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NEL SILENZIO PIU’ TOTALE DEI MEDIA ITALIANI LA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA METTE IL PRIMO CHIODO SULLA BARA DELL’EURO

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In Italia è ferragosto e quindi tutti sono al mare, al sole, in vacanza, anche se magari se ne stanno a casa perchè non si possono permettere le ferie .

Purtroppo non è lo stesso in Germania, dove una pensante pronuncia della Corte Costituzionale del 14 agosto rischia di mettere la prima pietra per la Tomba della BCE e dell’Euro.

La Corte Costituzionale Tedesca ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la decisione circa la legittimità della politica  monetaria espansiva tramite acquisto di titoli sul mercato secondario : infatti per Karlsruhe vi sono gravi indizi che il QE esercitato dalla Banca Centrale Europea come parte della propria politica monetaria non sia altro che un aiuto finanziario diretto agli stati, fatto specificamente vietato dallo statuto della BCE.

Praticamente gli acquisti fatti da Draghi, secondo la Corte tedesca, avrebbero arbitrariamente ridotto gli interessi, stimolato i prestiti e quindi sarebbero intervenuti sui budget dei singoli stati facilitandone il finanziamento.

Ecco il volume degli acquisti di titoli tedeschi, francesi ed italiani fatti con il programma del QE,

La Corte di Giustizia Europea di Strasburgo non potrà dismettere il ricorso tedesco con facilità. Inoltre la Corte Costituzionale, secondo Die Welt, potrebbe perfino imporre alla Bundesbank di ritirarsi dal programma di politica monetaria della BCE, provocando una frattura profonda nella Banca Centrale Europea ed oggettivamente mettendo fine alla politica monetaria comune, primo passo verso la fine dell’euro.

Nello stesso tempo appare impossibile poter governare una moneta senza fare politica monetaria con acquisti e vendite di titoli sul mercato secondario, strumento tradizionalmente usato dalla Banche Centrali. Proprio la politica monetaria rilassata del “Whatever it takes” voluta da Draghi ha salvato l’unione monetaria all’indomani della crisi greca e dell’esplosione dello spread italiano. Rinunciare a questa politica significherebbe sottoporre l’area a stress fortissimi e, in ultima analisi, accellerarne la rottura.

Come dicevano gli antichi: gli Dei accecano chi vogliono distruggere.

 


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