Difesa
NATO: due terzi dei paesi non raggiungono l’investimento minimo voluto da Trump
Nonostante molte nazioni dell’Europa occidentale non abbiano ancora raggiunto l’obiettivo del 2%, nel fine settimana sono state riportate dichiarazioni allarmanti da parte di alti funzionari della difesa dei paesi NATO Danimarca e Germania.
L’ex presidente degli Stati Uniti e attuale candidato alle presidenziali Donald Trump è stato criticato lunedì dai repubblicani dopo che sabato, durante un comizio, ha affermato che non avrebbe protetto gli alleati europei della NATO da un attacco della Russia se questi non avessero speso abbastanza per la propria difesa.
Nel frattempo, come spiega Katharina Buchholz di Statista, l’obiettivo del 2% del PIL per le spese militari che la NATO si è prefissata non è stato raggiunto in molti paesi europei a metà del 2023, anche se sono stati fatti dei miglioramenti, soprattutto nell’Europa orientale.
Anche la Lettonia, la Lituania e l’Estonia, membri della NATO, stanno pianificando di fortificare il confine russo con bunker. Nonostante molte nazioni dell’Europa occidentale non abbiano ancora raggiunto l’obiettivo del 2%, nel fine settimana sono state riportate dichiarazioni allarmanti da parte di alti funzionari della difesa dei paesi NATO Danimarca e Germania. Sia il ministro della difesa danese Troels Lund Poulsen che l’ispettore generale delle forze armate tedesche Carsten Breuer hanno affermato che una guerra con la Russia potrebbe verificarsi nel giro di pochi anni.
Il concetto secondo cui i Paesi della NATO dovrebbero spendere il 2% del loro PIL per la difesa è stato introdotto nel 2014 ed entro il 2024 i membri dell’alleanza militare dovrebbero tecnicamente “avvicinarsi” o superare questo obiettivo. Sebbene la definizione concordata durante il vertice della NATO in Galles 10 anni fa sia vaga, l’obiettivo del 2% è stato comunque considerato un segno distintivo del successo della NATO, ma anche un punto di contesa all’interno dell’organizzazione e nel discorso pubblico.
Comunque eccovi a che punto sono i vari paesi NATO nell’avvicinarsi all’obiettivo del 2% di spesa.
Secondo i dati pubblicati il 1° luglio, il numero di paesi NATO che hanno raggiunto o superato il livello di spesa è di soli 11 su 30 membri con forze armate. Due terzi non hanno raggiunto questo livello.
L’elenco comprende gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Polonia, la Grecia, la Romania, l’Ungheria, la Slovacchia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, oltre al nuovo membro Finlandia, dimostrando nel complesso che le nazioni dell’Europa orientale sono state più attente alle minacce militari in Europa che si stanno ripresentando.
Il numero è aumentato rispetto ai nove della metà del 2022. I nuovi membri sono la Romania e l’Ungheria, dove la spesa militare rispetto al PIL è aumentata notevolmente nel 2023 rispetto al 2022. Nonostante i recenti guadagni, i membri della NATO più grandi e ricchi sono rimasti indietro rispetto all’obiettivo, spesso con un ampio margine. Tra questi ci sono Germania, Canada, Italia e Spagna.
La Croazia e la Francia, che in precedenza avevano raggiunto l’obiettivo del 2%, sono rimaste leggermente al di sotto nel 2023. I più vicini a raggiungere la soglia sono stati i nuovi membri della NATO, Montenegro e Macedonia del Nord, con l’1,87% del PIL di spesa per la difesa ciascuno, seguiti da Bulgaria, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Secondo il Segretario Generale Jens Stoltenberg, la NATO sta attraversando “la più grande revisione della difesa collettiva e della deterrenza dai tempi della Guerra Fredda” dopo che l’organizzazione è emersa come il principale sostenitore dell’Ucraina nel suo sforzo di difesa contro l’invasione russa. Ma anche prima che la guerra nel continente europeo tornasse ad essere una realtà nel 2022, le tensioni si sono fatte sentire sullo stato delle infrastrutture militari della NATO, dato che la maggior parte delle nazioni europee ha adottato un approccio poco incisivo alla spesa per la difesa in tempi di pace. Nel 2018 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha portato la questione ancora una volta alla ribalta criticando alcuni Stati membri della NATO, in particolare la Germania, per non aver fatto abbastanza sforzi per raggiungere la soglia di spesa del 2% del PIL. Germania, Spagna, Canada e Italia sono ancora lontani da questo obiettivo.
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