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NEBBIA SU BRUXELLES

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Questo è stato un brutto periodo per i giornalisti. Se hanno scritto un articolo sulla crisi greca durante la mattinata di un dato giorno, la sera dello stesso giorno hanno dovuto buttarlo, perché le cose nel frattempo erano troppo cambiate. È andata appena un po’ meglio ai blogger, perché quello stesso articolo lo hanno scritto senza sperare di essere pagati sicché, buttandolo, almeno non hanno perso soldi.
Dopo tre o quattro articoli finiti al macero, ora ci viene detto che fra Eurozona e Grecia è stato raggiunto un accordo. Le cui condizioni fino a ieri mattina – ufficialmente dichiarate irremovibili – dimostravano senza ombra di dubbio che, o la Grecia non poteva accettarle o, se le avesse accettate, poi non avrebbe potuto mantenerle. Ora l’accordo è raggiungo – all’unanimità, nientemeno – e non sappiamo se era mobile ciò che era irremovibile, se era possibile ciò che sembrava impossibile, o se, chissà, si è fatta la mossa dell’accordo per poi constatare che un accordo non era possibile, e così avviarsi a quella Grexit che ora si dichiara scongiurata.
In questi giorni ci hanno riempito le orecchie con dichiarazioni di sfiducia riguardo alla Grecia. Paese volatile, inaffidabile e poco serio. Ma che dovremmo pensare ora, dell’intera Europa, se dovessimo constatare che decine di governi – ché di questo si tratta – hanno mentito a tutto spiano, per mercanteggiare poi in modo levantino? Per giunta ci hanno informati che questo accordo deve ora essere ratificato da tutti i parlamenti di tutti i Paesi che hanno partecipato alla discussione.
Per quanto riguarda la Grecia in particolare, viene confermato che in due giorni il suo Parlamento dovrebbe porre in cantiere e varare una serie di leggi, per realizzare a tempo di record (mondiale) riforme che non ha saputo realizzare in anni ed anni. È possibile? O è che l’Europa, dopo averle richieste formalmente, si accontenterà in fin dei conti di una promessa: “Le faremo appena possibile”?
Poi risulta che l’accordo è stato raggiungo non sui termini dell’aiuto alla Grecia, ma sulla ripresa dei negoziati. Negoziati per cosa, per confermare i termini dell’attuale accordo (che ancora non è stato specificato quali siano) o su nuovi patti da raggiungere? E poi si dice che viviamo nell’epoca della trasparenza e della comunicazione.
È proprio vero che a Bruxelles coloro che hanno discusso per ore erano dei politici. Persone cui si applica bene il detto secondo cui Dio ha dato all’uomo la parola per nascondere il pensiero. Probabilmente, un corrispondente dei Sioux o degli Apache, dopo averli ascoltati, avrebbe detto freddamente: “Tu parli con lingua biforcuta”.
Chi, avendo il suo bravo da fare, non ne ha capito niente, può consolarsi. Anche a sentire decine di dibattiti e altrettanti telegiornali, il risultato non sarebbe stato diverso. Non è lui che è scemo, è che i nostri occhi non sono capaci di vedere attraverso la nebbia.
Gianni Pardo, [email protected]
13 luglio 2015


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