La strategia Biden per la ritirata dall’Afghanistan è partita male, proseguita peggio e rischia di terminare nell’orrore. Intanto iniziamo a dire che i soldati USA, giunti all’aeroporto Karzai nelle ultime due settimane per aiutare all’evacuazione dei cittadini americani hanno iniziato la ritirata per rispettare l’ultimatum dei talebani che viene a scadere il 31 agosto:
BREAKING: The U.S. military has started withdrawing from Afghanistan reducing troop presence: U.S. officials
— Lucas Tomlinson (@LucasFoxNews) August 24, 2021
Biden ha detto, sull’Afghanistan, che il ritiro entro il 31/8 “Non è una resa ai talebani“, ma oggettivamente, nella realtà dei fatti, lo è. Tra l’altro bisogna vedere se i britannici e i francesi si accoderanno agli USA o termineranno le operazioni di evacuazione ancora in corso. Dato che il tema è piuttosto esecrabile il presidente ha cercato di parlare il più possibile di economia ed ha cercato di scaricare le responsabilità, per quanto possibile, sul G7 e sugli altri paesi. Come a dire che lui scappa, ma scappano anche gli altri. Ha cercato anche di scaricare la responsabilità su Trump, naturalmente senza prove. Biden come sempre non ha accettato domande dai giornalisti e appena letto il discorso è scappato dalla conferenza stampa.
La resa degli Stati Uniti, un tempo potenza orgogliosa, è stata trattata direttamente dal direttore della CIA Burns che ha segretamente incontrato il leader de facto dei talebani Abdul Ghani Baradar. Questi ha imposto la dta del 31 come definitiva e gli USA, sconfitti, si sono adattati. Biden ha affermato che vuole evitare perdite nei soldati di guardia all’aeroporto, finalità lodevole, che v perfettamente contro quello che ha fatto come vicepresidente con Obama e che lascia gli afgani abbandonati a se stessi.
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