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Nigeria: esplode raffineria illegale. Decine di morti

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Dai 18  ai 30 morti , tra cui una donna incinta,  vi sono stati nel sud della Nigeria quando una raffineria di petrolio illegale è esplosa e si è quindi incendiata, secondo quanto riferito dai residenti alle fonti di informazione internazionali. 

L’incendio è avvenuto lunedì presto nel distretto di Emohua nello stato di Rivers, quando una raffineria artigianale ha incendiato un vicino giacimento petrolifero, lasciando le vittime gravemente ustionate. Le raffinerie artigianali che lavorrano petrolio rubato sono uno dei grandi problemi della Nigeria, dove i furti di petrolio sono giunti a causare perdite per 46 miliardi di dollari.

“L’incendio è iniziato molto tardi… 18 vittime sono rimaste bruciate in modo irriconoscibile mentre 25 feriti sono stati salvati”, ha detto Olufemi Ayodele, portavoce del locale Corpo di sicurezza e difesa civile della Nigeria, ma la cifra dei morti potrebbe essere ben superiori.

“La maggior parte delle vittime erano giovani… una donna incinta e una giovane donna che si preparava per la cerimonia di matrimonio il mese prossimo sono state tutte vittime”, ha detto.

In un altro rapporto, l’agenzia di stampa Reuters, citando un leader della comunità locale di Ibaa, ha affermato che nell’incendio sono morte almeno 37 persone.

“Trentacinque persone sono rimaste coinvolte nell’incendio. Anche due persone che hanno avuto la fortuna di scappare sono morte questa mattina [martedì] in ospedale”, ha detto a Reuters Rufus Welekem, il capo della sicurezza della comunità.

La raffinazione illegale è comune nella regione nigeriana del delta del Niger, ricca di petrolio, poiché i locali poveri sfruttano gli oleodotti per produrre carburante da vendere a scopo di lucro. La pratica, che può essere semplice come far bollire il petrolio greggio in fusti per estrarre il carburante, è spesso mortale.

La Nigeria – membro dell’OPEC e uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Africa – ha cercato per anni di reprimere le raffinerie di greggio illegali, con scarso successo, in parte perché sono coinvolti politici e funzionari della sicurezza con potenti legami, dicono i gruppi ambientalisti locali.

I furti di petrolio greggio, gli atti vandalici negli oleodotti e le battaglie legali per le fuoriuscite di petrolio stanno spingendo le major petrolifere che operano in Nigeria a vendere le loro attività onshore e in acque poco profonde per concentrarsi sulle operazioni in acque profonde. Nello stesso tempo il governo sta impegnandosi al massimo nella distruzione di queste strutture illegali e ppericolose.

 


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