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Nestlé, la “cura” del nuovo CEO: via 16.000 dipendenti, ma la cinica Borsa festeggia
Nestlé annuncia un maxi-taglio da 16.000 posti di lavoro. Una mossa drastica del nuovo CEO per aumentare i profitti e l’efficienza, che fa volare il titolo in borsa, ma anche la conflittualità sociale. Ecco cosa sta succedendo nel colosso svizzero e perché i mercati approvano.

Sembra un paradosso, ma nella cinica borsa, a breve termine, non lo è: un’azienda annuncia un taglio drastico del personale e il suo valore in Borsa schizza verso l’alto. È esattamente quanto accaduto a Nestlé, il colosso alimentare svizzero, che ha visto le sue azioni guadagnare oltre l’8% (il miglior rialzo dal 2008) dopo aver comunicato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 16.000 posti di lavoro, circa il 6% della sua forza lavoro globale.
La mossa porta la firma del nuovo Amministratore Delegato, Philipp Navratil, insediatosi da poco dopo un inatteso cambio al vertice, che ha usato parole chiare per descrivere la situazione: “Il mondo sta cambiando e Nestlé deve cambiare più velocemente”. Un messaggio diretto ai mercati e agli investitori, che sembrano aver apprezzato la determinazione del nuovo management.

Quotazioni Nestlé da Tradingeconomics
Una ristrutturazione profonda per aumentare i profitti
La “dieta” imposta da Navratil non è superficiale. Il piano di tagli, da attuare nei prossimi due anni, si concentra su due aree principali:
- 12.000 posti di lavoro amministrativi in varie funzioni e aree geografiche.
- 4.000 posti già in fase di taglio nei settori della produzione e della catena di fornitura.
L’obiettivo è evidente: snellire la mastodontica struttura del gruppo per renderla più agile e, soprattutto, più redditizia. Questa operazione dovrebbe portare a un risparmio di circa un miliardo di franchi svizzeri, più di 900 milioni di euro, una cifra considerevole che ha immediatamente acceso l’entusiasmo degli analisti. Non è la prima volta in cui si assiste a tagli dl genere che poi vengono annullati dalla competizione esterna, ma il mercato non vede così a lungo, vive di annunci.
Il mercato, come si suol dire, “sconta” il futuro a breve termine: la previsione è che questa ristrutturazione aumenti la redditività futura, con un impatto positivo sugli utili per azione e, di conseguenza, sulla capacità di distribuire dividendi o di reinvestire per crescere ancora.
Dettagli del Piano | Cifre Chiave |
Tagli totali | 16.000 (6% forza lavoro) |
Aree coinvolte | Amministrazione, Produzione |
Risparmio previsto | 1 Miliardo CHF |
Nuovo obiettivo risparmio | 3 Miliardi CHF entro il 2027 |
Il piano di Navratil non si ferma qui. L’azienda ha alzato l’asticella del suo obiettivo di risparmio complessivo a 3 miliardi di franchi svizzeri entro la fine del 2027. Una mossa che arriva in un momento in cui, paradossalmente, i conti non vanno affatto male. I dati degli ultimi nove mesi hanno mostrato risultati superiori alle attese, con una solida crescita organica delle vendite (+3,3%), trainata da un aumento dei prezzi.
Un nuovo corso dopo le tempeste al vertice
La decisione di Navratil assume un significato ancora più forte se si considera il recente “terremoto” ai piani alti di Nestlé. Il suo predecessore, Laurent Freixe, è stato rimosso dopo solo un anno a causa di uno scandalo interno, che ha portato anche alle dimissioni anticipate del presidente Paul Bulcke.
Il nuovo duo alla guida, composto da Navratil e dall’ex CEO di Inditex, Pablo Isla, come nuovo presidente, si è trovato con la pressante necessità di presentare un piano convincente per rilanciare la crescita e, non meno importante, per ripristinare un’immagine di stabilità e buona governance. A pagare il prezzo sono stati i dipendenti.
Intanto però l’aziende deve anche completamente risolvere lo scandalo che ha coinvolto il settore delle acque minerali francesi, con il marchio Perrier pesantemente coinvolto e giunto perfino a livello governativo a Parigi.
Con questa mossa, Navratil, un veterano con oltre 20 anni di esperienza in azienda, ha messo subito in chiaro quale sarà la sua linea: promuovere una “cultura aziendale che abbraccia una mentalità orientata alle alte prestazioni”, dove la vittoria viene premiata e non si accettano perdite di quote di mercato. Una dichiarazione d’intenti che, almeno per ora, ha pienamente convinto la finanza, ma che in passato ha, appunto, generato scandali come quello francese. Resta da vedere come reagiranno le parti sociali e quale sarà l’impatto reale di questa drastica cura dimagrante e se i costi indiretti non rischieranno di mangiarsi l’utile
Domande e Risposte per il lettore
Perché Nestlé taglia posti di lavoro se le vendite sono in crescita?
Sebbene le vendite organiche mostrino una crescita, l’azienda punta a migliorare la redditività e l’efficienza in un mercato globale sempre più competitivo. I tagli mirano a ridurre i costi fissi, snellire la complessa struttura burocratica e liberare risorse da reinvestire in settori a più alta crescita e innovazione. Questa strategia, pur essendo socialmente dolorosa, è pensata per garantire la sostenibilità e la competitività del gruppo nel lungo periodo, rispondendo alle pressioni degli investitori per margini di profitto più elevati.
Come mai la Borsa reagisce positivamente a una notizia di licenziamenti?
La reazione della Borsa può sembrare cinica, ma segue una logica puramente finanziaria. I licenziamenti su larga scala vengono interpretati dagli investitori come una decisa azione di riduzione dei costi, che si tradurrà in maggiori utili futuri. Un’azienda più “leggera” e con costi inferiori è percepita come più profittevole e solida. L’aumento del valore delle azioni (+8%) riflette la fiducia del mercato nella capacità del nuovo CEO di rendere Nestlé più efficiente e di aumentare il valore per gli azionisti nel prossimo futuro.
Chi è il nuovo CEO Philipp Navratil e cosa vuole cambiare?
Philipp Navratil è un manager di lunga data all’interno di Nestlé, con oltre vent’anni di esperienza, recentemente a capo del business di successo di Nespresso. La sua nomina è avvenuta dopo un improvviso cambio al vertice. Il suo obiettivo, come dichiarato, è rendere Nestlé più veloce e reattiva ai cambiamenti del mercato globale. Vuole instaurare una “cultura ad alte prestazioni”, focalizzata sulla vittoria contro i competitor e sull’efficienza. La sua prima mossa, questo drastico piano di ristrutturazione, dimostra la sua volontà di prendere “decisioni difficili ma necessarie” per raggiungere questi scopi.

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