Seguici su

Analisi e studi

Nei confronti di Berlusconi una giustizia “ad personam” (di Giuseppe PALMA)

Pubblicato

il

Amicus Plato, sed magis amica veritas. Sarà stato forse questo antico precetto di filosofia greca ad aver smosso la coscienza dell’ex giudice della Corte di Cassazione, Amedeo Franco, ormai defunto, relatore del collegio giudicante nel processo penale in Cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi per il caso “diritti TV”, che qualche anno fa confidò proprio a Berlusconi come quel processo fu condotto contro di lui come un vero e proprio plotone di esecuzione.

Al di là della condanna pilotata, e dunque del processo politico, l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi è stato vittima – a mio parere – dell’applicazione ad personam (è proprio il caso di dirlo) delle norme del processo penale. Nessuna violazione tecnica o delle norme del codice di procedura penale, intendiamoci, ma l’applicazione contra-personam della prassi processuale penale.

Lo scrissi 7 anni fa e lo ripeto oggi. Molto raramente la Corte d’Appello penale emette la sentenza (lettura del dispositivo in aula) senza indicare un numero di giorni utili al deposito delle motivazioni della sentenza medesima. In pratica, nella stragrande maggioranza dei casi, la Corte legge in aula il cosiddetto “PQM” (il dispositivo), indicando il numero di giorni che le occorrono per il deposito delle motivazioni.

Non a caso la Corte prende – nella prassi processuale – da 30 a 90 giorni per il deposito delle motivazioni. E ciò dipende, come il codice stesso prevede, dalla particolare complessità nel redigere la motivazione. Dal termine esatto indicato per questo deposito, qualora sia di almeno 30 giorni, decorrono poi i 45 giorni per l’eventuale impugnazione della difesa in Cassazione (esempio 30+45; 70+45; 90+45 etc). Se invece la Corte NON indica nessun termine per il deposito (e NON provvede alla lettura contestuale delle motivazioni), il termine per il deposito delle motivazioni è di 15 giorni, alla scadenza del quale decorrono 30 giorni (e non 45) per l’impugnazione della difesa. Le medesime regole valgono anche nel processo penale di primo grado (combinato disposto degli articoli 585 e 544 del codice di procedura penale).

Nel “caso Berlusconi” la Corte d’Appello di Milano NON indicò nessun termine per il deposito delle motivazioni, determinando la drastica riduzione del termine per l’impugnazione (15+30). Fatto di per sé molto strano perché una sentenza di ben 194 PAGINE rientra, solitamente, proprio in quei casi in cui il codice parla di particolare complessità nel redigere le motivazioni, consentendo all’autorità giudiziaria di indicare un termine più lungo (non superiore a 90 giorni) per il deposito delle stesse (con il conseguente termine più lungo per l’impugnazione). Qui il PDF della sentenza: https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.org/d/2301-la-sentenza-della-corte-di-appello-milanese-sul-caso-berlusconi-mediaset

Non contento, l’ordine giudiziario fissò l’udienza in Corte di Cassazione in sezione feriale, cioè quella sezione speciale che lavora durante il periodo di sospensione feriale (che all’epoca dei fatti – il 2013 – andava dal 1° agosto al 15 settembre). Una cosa che, a memoria d’uomo, non si è mai vista per un procedimento ordinario. Anche perché, in media, un’udienza in Cassazione (penale) viene fissata non prima di sette mesi. In questo caso dopo meno di un mese e mezzo. Tutto ciò mette in evidenza la palese violazione di un altro principio costituzionale: la designazione del giudice naturale precostituito per legge.

Insomma, al di là dell’ignobile “plotone di esecuzione” politico messo in atto dalla magistratura, che di fatto ha orientato illegittimamente il percorso democratico del Paese, nei confronti di Silvio Berlusconi c’è stata anche una palese violazione – se non delle norme del processo penale, formalmente rispettate – quantomeno della prassi processuale consolidata nel 99% dei casi. La legge, per lui, non è stata uguale.

E io non sono di certo sospettabile di simpatie berlusconiane. Ma la verità non può tacere di fronte alle ingiustizie.

Avv. Giuseppe PALMA

*** *** ***

Consigli letterari:

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese“, Historica edizioni.

Qui i link per l’acquisto:

http://www.historicaedizioni.com/libri/democrazia-in-quarantena/

https://www.ibs.it/democrazia-in-quarantena-come-virus-libro-paolo-becchi-giuseppe-palma/e/9788833371535

https://www.mondadoristore.it/Democrazia-quarantena-Come-Giuseppe-Palma-Paolo-Becchi/eai978883337153/

https://www.libreriauniversitaria.it/democrazia-quarantena-virus-ha-travolto/libro/9788833371535

https://www.amazon.it/Democrazia-quarantena-virus-travolto-Paese/dp/8833371530/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=democrazia+in+quarantena&qid=1593533348&s=books&sr=1-1


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito