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NEIN FRAU MERKEL! (di Pietro De Sarlo)

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“Nein Frau Merkel” : in un sogno agitato pensavo di essere il Primo Ministro italiano e di scrivere alla Merkel. Poi però ho scritto anche agli italiani. Nel seguito le due lettere.

Gentile signora Merkel,

mi spiace proprio ma non posso accedere alla Sua richiesta di sanzioni alla Russia. Condivido tutte le critiche fatte al sig. Putin, cionondimeno le ragioni umanitarie da Ella addotte nei confronti della popolazione ucraina non sono per noi ragioni sufficienti. Capisco i vostri interessi nazionali nell’area dell’Europa ex Sovietica su cui volete estendere la vostra influenza, ma per noi l’Ucraina è una terra lontana e i nostri interessi commerciali ci spingono a stringere ferrei rapporti economici con la Russia.

Sono sanzioni che non possiamo proprio permetterci perché dobbiamo sobbarcarci le ristrettezze economiche derivanti dall’applicazione dei tanti diktat subiti dalla Troika. Siamo esausti per i troppi compiti a casa che ci hanno messo in ginocchio. Per non parlare delle tante spese, che pur tra mille contraddizioni e difficoltà, ci sobbarchiamo nella gestione dei migranti di cui, giustamente, la Germania  e gli altri paesi del Nord Europa  non intendono farsi carico. Per voi l’Africa è una terra lontana e  fuori dai vostri interessi. Eppure, mi creda, ci sono anche in questo caso molte ragioni umanitarie che ci spingono ad intervenire e poi per i nostri commerci con l’oriente è vitale che ci sia la pace nell’area di Suez e del Nord Africa.

Avremmo poi bisogno di investire due – trecento miliardi per ammodernare le nostre infrastrutture, come avete fatto voi quando sono state unificate le Due Germanie ,  e favorire lo sviluppo e consentire a tanti giovani di trovare un lavoro ma il nostro livello di debito pubblico non lo consente, ne voi lo consentireste.

Come vede abbiamo interessi divergenti che credo ci porteranno nel tempo a rivedere  la nostra partecipazione all’euro.

Con ossequi

Il Primo Ministro Italiano

 

Cari Italiani,

volevo scrivere la lettera di cui sopra a Frau Merkel ma non posso.

Non posso perché se anche avessimo due o trecento miliardi da spendere non abbiamo la minima idea di quali siano i nostri Interessi Nazionali e al servizio di quale Piano  di Sviluppo per il Paese mettere queste somme.

Ma se anche avessimo un piano chiaro delle infrastrutture che ci servono ci metteremmo trenta anni prima di spendere il primo euro perché abbiamo tempi lunghi per decidere. Dobbiamo dividere le giuste commissione e gli appalti  tra le varie aree di influenza politica e ci servono per questo almeno tre tornate elettorali.

Dobbiamo poi mettere in conto che la metà di queste somme andrebbero in mazzette e fatti corruttivi.

Non so poi quanti alloggi andranno acquistati all’insaputa degli acquirenti e ci vuole tempo.

Se irrito troppo Frau Merkel ci caccia dall’euro e saremmo pienamente alla nostra mercé. Per qualche pugno di voti cederemo alle pretese assistenziali di tutti, torneremo alle baby pensioni e daremo incentivi e contributi a tutte le aziende in vera o presunta crisi. Per non parlare poi degli incentivi che ci chiederebbe la Fiat, pardon, la FGA: più dell’intero piano di infrastrutture. Invece di fare porti, e infrastrutture connesse, per favorire i commerci con l’estremo oriente incentiveremmo l’insediamento di industrie decotte al Sud e le spacceremo per intervento straordinario nel Mezzogiorno.

All’inizio l’inflazione ci ridarebbe spinta competitiva ma mangerebbe le pensioni più di quattro riforme Fornero e i risparmi di tante famiglie italiane.

La Giustizia è in stato comatoso e i nostri processi durano già oggi decenni, diventerebbero ereditari e di lotta all’evasione non ne parleremo più.

Vabbè, già ora non ne parliamo più, ma che significa!

Credetemi, è meglio continuare a barcamenarci come facciamo ora, discutere sui Rom, sui migranti e su Mafia Capitale. Stiamo però ben attenti a non fare mai nulla sul serio.

Con osservanza

Il Vostro Primo Ministro

 


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