulate nei secoli, fra cui la Corona di Spine ed un frammento della Croce.

LE CAUSE: si parla di cause dolose e colpose. Troppo presto per dirlo. In Italia abbiamo avuto due incendi apparentemente simili di teatri, La Fenice di Venezia ed il Petruzzelli di Bari, di cui uno con cause colpose ed il secondo dolose. Nel primo caso la distruzione è stata tale che non si è potuti neppure identificare il punto esatto in cui è scoppiato l’incendio. Ricordiamo che La fenice era sottoposta a lavori di manutenzione quando scoppiò l’incendio. Anche nel caso di atto colposo si mette in evidenza l’impreparazione dei committenti e delle misure di sicurezza.

I SOCCORSI. Un città con opere d’arte così importanti dovrebbe essere dotata dei mezzi più moderni. Appare almeno particolare che non ci sia stato nessun tentativo di spegnere l’incendio sul tetto. Chiaramente i getti d’acqua diretti non potevano raggiungerlo, e getti  massivi di liquido   sono pericolosi (I famosi Canadair avrebbero danneggiato la struttura)  Però ci sono altre vie, com droni che trasportano i getti,

Oppure anche una catena di droni estinguenti, come questo prototipo cinese

 

Questo è solo un esempio, ed appare singolare che in una città capitale come Parigi, delle dimensioni della Ville Lumiére, non abbia nessuno strumento tecnologico per far fronte a queste catastrofi. Questi sono settori in cui la ricerca dovrebbe essere incentivata massimamente, sia per le ricadute nella  tutela dei beni culturali, delle vite umane ( se fosse stato un grattacielo?) ed anche per i potenziali ritorni economici. Anche qui bisogna guardare ed investire nel futuro senza vincoli di bilancio.

 


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