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Non toccateci Immigrant Song (di Rosalba Frangipane) (e soprattutto studiate l’inglese!!)

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Figura da CIOCCOLATAIA della Simona Ventura che vuol fare la progressista senza conoscere UN TUBO di musica ed anche di inglese. Cosa più grave lo stesso accade fra tutti quelli che lavorano in RAI. Forse è tempo di un po’ di sano rinnovamento…

Raramente dalle pagine di questo sito capita di occuparsi di musica e raramente di musica hard rock, ma questa volta ci tocca. Nella seconda puntata del programma The Voice of Italy, in onda su Rai 2 due sere fa, la conduttrice Simona Ventura, durante l’ esibizione di uno dei concorrenti che si presentava in gara con il brano “Immigrant Song” dei mitici Led Zeppelin, ha pronunciato una frase diretta al ministro Matteo Salvini ed evidentemente anche alle politiche messe in atto dal governo italiano per fronteggiare l’immigrazione.

La scena è la seguente: il concorrente sta cantando (un po’ a fatica) tutti ballano e ondeggiano sorridenti e inebriati al ritmo frenetico della musica ma ad un certo punto la Ventura, circondata dagli amici del concorrente, e presa dal ritmo incalzante se ne esce fuori con la frase: “E’ la canzone di Salvini questa..”. L’esibizione finisce e il concorrente viene ahimè bocciato senza appello dai giudici. A questo punto lei, che nel frattempo ci è rimasta malissimo, (i conduttori vorrebbero che tutti i concorrenti vincessero?) prosegue sul tema immigrazione molto convinta e insistente (per lei il riferimento esplicito: è nel titolo inglese “Immigrant Song…”) aggiungendo al male il peggio dice:

….Io l’avrei fatta passare solo per il testo

– o “per il pezzo” – ma il significato cambia poco a questo punto. Così poco dopo sui social giustamente scoppia la bufera, perché quel brano con il ministro Matteo Salvini e con la questione immigrazione dei giorni nostri “non c’entra una mazza”.

La prima domanda che ci siamo posti è se la scelta del celebre brano Immigrant Song sia stata una scelta personale del concorrente o dello staff di produzione. Ebbene non lo sapremo mai.

Qualche riflessione l’abbiamo fatta se non fosse perché, a dirla tutta, presentarsi con una canzone simile che praticamente solo Robert Plant poteva cantare, perché naturalmente dotato di quella sua particolarissima tonalità di voce, in pratica vuol dire andare a sfracellarsi senza airbag. Trovare infatti sulla faccia della terra qualcuno che almeno si avvicini a lui è veramente difficile. Vero è, infatti, che fra i diversi gruppi musicali cover rock presenti sulla scena (in Italia famosi e bravissimi sono The Presents) che girano per i locali riproponendo i brani dei Led Zeppelin che purtroppo non ci sono più, evitano nella scaletta della serata Immigrant Song che è proprio una di quelle che non viene mai riproposta o riproposta a fatica, tanto è difficile.

La seconda domanda che ci siamo posti è questa:  se almeno due nozioni, due, di inglese (anche perché il testo del brano è semplice) non siano alla portata di tutto uno staff che sta dietro ad un programma tv. Un programma, The Voice, che va in onda registrato e quindi certe inesattezze culturali potevano essere volendo eliminate in montaggio.

Non ci è voluto molto e sul web si è scatenato di tutto. Infatti occorre maneggiare con cura certi argomenti come la musica rock e hard rock degli anni 70 perché chi la conosce da tempo e la ascolta appassionatamente è di solito molto preparato, molto preciso e non lo puoi mica fregare. E Immigrant song non c’entra assolutamente nulla con il significato che gli si è voluto attribuire forzandone un contenuto che non c’è.

Quel brano non ha nulla a che vedere con l’immigrazione che stiamo vivendo oggi, con le centinaia di migliaia di poveri, di disperati che dall’Africa, e non solo da lì, vogliono venire in occidente e in Europa.

Le parole del testo e il ritmo fortissimo e trascinante rilasciano infatti un’ ode, una preghiera di guerra, di conquista, di valore di combattenti eccelsi quali furono i Vichinghi tra il 900 a.C. e 1100 d.C. “I figli di Odino” sulle loro potenti navi e anche via terra si spinsero alla conquista in tutta Europa dall’Inghilterra alla Spagna.

Veniamo dalla terra del ghiaccio e

della neve, dal sole di mezzanotte

Dove sgorgano le fonti di acqua calda

Il Martello degli Dei guiderà le nostre navi

verso nuove terre per combattere le orde

Cantando e piangendo

Valhalla sto arrivando….”

Così le parole della canzone. “Valhalla I’m coming” – canta Robert Plant pensando appunto a Valhalla, la grandissima sala con il tetto di scudi d’oro dove il dio Odino attendeva i guerrieri morti dopo la valorosa battaglia accompagnati dalle Valchirie nel suo mondo divino di Asgrad.

Robert Plant scrisse Immigrant Song nella seconda metà del 1970 insieme al chitarrista Jimmy Page, questo bellissimo brano voleva celebrare lo spirito, la filosofia dei guerrieri vichinghi nel di allora. Trovare un seppur minimo nesso nell’attualità politica e sociale di oggi non solo è una forzatura, ma per i cultori potremmo dire tranquillamente un affronto. Nel 1970 Il gruppo rock dei Led Zeppelin venne invitato dal Governo islandese per un evento culturale promosso insieme all’Università di Reykjavik a tenere un concerto nella lontana isola ai confini del polo nord. Al concerto assistette ben il 2,5 % della popolazione e fra questi migliaia di giovani islandesi entusiasti e acclamanti. Fu un evento memorabile per il gruppo musicale, che colpì l’animo del musicista al punto che dopo quell’ esperienza scrisse questa canzone.

Un conduttore di un programma musicale o almeno lo staff che lavora dietro le telecamere si presume che un minimo sia informato, senza bisogno di essere per forza un Bertoncelli o un Luzzatto Fegiz… Ma per favore, la prossima volta, non fateci più male di così.

 


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